Italia
In occasione del 25° anniversario dell’Università per la formazione permanente degli adulti Giovanna Bosi Maramotti, UNIEDA promuove il Convegno:
Alfabetismi- Analfabetismi
3-4-5 dicembre 2009
Palazzo dei Congressi
Largo Firenze, Ravenna
In Italia l’analfabetismo sta crescendo e interessando tutte le età: coinvolge la capacità di comprendere le parole, i numeri, le cognizioni scientifiche, maggiore nel Sud Italia e minore nel Centro Nord. D’altronde già nel 2000 l’Ocse ha sancito che siamo un popolo di ignoranti che non conosce neppure l’italiano, nel 2003 che siamo messi male in matematica e nel 2006 che stiamo ancor peggio nelle scienze. Per il PISA (Program for International Student Assessment) l’Italia si trova dopo Estonia, Slovacchia, Macao, Taipei, Croazia, Polonia, al 36° posto su 57 Paesi partecipanti all’indagine.
Il solo non saper leggere necessiterebbe di un provvedimento, di un aumento delle ore dedicate alla lettura e al dettato: i test d’ingresso universitari (Fac. Lettere, Firenze 2009) dicono che molti non conoscono il significato di parole d’uso comune (velleità, procrastinare, refuso) e si perdono nella punteggiatura.
Numerose aspiranti matricole (Fac. Economia, Genova 2009) non sanno rispondere a quesiti semplici tipo “cos’è la Cgil?” “cos’è Finmeccanica?”. A Firenze (Fac. Economia, 2009), uno su quattro non ha raggiunto la sufficienza; a Palermo (Fac. Giurisprudenza) il 26% aveva debiti formativi mentre a Bari (Fac. Scienze agrarie, forestali e Tecniche alimentari) è arrivato alla sufficienza poco meno del 40%; Al Politecnico di Torino è risultato carente in matematica il 15% degli oltre 4mila neodiplomati.
Questi dati ancora più gravi se si considera il rapporto tra l’aspirante universitario e la facoltà prescelta.
Un esempio per tutti: non sapere cosa è la CGIL è sicuramente un’anomalia in generale, ma ancor più se lo studente intende iscriversi ad Economia.
In poche parole: la scuola è un vero fallimento e trascina con sé i giovani, ovvero il futuro del nostro Paese.
Gli adulti non stanno meglio: l’ultima rilevazione dell’Unione Europea indica che nel 2008 solo il 6,3% degli italiani adulti ha frequentato un’attività formativa mentre la media europea è del 9,6%.
Ma l’aspetto più inquietante è quello economico: il sistema regionale di formazione professionale si attua prevalentemente attraverso il Fondo Sociale Europeo con politiche di bandi e di finanziamento che privilegia agenzie formative legate alle parti sociali. La spesa è pari a circa 1% del PIL ed i risultati sono risibili, specie come ricaduta sull’occupazione.
“Il Convegno di Ravenna il cui titolo è frutto di una scelta precisa non provocatoria ma segnale del’attuale dicotomia in materia di educazione e cultura – afferma Francesco Florenzano presidente di Unieda – è un altro tassello dell’azione di Unieda. Con esso i promotori, oltre alla sensibilizzazione generale sull’argomento, intendono coinvolgere sul tema, anche attraverso la definizione di proposte concrete, tutti i decisori politici“.
“A Ravenna – continua Florenzano – avremo i principali esperti di educazione permanente. Tra di essi Vittoria Gallina, curatrice di ricerche sulle competenze alfabetiche per ministeri e organismi internazionali, Fiorella Farinelli tra i maggiori esperti di educazione per adulti e di scuola, Vittorio Campione, già capo di gabinetto del Ministro Berlinguer e autore di un saggio (Mulino ed.) sui livelli minimi d’istruzione“.
Il Convegno sarà aperto dalla Lectio magistralis del Prof. Massimo Vedovelli, Rettore dell’Università per Stranieri di Siena mentre alla giornata conclusiva parteciperà Vasco Errani, presidente della Regione Emilia Romagna.
Il programma completo nel sito www.unieda.it