L’ultimo intervento del Governo per proteggere i redditi medio-bassi dalla fiammata dei prezzi di luce e gas degli ultimi mesi ha un effetto diretto sulle tasche di circa 28 milioni di italiani. È il bonus da 200 euro, inserito nel decreto ‘anti-crisi’, che arriverà direttamente nelle buste paga e nelle pensioni di giugno a chi è nella fascia di reddito entro i 35mila euro.
Da sottolineare subito: al momento il bonus sarà erogato “una tantum”, una sola volta. Però, secondo il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli, “non escludiamo assolutamente che in futuro che ci sia un incremento di questo importo”.
Il Governo ha stanziato ben 6,5 miliardi di euro per la misura che andrà a compensare le perdite subite dalle fasce più deboli a causa dei costi saliti anche per la guerra in Ucraina. Il prezzo del greggio, che tra dicembre e gennaio oscillava tra i 70 e i 90 dollari al barile, si aggira oggi intorno ai 105.
Il prezzo del gas sul mercato europeo è ora circa cinque volte quello di un anno fa.
Per i lavoratori dipendenti in busta paga a giugno e luglio?
I 200 euro extra, per chi ha redditi fino a 35 mila euro, arriveranno direttamente in busta paga: “L’ipotesi per i lavoratori dipendenti è che i datori di lavoro lo anticipino con le mensilità di giugno-luglio, portandolo poi a compensazione, mentre per i pensionati interviene direttamente l’Inps”, ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, spiegando che ora partirà il “lavoro tecnico” per definire più nel dettaglio l’erogazione del bonus, che riguarda anche i lavoratori autonomi.
Per gli autonomi, dovrebbe essere creato un fondo ad hoc, scrive Repubblica, sulla falsariga dei contributi straordinari introdotti durante l’emergenza Covid. Vedremo.
Di quanto sono aumentati i prezzi di energia e gas
Per quanto riguarda l’energia, il prezzo del greggio, che tra dicembre e gennaio oscillava tra i 70 e i 90 dollari al barile, si aggira oggi intorno ai 105 dopo un picco di 130 dollari a marzo.
Il prezzo del gas sul mercato europeo è intorno ai 100 euro per megawattora – circa cinque volte quello di un anno fa. Questi aumenti – che seguono i rincari che si osservavano già prima dell’inizio del conflitto – hanno spinto il tasso d’inflazione su livelli che non si vedevano da decenni. Nell’eurozona, l’indice dei prezzi è cresciuto del 7,5% ad aprile rispetto a un anno fa, e sta avendo un impatto significativo sul potere d’acquisto delle famiglie e sui livelli di produzione delle imprese. L’economia europea è in una fase di rallentamento: nei primi tre mesi del 2022, il prodotto interno lordo nella zona euro è cresciuto dello 0,2% rispetto all’ultimo trimestre del 2021. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che l’Unione Europea crescerà quest’anno del 2,9%, rispetto al 4% stimato fino a poco tempo fa.
Tutti questi numeri sono stati comunicati, ieri, dal premier Mario Draghi al Parlamento europeo.