Non esiste ancora una definizione ufficiale per il metaverso, ma le aziende non possono permettersi di aspettarne una o che il metaverso si evolva completamente per iniziare a sperimentare e investire in esso. E’ questo in estrema sintesi il messaggio di McKeinsey, la società di analisi che sta scandagliandi le potenzialità del metaverso in una serie di podcast, chiamando in causa diversi esperti, tra cui Cathy Hackl, la prima futurista, esperta di metaverso, che mette in guardia le aziende: “Se aspettano ancora un anno e mezzo o due anni per fare qualcosa, per avere una strategia chiara e per iniziare a testare queste ipotesi, potrebbe essere un po’ troppo tardi”.
Manca ancora una definizione condivisa
Per quanto riguarda il metaverso, è vero che non esiste davvero una definizione concordata in questo momento. Ma se avessimo bisogno di definirlo, si potrebbe dire che si tratta di una convergenza delle nostre vite fisiche e digitali. Sono i nostri stili di vita digitali, che abbiamo vissuto su telefoni o computer, che raggiungono lentamente in qualche modo le nostre vite fisiche.
Metaverso abilitato da 5G, AR, VR, blockchain, edge computing
Il metaverso abilitato da molte tecnologie diverse, come AR [realtà aumentata] e VR [realtà virtuale], che sono quelle a cui la maggior parte delle persone tende a pensare. Ma non sono gli unici punti di ingresso. C’è anche la blockchain, che è una grande componente, c’è il 5G, c’è l’edge computing e molte, molte altre tecnologie.
Identità digitale e proprietà digitale
Per Cathy Hackl, “il metaverso riguarda anche la nostra identità e la proprietà digitale. Si tratta in qualche modo di una nuova estensione della creatività umana. Ma non sarà come un giorno ci sveglieremo ed esclameremo: “Il metaverso è qui!” Sarà un’evoluzione”.
Scorci di metaverso: concerti e feste di compleanno
Oltre alla nostra copia volumetrica, che in un futuro prossimo potrebbe prendere il nostro posto in diversi consessi, per molti ragazzi il metaverso è già l’occasione per partecipare a dei concerti virtuali: “Ti faccio un esempio personale – dice Cathy Hackl – Il primo concerto a cui sono andato è stato in uno stadio. Per mio figlio, che ha dieci anni, il suo primo concerto è stato Lil Nas X, che si è esibito a Roblox durante la pandemia. E solo perché è successo in uno spazio virtuale, non lo ha reso meno reale per lui. Durante la pandemia, abbiamo organizzato una festa di compleanno di Roblox per mio figlio e il modo in cui il suo avatar si è presentato a quella festa è stato molto importante per lui. Proprio come se dovessi andare a una festa fisica, probabilmente penseresti a quale maglietta stai”.
Acquisti virtuali e da virtuale a fisico
Per quanto riguarda lo shopping, un giocatore di Fortnite usa Vbucks per acquistare una skin all’interno del gioco. Ma in un futuro prossimo ci potremo trovare in un’esperienza virtuale e acquistare qualcosa che potrebbe arrivare fisicamente a casa nostra. E poi c’è l’opposto, dove sto acquistando un oggetto fisico o un’esperienza fisica che mi sblocca qualcosa in uno spazio virtuale. Nuovi modelli di business e nuovi modelli di commercio e altri nuovi modelli di commercio che devono ancora essere creati.
Modello direct-to-avatar nuovo modello direct-to-consumer
E’ per questo che si comincia a parlare del modello direct-to-avatar, che è un nuovo modello direct-to-consumer, penso che le stime siano 100 milioni di dollari spesi nel 2021 all’interno dei giochi piattaforme per beni virtuali, e questo è un numero che continuerà ad espandersi. Quando qualcuno dice 800 miliardi di dollari o 1 trilione di dollari entro il 2024, è possibile, soprattutto quando inizi a guardare al commercio oltre il semplice commercio da virtuale a virtuale, ma pensando al commercio da fisico a virtuale e da virtuale a fisico e sbloccando quelli su larga scala.
