Guglielmo Marconi Premio Nobel 1909-2009: una Mostra per toccare con mano le intuizioni e l’avanguardia del genio italiano

di Alessandra Talarico |

Gabriele Falciasecca (Fondazione Marconi): ‘Il suo lavoro non è solo rivolto all’allora nascente industria delle Telecomunicazioni, ma al genere umano, al miglioramento della vita di milioni di persone in tutto il mondo’.

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Mostra

È stata inaugurata il 10 dicembre – esattamente a cento anni dal 10 dicembre 1909, quando Guglielmo Marconi ricevette a Stoccolma il Premio Nobel per la Fisica – la mostra “Guglielmo Marconi Premio Nobel 1909-2009, con un obiettivo preciso: restituire alla figura di Marconi quella ‘nobiltà’ che proprio il Premio gli attribuì nel 1909.

Lo scienziato bolognese, tanto ammirato e osannato in vita quanto trascurato nella seconda parte del Novecento, ritornato poi alla pubblica attenzione dal 1995 (centenario dei primi esperimenti di radiotelegrafia), ha risalito i gradini della notorietà con la sola forza della sua invenzione: il wireless, vale a dire la tecnologia che maggiormente caratterizza la moderna società della comunicazione.

 

Marconi aveva appena 35 anni quando fu insignito del Premio Nobel “…a riconoscimento del contributo dato allo sviluppo della telegrafia senza fili”, ma aveva già alle spalle 15 anni di lavoro e sperimentazioni, tanto che circolava già prima del 1909 la voce di un possibile Nobel. Fondamentale, per convincere la Reale Accademia delle Scienze di Svezia fu la notizia del salvataggio dei passeggeri del Transatlantico Republic, episodio che confermava con clamorosa evidenza l’utilità del radio soccorso, rinsaldata quindi da un’altra tragedia, più famosa, quella del Titanic: quando affondò, nella notte del 15 aprile 1912, solo l’allarme lanciato via radio permise di salvare 706 delle 2.223 persone a bordo.

Quando i 706 superstiti della tragedia gli tributarono la propria riconoscenza, lui dichiarò semplicemente “vale la pena di aver vissuto per aver dato a questa gente la possibilità di essere salvata”.

 

Il centenario del Premio Nobel è dunque un’occasione importante per ricordare la figura di questo straordinario personaggio italiano, la sua caparbietà e la sua fervida attività di imprenditore e inventore.

 

La mostra – promossa e organizzata dalla Fondazione Guglielmo Marconi, dalla Regione Emilia Romagna, dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario del Premio Nobel e dal Comune di Bologna – vuole essere occasione per fare conoscere “…le condizioni e le premesse che consentirono a Marconi il balzo improvviso della sua impresa, gli sviluppi tecnologici e industriali da lui stesso portati avanti, il trionfo del suo sistema di telegrafia senza fili e la complessa vicenda che indusse l’Accademia di Svezia a conferirgli il Nobel per la Fisica”.

 

Come ha spiegato il Presidente della Fondazione Marconi, Gabriele Falciasecca, la grandezza di Marconi sta non solo nella sua invenzione, ma anche nella sua ‘intuizione’, nella sua capacità imprenditoriale, abilità commerciale e mentalità internazionale.

“Il suo lavoro – ha spiegato Falciasecca – non è solo rivolto all’allora nascente industria delle Telecomunicazioni, ma al genere umano, al miglioramento della vita di milioni di persone in tutto il mondo, perché la tecnologia ha questo come fine ultimo, tanto da spingere Marshall McLuhan ad utilizzare il termine ‘Galassia Marconi’ per spiegare l’enorme influenza della telecomunicazione sul nostro modello di società, appunto universalmente considerata società dell’informazione”.

 

La Mostra, la cui sede principale è Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio, si avvarrà dell’utilizzo di una serie di strumenti – pannelli esplicativi, strumenti d’epoca, apparati interattivi, animazioni, video e grafici multimediali – che riportano il visitatore in una atmosfera da primi del ‘900, per poi farlo riemergere nei primi anni del XXI secolo, dove le intuizioni di Marconi costituiscono la struttura portante delle comunicazioni quotidiane, mettendo a fuoco i meccanismi, gli ingranaggi, le relazioni e le emozioni di un genio proiettato nel futuro.

I visitatori potranno anche fare un excursus nello Spazio – abitato da satelliti e osservato da radio-telescopi che ancora una volta mostrano la grandezza di Guglielmo Marconi – e “interagire” con alcuni dispositivi: il telegrafo Morse, il detector magnetico e il detector a cristallo di carborundum.

 

La mostra – che proseguirà fino al 10 gennaio 2010 – è a ingresso libero e si avvale del contributo scientifico del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, che metterà a disposizione gli oggetti della sua collezione – una tra le maggiori al mondo – legata soprattutto alla fase di avvio della produzione industriale di Marconi. A disposizione del pubblico, anche alcuni oggetti della Collezione del Generale Francesco Cremona che ci riportano nel mondo della radiotelegrafia della Prima Guerra Mondiale. 

 

Per sensibilizzare i più giovani sull’importanza della figura di Marconi, è stato anche realizzato un kit didattico con proposte da svolgere in classe, in maniera autonoma o con l’aiuto di un operatore, sul tema della “Comunicazione”.

Il kit contiene una dispensa per insegnanti, schede didattiche, il manuale di istruzioni, bibliografia e sitografia di riferimento e un’attrezzatura di base per piccole esperienze di laboratorio, che consentiranno di ripercorrere per tappe la storia dei sistemi di trasmissione delle informazioni utilizzati nell’antichità sino ad arrivare alla “rivoluzione marconiana” con l’utilizzo delle onde elettromagnetiche.

Il kit potrà essere distribuito alle scuole che ne faranno richiesta dalla primavera 2010. Un operatore sarà a disposizione per eventuali lavori di approfondimento.

 

Il centenario del Nobel a Marconi sarà anche occasione per far rivivere alcuni dei ‘luoghi marconiani’: dalla casa in cui nacque (Palazzo Marescalchi a Bologna), a Villa Grifone a Pontecchio dove condusse i primi esperimenti e all’Archiginnasio di Bologna, dove fu più volte ospite d’onore.

Molte, inoltre, le realtà museali e culturali che affiancheranno la mostra di  Palazzo d’Accursio: il Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123, Bologna), il Museo Marconi di Villa Griffone a Pontecchio Marconi (BO) e il Museo della Comunicazione e del Multimediale G. Pelagalli (via Col di Lana 7/N, Bologna).

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