Italia
Stando ad una indagine condotta dall’Economist Intelligence Unit per conto di Western Union, nonostante le notizie di un crescente sentimento protezionista e nazionalista derivante da questa recessione globale senza precedenti, i dirigenti di aziende di livello mondiale credono fermamente che l’immigrazione continui ad essere qualcosa di positivo per gli affari e l’economia, e si dicono favorevoli a minori limitazioni all’immigrazione. Ciò nonostante, e a dispetto delle sfide insite nell’assunzione di lavoratori immigrati, solo un numero limitato d’imprese ha sostenuto leggi sull’immigrazione più “permissive”.
Tra coloro che hanno partecipato all’indagine troviamo 501 dirigenti, di cui il 43% sono dirigenti di alto livello (C-level executives). L’indagine ha evidenziato quanto segue:
· Più di tre su quattro (76%) affermano che i lavoratori immigrati hanno un impatto positivo sull’economia.
· Quasi altrettanti intervistati (71%) affermano che i lavoratori immigrati costituiscono un vantaggio competitivo.
· La maggior parte degli intervistati (79%) riferisce di assumere lavoratori immigrati perché hanno le competenze per ricoprire ruoli specifici, in particolar modo nei settori del senior management, informatico e delle vendite/marketing.
· Quasi un terzo (30%) afferma che non vi sono abbastanza lavoratori “nazionali” per soddisfare la domanda di forza lavoro.
· Quasi sei su dieci dirigenti (57%) ritengono che l’attuale recessione globale non modificherà la loro prassi di assunzione del personale rispetto ai lavoratori immigrati. In effetti, l’11% afferma che la recessione li ha resi più propensi ad assumere lavoratori immigrati.
· Quasi nove su dieci (88%) rispondono che l’assunzione di lavoratori immigrati implica numerose sfide.
· Ciò nonostante, a livello mondiale solo il 15% ha richiesto al proprio governo leggi sull’immigrazione più permissive.
· Meno di un intervistato su 10 (8%) sostiene processi o programmi d’immigrazione in nome della propria azienda.
· Nella relativamente piccola minoranza d’intervistati che attualmente non si affida a lavoratori immigrati (13%), circa un terzo (33%) prevede di farlo in futuro.
· Uno su quattro intervistati (25%) prevede che la percentuale di lavoratori immigrati assunti dalla propria organizzazione aumenterà entro la fine del 2010.
“Anche se le aziende vedono chiaramente i benefici di un mercato del lavoro più aperto, pochissime di queste stanno effettivamente sostenendolo pubblicamente” afferma Hikmet Ersek, Direttore Operativo Western Union.
A livello mondiale solo il 15% dei dirigenti afferma di aver richiesto al proprio governo leggi più permissive riguardo l’assunzione di immigrati. Secondo questa indagine, meno di un intervistato su 10 (8%) sostiene processi o programmi d’immigrazione in nome della propria azienda.
“Oltre a promuovere lo sviluppo nel paese di origine, la “forza lavoro mobile” offre competenze fondamentali ai datori di lavoro nel paese o nella regione che li ospita e rientra nelle competenze principali della nostra azienda servire la forza lavoro mobile di tutto il mondo“, ha aggiunto Ersek.
Per maggiori informazioni in merito a questa indagine denominata Western Union Global Workforce Impact Survey, potete visitare il sito http://corporate.westernunion.com/global_migration.html.