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Intel torna nel mercato dei telefonini, dopo un’assenza durata 4 anni. Ieri, al CES di Las Vegas, il Ceo Paul Otellini ha presentato uno smartphone (GW990) realizzato dalla coreana LG che utilizza un processore Atom di nuova generazione a basso consumo, battezzato Moorestown.
Dotato di interfaccia 3D, lo smartphone, che arriverà sul mercato nella seconda metà di quest’anno, permetterà una visione ottimale di video in alta definizione.
Il maggiore produttore mondiale di semiconduttori riaccende dunque la battaglia con Qualcomm e ARM, dopo aver risolto i problemi legati all’eccessivo consumo dei chip per la telefonia mobile, che hanno spinto i produttori di cellulari a preferire i chip a minore fabbisogno energetico dei concorrenti.
Intel ha quindi annunciato l’apertura di un App store – Intel AppUp Center – destinato ai netbook, un segmento che ha finora dominato, ma che è al momento sotto attacco dall’avanzata degli smartphone, ‘motorizzati’ sempre dai chip rivali. Lo store ha già ricevuto il sostegno dei maggiori produttori di Pc, da Acer a Dell, da Asus a Samsung.
Intel ha ceduto la divisione delle comunicazioni e dei processori applicativi mobili a Marvell Technology Group per 600 milioni di dollari nell’ambito di un ampio progetto di ‘rivalutazione strategica’ del gruppo.
Da allora, tuttavia, ne è passata di acqua sotto i ponti e Otellini si è detto convinto che Intel è ormai tornata competitiva nel settore dei chip per la telefonia mobile.
Il CEO, nel suo discorso al CES, ha sottolineato come ormai il ‘personal computing’ stia espandendosi oltre il Pc a qualsiasi dispositivo, contribuendo a trasformare Intel e l’intera industria.
“L’informatica – ha detto Otellini – non è più confinata al computer, ma è dovunque…i progressi compiuti nell’ambito della connettività, l’arrivo di interfacce intuitive, di contenuti coinvolgenti e il miglioramento delle performance dei chip le hanno permesso di muoversi in nuove aree e di integrarsi in ogni aspetto della vita quotidiana, migliorando il modo in cui lavoriamo e ci divertiamo”.
Gli smartphone, ha aggiunto Otellini, sono l’incarnazione del “personal computing”, ma bisogna ancora lavorare sulla velocità delle reti. Per sviluppare al massimo il potenziale di questi dispositivi sono dunque essenziali le tecnologie come il 4G e il WiMax.
“Due anni fa – ha concluso – avevo mostrato una suite di applicazioni mobili che vennero però utilizzate grazie a un Pc nascosto dietro la tenda, perché i telefonini non avevano ancora la potenza di calcolo adeguata. Due anni dopo, il futuro è già qui”.