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Covid 19, per il Moige +67% il tempo trascorso dai ragazzi davanti ai device

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L’87% dei genitori ha riscontrato effetti negativi sui loro ragazzi dall'abuso di device durante la pandemia. "I danni prodotti dal clima emergenziale prodotto dalla pandemia, hanno provocato uno tsunami psico emozionale e discriminatorio devastante per i nostri ragazzi. Ed i costi sociali stanno ricadendo integralmente sulle famiglie", ha dichiarato Antonio Affinita dg Moige.

Uno degli effetti più nefasti della pandemia è la chiusura dei ragazzi nelle loro stanze e la mancanza di contatto fisico con i loro coetanei. Un atteggiamento che permane, in molti casi, anche adesso che il peggio sembra essere alle spalle. In tutto questo, i nostri ragazzi sono sempre più incollati allo smartphone e alle console di gaming, che sono diventati sempre più come il tramite per la loro socializzazione. E in molti casi l’unico tramite, con una prevalenza schiacciante del messaggio digitale e mediato rispetto a quello diretto e personale. Non più quindi incontri a quattr’occhi, ma incontri mediati dallo schermo di una video chat.

I danni prodotti dal clima emergenziale prodotto dalla pandemia, hanno provocato uno tsunami psico emozionale e discriminatorio devastante per i nostri ragazzi. Ed i costi sociali stanno ricadendo integralmente sulle famiglie”, ha dichiarato Antonio Affinita dg Moige.

L’indagine

E’ questo in estrema sintesi ciò che scaturisce da un’indagine condotta dall’Istituto Piepoli, per conto del Moige, dal quale emergono dati preoccupanti sul fenomeno: da quando è scoppiata l’emergenza pandemica (escluso l’impegno per la DAD) il tempo trascorso davanti ai device tecnologici è aumentato del 67% (+ 48% nel nord ovest; + 71% nel nord est; + 71% al centro; + 74% al sud; + 76% nelle isole).

A fare cosa, ce lo possiamo facilmente immaginare: chattare, stare su Instagram, TikTok, Youtube, Whatsapp ecc. A scrollare compulsivamente pagine web e messaggi, vocali e non, a selezionare faccine ed emoticon. A parlare con i compagni di scuola, sempre rigorosamente a distanza.

Perdita di contatto fisico per un ragazzo su due

Altro dato significativo emerso è quello delle conseguenze dovute all’aumento del ricorso al digitale sui rapporti sociali tra i bambini e gli adolescenti. L’87% dei genitori ha riscontrato effetti negativi sui loro ragazzi, il 52% ha segnalato la perdita del contatto fisico con gli altri.

E’ chiaro che la pandemia e il distanziamento sociale sono stati la causa scatenante di questo allontanamento fisico dagli altri, che dura ancora anche per il condizionamento pavloviano assunto dai più di indossare la mascherina. Un atteggiamento che sicuramente durerà ancora molto a lungo dopo la fine dell’emergenza. Ma è evidente che in questo contesto pandemico lo smartphone e il digitale in genere abbia assunto un ruolo quasi salvifico di ogni barlume di vita sociale residua durante i lunghi, per non dire interminabili periodi di lockdown. Il problema è che un po’ in lockdown ci resteremo per sempre e che per questo lo smartphone continuerà a fungere ancora a lungo (per sempre?) da supplente degli incontri e degli scambi vis à vis.

A livello territoriale i giovani delle isole hanno maggiormente risentito dell’aumento di utilizzo di device, addirittura il 94% degli intervistati ne ha riscontrato gli effetti negativi. Il 77%, però, riconosce che l’uso dei device ha compensato la mancanza di relazioni aiutando i figli ad affrontare la chiusura forzata e mantenere così delle relazioni sociali. Ma in futuro riusciremo a rinunciare un po’ di più allo smartphone per tornare all’antico?

La campagna del Moige

Intanto, domani 30 marzo 2022 presso il Liceo Scientifico Oriani di Ravenna si inaugura il web tour del progetto “Comunità in rete contro i cyber risk”, promosso dal MOIGE – Movimento Italiano Genitori con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il progetto del MOIGE: la campagna coinvolgerà 400 scuole primarie e secondarie di I e II grado sul territorio italiano, 100.000 studenti, 2.000 Giovani Ambasciatori, 400 docenti formati tramite piattaforma online e incontri a scuola e 200.000 genitori degli studenti informati attraverso il materiale didattico dedicato, con l’obiettivo di diffondere una cultura digitale soffermandosi sull’importanza di un corretto utilizzo dei social, della rete oltre che sui rischi connessi ad un uso improprio delle nuove tecnologie e promuovere tra i minori una maggiore consapevolezza dei cyber risk. Inoltre si vuole supportare i ragazzi nell’acquisizione di competenze per una gestione costruttiva dei conflitti interpersonali, fornire alle famiglie una formazione digitale consapevole per fronteggiare i pericoli della rete con più consapevolezza e responsabilità, contrastare il fenomeno delle fake newsdivulgando gli strumenti per l’individuazione delle corrette fonti informative e informare l’opinione pubblica per contrastare la trasmissione, anche involontaria, di comportamenti devianti ai minori.

400 scuole coinvolte

I 400 plessi scolastici riceveranno kit didattici e formazione su spazio web con contenuti redatti dalla task di psicologi e pedagogisti esperti del Moige. Attivo anche un numero whatsapp 393 300 90 90 ed un numero verde 800 93 70 70. Gli studenti saranno protagonisti in prima linea per promuovere l’uso corretto del web. Il docente referente del progetto sceglierà 5 o più allievi che, dopo essersi formati sulla piattaforma diventeranno “Giovani Ambasciatori” per trasmettere le loro conoscenze ai loro coetanei attraverso lapeer to peer education. Ad integrare l’offerta, a disposizione delle scuole anche il Centro mobile digitale, una piattaforma con contenuti realizzati dagli esperti del settore che possono essere attivi e raggiungibili in qualsiasi momento. 

Anche i Comuni prenderanno parte all’iniziativa tramite la creazione di uno sportello territoriale per integrare i servizi di supporto e welfare nelle scuole integrando la presenza di figure specializzate a fronteggiare tempestivamente fenomeni di bullismo e cyberbullismo.

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