La pandemia da Covid-19 prima, la crisi degli approvvigionamenti poi e l’attuale conflitto in Ucraina con i conseguenti rialzi dei prezzi delle materie prime e soprattutto delle fonti energetiche, stanno mettendo a dura prova diverse industrie strategiche per i Paesi europei, tra cui certamente quella dell’auto, che da sola rappresenta il 10% del PIL dell’Unione.
Secondo elaborazioni Unrae (Book 2021), nel 2021 il mercato dell’automobile in Italia ha registrato perdite di fatturato per 6,3 miliardi di euro rispetto al 2019.
Grazie agli incentivi all’acquisto con l’ecobonus auto il settore ha comunque prodotto un aumento di fatturato a 36,3 miliardi di euro, ma rimanendo al di sotto del dato del 2019, che ha toccato i 42,6 miliardi di euro.
Questo stato di cose ha determinato un gettito IVA pari a 6,6 miliardi di euro, comunque oltre un miliardo in meno rispetto a quanto incassato dall’erario nel 2019 (7,7 miliardi di euro).
Il parco auto circolante nel nostro Paese è inoltre tra i più vecchi d’Europa, con un’età media che è passata da 7,9 anni del 2009 agli attuali 11,8 anni.
Circa il 26% delle auto circolanti è precedente a Euro 4, quindi un veicolo su quattro ha un’età media superiore ai 15 anni.
Nel contempo sono certamente aumentate le auto elettriche in circolazione, che oggi rappresentano una quota del 9,7% sul totale. Un buon risultato, ma sempre al di sotto della media dei principali Paesi di riferimento, Germania, Francia, Regno Unito e Spagna, che è del 20%.
“Sulle prospettive 2022 del comparto automotive pesano gli impatti negativi delle tensioni geopolitiche e del conflitto in Ucraina, oltre alle criticità legate alla disponibilità di componentistica, preesistenti ma aggravate dall’attuale situazione internazionale. Il sostegno ai vari comparti potrà arrivare dai fondi attualmente disponibili o quelli eventualmente messi a disposizione per supportare l’esigenza di rinnovo di uno dei parchi circolanti tra i più vecchi d’Europa”, si legge nel commento al Book 2021.