Italia
Per
Vorrei provare a fornire un punto di vista alternativo, ma complementare a quello espresso nei giorni scorsi in corso di campagna Donne e TV dalle mie esimie colleghe, sull’essere donna oggi.
Lo faccio in virtù di un’analisi anche di carattere introspettivo e riflettendo su ciò che emerge relativamente al tema “visibilità mediatica femminile” e non certamente “al femminile…”
Che le donne siano mediamente più belle degli uomini, generalmente parlando, credo sia un fatto condivisibile e oggettivo. E’ scientificamente provato (!?!?) proprio perché le donne arrivano da Venere J.
Scherzi a parte, che la bellezza femminile e il concetto di estetica, seppur oggi entrambi totalmente stereotipati, siano stati un elemento positivo del genere umano è un fatto da tenere in considerazione, da non sottovalutare e sminuire. Vero è che, purtroppo, talvolta il concetto di estetica femminile è talmente estremizzato al punto da sfiorare il paradosso di una rappresentazione grottesca di ciò che è realmente bello.
Dunque, ciò che, ultimamente, emerge delle donne è, quasi sempre ed unicamente questo aspetto, che pur essendo gratificante perché, come dire “….è bello tutto ciò che è bello…”, spesso risulta talmente preponderante e prioritario fino a diventare insopportabile.
Nella società odierna, tutto deve essere per forza “cool“, “hot“, “super“, “wonder“, “provocative“, veloce e facile da consumare, e così di quello che le donne effettivamente rappresentano sin dalla “notte dei tempi” non restano che le briciole. Non si riesce più nemmeno a fare leva sulla memoria storica, anzi ancestrale, legata alle peculiarità dell’universo femminile e di tutto quello che ne consegue da sempre, a partire dal concetto di maternità, che è il sostanziale fattore differenziante che pone il genere femminile inevitabilmente su un piano non dico di superiorità, perché probabilmente scatenerei le ire dell'”altra metà del cielo“, ma certamente di diversità e di maggiore poliedricità.
Eppure le donne oggi si pongono, e nella gran parte dei casi accettano di buon grado, un giudizio solo un piano estetico e che non tiene più conto della meravigliosa “profondità” dell’essere donna e della sua innata intelligenza emotiva.
E’ dunque un po’ colpa nostra, se oggi siamo unicamente così rappresentate e se questa in definitiva è la nostra immagine pubblica?
In parte io credo di si, perché la dignità di una donna andrebbe difesa anzitutto personalmente, a qualunque costo e ogni qualvolta si avverta il più lontano rischio o segnale debole di violazione della stessa.
E invece, se ci pensiamo e se siamo oneste fino in fondo, non è così.
Non ci “difendiamo” abbastanza e accettiamo con un po’ di superficialità e con un sorriso addirittura talvolta compiaciuto questa nostra rappresentazione.
Noi donne non siamo più così unite e solidali nella nostra quotidianità, come dovremmo essere, anzi spesso ci mettiamo in competizione, non tanto con gli uomini, ma l’una con l’altra senza tenere conto che questo è il primo passo verso una “apertura di credito” rispetto all’uso improprio e riduttivo che viene fatto del nostro essere da parte degli uomini se non talvolta da parte di noi stesse.
Penso allora a
Quindi mi auguro che l’appello di
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