Editoria: maggioranza e opposizione trovano l’accordo. Emendamenti bipartisan per evitare lo stop al finanziamento dei giornali di partito

di Raffaella Natale |

Italia


L'Unità - Concita De Gregorio

Iniziativa bipartisan per evitare lo stop al finanziamento dei quotidiani di partito. Maggioranza e opposizione hanno presentato alcuni emendamenti al Decreto Milleproroghe per consentire alle testate giornalistiche, alle cooperative non profit e a quelle di partito di continuare a percepire i contributi statali. Tutti chiedono di sospendere per uno o due anni il blocco dei finanziamenti, che deriva dalla cancellazione nella finanziaria del diritto soggettivo delle testate cooperative e di partito a percepire i fondi pubblici. Gli emendamenti in questione, sostanzialmente identici, sono stati presentati dal centrodestra, (prima firma della leghista (Silvana Comaroli) e uno dal Pd (primo firmatario Paolo Baretta). L’iniziativa fa seguito a un appello bipartisan in favore dell’editoria di partito. Le firme raccolte hanno ampiamente superato quota 300 e provengono da tutti i gruppi, compresi l’Idv e Alleanza Per l’Italia, che non avevano ancora aderito.

 

Dario Franceschini, con un intervento pubblicato su ‘Europa’, difende le testate di partito e chiede di trovare una soluzione al caso finanziamenti: “Ancora oggi per capire l’Italia non si può prescindere da queste voci, dal dibattito che vi si svolge, dallo sguardo così particolare con cui si leggono i fenomeni. Per questo credo che la battaglia per garantire la loro sopravvivenza non sia solo una difesa di interessi di parte ma una questione generale. Spero che questo patrimonio di idee non finisca nel dimenticatoio”.

Il capogruppo Pd alla Camera ha spiegato che in Parlamento in 345 hanno firmato l’appello bipartisan “per sospendere per uno o due anni il blocco dei finanziamenti”, una “…misura tampone, che permetta al Parlamento anche di operare per eliminare sprechi, per selezionare (non in maniera darwiniana, ma distinguendo i casi di testate fasulle da quelle vere). Credo che un compito del genere – ha avvertito – possa assumerlo solo il Parlamento, assieme al governo per fugare ogni dubbio di parzialità. Sarebbe anche un buon segnale per dimostrare che quando si tratta di libertà d’espressione e di possibilità di circolazione delle idee si può lavorare insieme”.

 

I finanziamenti e le sovvenzioni per l’editoria verranno confermate per tutto il 2010, ha intanto assicurato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti al presidente della Camera Gianfranco Fini che a sua volta lo ha annunciato in occasione della cerimonia nella quale ha ricevuto il premio di politico dell’anno da parte del quotidiano ‘Il Riformista’.

Conferma dei finanziamenti ma anche promessa di una selezione per escludere testate che non si capisce a quale titolo debbano ricevere sovvenzioni.

Fini ha altresì reso noto di avere chiesto che la discussione della scelta delle testate sia fatta in Parlamento “perché non può certo avvenire nelle segrete stanze”.

“Il ministro Tremonti – ha detto Fini –  mi ha assicurato qualche giorno fa che per il 2010 si troverà una soluzione tampone e che non cambierà il finanziamento per l’editoria che tante testate stanno attendendo”.

Aggiungendo che Tremonti “si è rammaricato di non aver potuto inserire l’emendamento bipartisan al Decreto Milleproroghe“.

 

“Sono convinto – ha detto Fini – dell’importanza di alcune testate non per quanto vendono ma in ragione di ciò che rappresentano, per il sale che mettono nella minestra del dibattito nazionale. E’ notorio – ha continuato – che sulla questione chiesi rassicurazioni al ministro Tremonti con una telefonata. Poi ho visto, e me ne rammarico – ha detto ancora il presidente della Camera – che l’emendamento sui contributi all’editoria che era stato messo al Senato è stato cancellato. Ho chiesto di nuovo spiegazioni a Tremonti che mi ha detto quanto segue: ‘Per il 2010, anche se non ripristiniamo il diritto soggettivo, garantiremo quanto i giornali hanno avuto in passato, euro più euro meno”‘. Fini è del parere che “potranno esserci dei tagli, perché la politica del rigore non può valere solo in alcuni settori. Poi Tremonti ha aggiunto, e condivido, che è essenziale fare chiarezza su chi ha diritto a ricevere il finanziamento, perché alcune testate non hanno nulla a che vedere con le ragioni con cui lo Stato finanzia l’editoria”.

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