L’elettrificazione dei trasporti in Europa, tra grandi risultati e nuove sfide
Entro i prossimi quindici anni, se tutto va bene, dovrebbe completarsi grazie all’elettrificazione la transizione ecologica ed energetica dell’industria automobilistica e dei trasporti.
Guardando alla roadmap che si è data la Commissione europea, supportata dal meccanismo “Green Deal”, entro il 2030 tutti i Paesi dell’Unione dovranno ridurre le proprie emissioni climalteranti delle auto del 55% e dei furgoni del 50%, fino al loro azzeramento entro il 2035.
Gran parte delle case automobilistiche hanno già annunciato che inizieranno a migrare gran parte dei loro modelli auto già prima della scadenza fissata dall’Europa.
Bene anche le auto 100% a batteria, che raggiungono le 878.432 nuove immatricolazioni durante l’anno passato, con un incremento del +63% sul 2020.
Complessivamente, in Europa, il mercato dell’auto vede i motori a benzina al primo posto, con una quota del 40%, seguiti dalle auto ibride e diesel entrambe con il 19,6%, quindi le 100% a batteria, con il 9,1% di quote, seguite dalle elettriche plug-in all’8,9%.
In Italia le auto ibride elettriche raggiungono il 34,9% del mercato nazionale del mese di gennaio 2022, con più di 38 mila nuove unità.
Le auto 100% a batteria, invece, hanno registrato 3.658 nuove unità, che valgono il 3,4% del mercato nazionale nel mese, in aumento del +88% su base annua.
Sfida 1: infrastruttura di ricarica troppo frammentata
Numeri dell’elettrificazione in crescita che fanno ben sperare per il raggiungimento degli obiettivi climatici che si è data l’Europa (e quindi l’Italia), per la decarbonizzazione dei trasporti, per la tutela dell’ambiente e della salute, con una drastica riduzione di emissioni inquinanti.
Rimangono però dei punti critici, delle sfide da affrontare al più presto. La prima sono i punti ricarica, non abbastanza diffusi. Oggi l’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici è frammentata e disomogenea, concentrata solo in alcune aree, prettamente urbane, al massimo lungo alcune autostrade.
Questo determina incertezza e diffidenza da parte del consumatore, che al momento della scelta dall’auto da comprare potrebbe optare per altri mezzi a carburante tradizionale o al massimo a metano o gas.
In Europa, di fatto, secondo dati ACEA, le vendite di auto elettriche sono cresciute quattro volte più velocemente rispetto all’accumulo di punti di ricarica.
Entro il 2025, secondo i piani del Green Deal, in Europa dovrebbero essere attivati più di un milione di punti ricarica a cui si riforniranno i 13 milioni di veicoli elettrici (ma anche a basse emissioni) attesi sulle strade dell’Unione per quella data.
Sfida 2: aumentare l’autonomia delle batterie
C’è poi l’altra grande sfida da affrontare che è quella dell’autonomia delle batterie. Non solo il consumatore vuole dei punti ricarica vicino o sotto casa, ma soprattutto non vuole rimanere a piedi perché le batterie durano poco come si dice in gergo.
Mediamente, oggi, le migliori batterie in circolazione assicurano un’autonomia di circa 400/600 km calcolati su standard WLTP (Worldwide Harmonized Light Vehicles Test Procedure).
Lo standard WLTP simula condizioni di guida abbastanza realistiche e si basa su una percorrenza complessiva di 23,25 km e 4 diverse tipologia di guida, sia urbana (52%), sia extra urbana (48%).
Per quanto riguarda la velocità di ricarica, negli ultimi anni sono stati fatti molti progressi. Alcuni veicoli elettrici recenti possono essere caricati a più di 150 KW e i super caricatori sono sempre più disponibili nelle autostrade e nelle città.
Elettrificazione, il futuro è alle porte
C’è poi la soluzione Plug and Charge incorporata nelle moderne auto elettriche e stazioni di ricarica, che consente il “riconoscimento” reciproco tra auto e stazioni di ricarica e avvia la sessione di ricarica senza la necessità di avere un RFID o carte di credito.
Un primo passo verso la ricarica bidirezionale, che ritroviamo nelle soluzioni Bidirectional Power Transfer (BPT) o Vehicle to Everything (V2X), detto anche V2G (Vehicle to Grid), grazie alle quali l’auto potrà caricare dispositivi esterni o addirittura la rete.
Con la tecnologia V2X, infine, l’auto può caricare anche un’altra auto o dispositivi elettrici esterni per professionisti, fino ad alimentare la rete stessa, perché in questo la vettura è immaginata come una vera e propria fonte di energia.