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Tim, allarme sindacati: ‘No smembramento, si rischia una nuova Alitalia’

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Sindacati all’attacco dopo l’incontro con il neo Ad Pietro Labriola chiedono l’intervento attivo dello Stato per scongiurare lo smembramento e un piano industriale che può essere disastroso. Ugliarolo (Uilcom-Uil): 'No operazioni sbagliate come la privatizzazione'.

Forte preoccupazione dei sindacati all’indomani del primo incontro con il neo amministratore delegato di Tim Pietro Labriola sul nuovo piano industriale. Dopo il confronto, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno diramato un comunicato unitario dai toni gravi: troppe incognite pesano sul futuro di Tim, il piano industriale fondato sullo scorporo della rete non va giù ai sindacati, che attaccano anche l’inerzia del Governo e chiedono a gran voce un ruolo attivo dello Stato per evitare quello che definiscono “un piano industriale che può essere disastroso”. Secco no all’ipotesi di creare una “good” e una “bad company” in cui scindere la compagnia. I sindacati chiedono perché lo smembramento aziendale dovrebbe velocizzare il processo di digitalizzazione del paese. L’unico scopo, aggiungono, è “l’estrazione di valore”, ovvero la mera valorizzazione finanziaria di asset singoli.

L’allarme occupazionale è in cima all’agenda delle rappresentanze, che per il 3 febbraio hanno convocato l’attivo unitario di tutte le “RSU confederali” di Tim.

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Oggi in Cda il nuovo piano in consiglio

E’ in questo clima infuocato che oggi il neo Ad Pietro Labriola porterà in consiglio le linee guida del nuovo piano industriale, che sarà approvato il 2 marzo.

La bozza del piano prevede la separazione da un lato degli asset di rete fissa e delle attività wholesale in una NetCo, e dall’altro una società dei servizi ServiceCo, entrambe caricate di una quota di dipendenti e di debito.

Un’operazione propedeutica e funzionale all’integrazione della NetCo con gli asset di rete di Open Fiber, controllata da Cdp al 60%, che detiene anche il 10% in Tim.

Ugliarolo (Uilcom-Uil): ‘No operazioni sbagliate come la privatizzazione’

E’ stato un incontro interlocutorio dove di fatto abbiamo rappresentano la nostra contrarietà ad operazioni di scorporo. Se da un lato abbiamo apprezzato la volontà da parte del nuovo AD a continuare nel percorso del confronto – con in capo un rapporto che valorizzi le relazioni industriali dall’altro lato l’incontro non ha portato ad avanzamenti sul piano della conoscenza di quale futuro avrà questo gruppo”, ha detto il segretario generale della Uilcom Uil Salvo Ugliarolo.
“Ci auguriamo che il confronto tra le parti riuscirà a portare a percorsi e progetti condivisi. Tim resta un’azienda strategica per il Paese e non possiamo assistere ad operazioni sbagliate come già avvenuto con la privatizzazione”.

Per i sindacati rischio nuova Alitalia

“Non riteniamo sia esagerato paventare un finale molto simile a quello che ha coinvolto Alitalia. Un gruppo industriale che oggi occupa circa 43.000 lavoratrici e lavoratori, in una operazione di spezzatino, inevitabilmente andrebbe a causare migliaia di esuberi che il Paese non può permettersi, e che noi con forza intendiamo scongiurare. La nostra posizione non è contraria a logiche di mercato che favoriscano una concorrenza leale sulla qualità dei servizi erogati alla cittadinanza, ma qualunque scelta va fatta scongiurando drammi occupazionali, e la definitiva uscita dello Stato da un settore strategico sia sul piano nazionale che su quello continentale, tutto questo nell’interesse primario dello sviluppo tecnologico e sociale del nostro Paese”. E’ l’allarme dei sindacati che dopo il primo incontro con il nuovo ad di Tim Pietro Labriola “non ha sciolto alcuno di questi forti dubbi”, sul riassetto delle tlc in Italia e sulla divisione di Tim.

Manca una linea decisa sullo scorporo

“Fino al 2 marzo, data di presentazione del nuovo piano di impresa, si lavora su diversi contesti. Ad oggi, non è stata decisa alcuna strada precisa, a partire da quella dello scorporo. Ipotesi oggetto naturalmente di studi approfonditi nei termini di analisi dei pro e dei contro ma non ancora stabiliti” riassumono in un comunicato le Segreterie di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. Il Governo “deve uscire definitivamente da quel cono d’ombra nel quale si è nascosto sul tema della rete di nuova generazione” sollecitano i sindacati e chiedono un confronto a “ritmi serrati”. “Lavoreremo a difesa della unicità dell’azienda, dei livelli occupazionali e del futuro industriale per la risoluzione della debolezza della governance attraverso un ruolo attivo delle istituzioni e contro ogni ipotesi che preveda “Good” e “Bad” company”.

Primo confronto con il nuovo AD non ha sciolto i dubbi

“Il primo incontro con il nuovo AD di Tim non ha sciolto alcuno di questi forti dubbi. Fino al 2 marzo, data di presentazione del nuovo piano di impresa, si lavora su diversi contesti – si legge nella nota – Ad oggi, non è stata decisa alcuna strada precisa, a partire da quella dello scorporo. Ipotesi oggetto naturalmente di studi approfonditi nei termini di analisi dei pro e dei contro ma non ancora stabiliti. Non riteniamo sia esagerato paventare un finale molto simile a quello che ha coinvolto Alitalia. Un gruppo industriale che oggi occupa circa 43.000 lavoratrici e lavoratori, in una operazione di spezzatino, inevitabilmente andrebbe a causare migliaia di esuberi che il Paese non può permettersi, e che noi con forza intendiamo scongiurare. La nostra posizione non è contraria a logiche di mercato che favoriscano una concorrenza leale sulla qualità dei servizi erogati alla cittadinanza, ma qualunque scelta va fatta scongiurando drammi occupazionali, e la definitiva uscita dello Stato da un settore strategico sia sul piano nazionale che su quello continentale, tutto questo nell’interesse primario dello sviluppo tecnologico e sociale del nostro Paese”.

Forti dubbi dei sindacati su piano di smembramento

“Oggi Tim sembra apprestarsi a gettare le basi per lo smembramento dell’azienda ma, nei fatti, nessuno è in grado di spiegare come e perché ciò dovrebbe velocizzare la digitalizzazione del Paese”, aggiunge la nota congiunta di Slc-Cgil, UilCom-Uil, Fistel Cisl.

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