Per la rubrica Avatar di Democrazia futura Carlo Rognoni ci offre alcuni Consigli di lettura nel pezzo dedicato alla nuova era del “Novacene. Alla conquista prossima ventura del mondo parallelo della cibernetica. Dal mondo subatomico della fisica novecentesca al metaverso di Mark Zuckerberg”. Con Novacene. L’età dell’iperintelligenza “scritto a 99 anni dal grande James Lovelock l’inventore di Gaia, storia della vita che da quando è apparsa ha agito in modo da modificare il proprio ambiente, cioè la Terra […] l’autore “si riferisce alla nuova epoca geologica in cui stiamo entrando, dopo l’Antropocene. Sarà un’epoca caratterizzata dalla presenza di esseri elettronici intelligenti, i “cyborg”. E noi poveri essere umani che veniamo dalle scimmie che fine faremo? I suoi cyborg saranno prodotti dalla selezione darwiniana ed è questo che li accomunerà alla vita organica”.
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Quando abbiamo smesso di capire il mondo: è il titolo di un libro scritto dallo scrittore cileno BenjamÍn Labatut, pubblicato da Adelphi[1], ma è soprattutto una sfida ad alcuni Grandi Vecchi (James Lovelock, Henry Kissinger eccetera), a tante giovanette e ad alcuni giovanotti, da Greta Thumberg a Mark Zuckerberg.
Labatut, fra i tanti temi che affronta, si riferisce al fisico del Novecento Werner Karl Heisenberg che durante una convalescenza a Helgoland studia il mondo subatomico, parla di elettroni che non sono né onde né particelle, “smette di capire il mondo come lo si è capito fino a quel momento e si avventura verso una forma di comprensione assolutamente nuova”.
Non è forse quello che sta cercando di fare l’inventore di Facebook?
Con una mentalità non da fisico ma da businessman si è inventato un mondo parallelo, che chiama “Metaverse”- l’universo oltre – e punta alla conquista dello spazio virtuale.
I maligni sostengono che Mark si è inventato un nuovo mondo dove giocare, comprare beni virtuali, collezionare arte virtuale, trascorre il tempo libero con i sosia virtuali (gli avatar), per far dimenticare le recenti pesanti accuse a Facebook (un social con quasi tre miliardi di adepti che non impedisce la diffusione di odio, fake news, ideologie violente). Può anche essere così. Ma non dimentichiamo quello che ha scritto sul New York Times l’esperta di tecnologie Shira Ovide: “Nell’indovinare il futuro Zuckerberg ha già avuto ragione una volta”.
Quanto ai Grandi Vecchi uno in particolare, James Lovelock, ha molto da insegnarci e più recentemente ho trovato sorprendenti e molto avanti rispetto ai tempi, tre signori – Henry Kissinger, Eric Schimidt per anni a capo di Google, e Daniel Huttenlocker che ha lavorato per MIT e per la Xerox – che insieme hanno affrontato la sfida di raccontare l’intelligenza artificiale (IA) in un libro intitolato “The Age of IA and Our Human Future”, ovvero l’Età dell’intelligenza artificiale con in aggiunta qualcosa che la dice lunga sull’obiettivo che vogliono raccontarci: “e il nostro futuro di esseri umani”[2].
Ma il testo che mi ha conquistato e che dovrebbe essere diffuso in tutte le scuole è Novacene, l’età della superintelligenza scritto a 99 anni dal grande James Lovelock[3], l’inventore di Gaia, storia della vita che da quando è apparsa ha agito in modo da modificare il proprio ambiente, cioè la Terra.
Con Novacene James Lovelock si riferisce alla nuova epoca geologica in cui stiamo entrando, dopo l’Antropocene. Sarà un’epoca caratterizzata dalla presenza di esseri elettronici intelligenti, i “cyborg”. E noi poveri essere umani che veniamo dalle scimmie che fine faremo? I suoi cyborg saranno prodotti dalla selezione darwiniana ed è questo che li accomunerà alla vita organica.
“Si tratterà dell’unico particolare che condivideremo con i cyborg: potremo anche essere i loro genitori ma loro non saranno i nostri figli”.
Ecco uno degli aspetti più convincenti fra le idee di Lovelock:
“Se la vita e la conoscenza sono destinate a diventare completamente elettroniche, ebbene sia: noi abbiamo fatto la nostra parte; attori nuovi e più giovani stanno giù salendo sul palcoscenico”.
C’è un capitolo in Novacene che dovrebbe aver convinto gli organizzatori di Cop26 a Glasgow a invitare Lovelock. E Greta insieme alle sue amiche e a tutti gli altri “guerrieri per l’emergenza climatica” dovrebbero leggere e diffondere.
“Avevo pensato che il riscaldamento globale causato dalle emissioni di diossido di carbonio si sarebbe presto rivelato catastrofico per gli esseri umani e Gaia ci avrebbe lasciati perdere, come se fossimo una qualunque specie fastidiosa e distruttiva”.
Ma poi aggiunge:
“Ora credo che dovremmo fare tutto ciò che possiamo per raffreddare il pianeta. Non esagero se dico che la più grande minaccia per la vita sulla Terra è il calore eccessivo”.
La diciottenne Greta ha sicuramente tanti meriti e fa bene a inondare di “bla, bla, bla” vecchi politici che pensano più alla crescita, allo sviluppo dell’economia, che al benessere del pianeta dove viviamo, dimenticando che la Terra potrebbe anche sopravvivere alla crisi climatica, non così gli esseri umani.
Non possiamo più permetterci di non capire il mondo.
[1]BenjamÍn Lavatut, Un verdor terrible, Madrid Editorial Anagrama. 212 p. Traduzione italiana di Lisa Topi: Quando abbiamo smesso di capire il mondo, Milano, Adelphi, 2020
[2] Henry A Kissinger, Eric Schmidt, Daniel Huttenlocher, The Age on AI: and Our Human Future, Boston (Massachussetss), Little, Brown & Company, 2021, 272 p.
[3] James Lovelock, Bryan Appleyard, Novacene.The Coming Age of Hyperintelligence London, Allen Lane, 2019, 160 p. Traduzione italiana di Allegra Panini: Novacene. L’Età dell’iperintelligenza, Milano, Bollati Boringhieri, 2020, 218 p.