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Europol, il garante privacy europeo ordina di cancellare i dati archiviati illegalmente

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La decisione del Garante privacy europeo sulla conservazione illecita di Europol dei dati di persone senza alcun collegamento con un'attività criminale.

“L’Europol sta svolgendo compiti di sorveglianza di massa, ricalcando i passi della National Security Agency (NSA)”, l’agenzia USA che spiava e schedava illegalmente nel mondo anche i cittadini innocenti. È questa la grave accusa all’agenzia di polizia europea che si legge nell’inchiesta giornalistica realizzata dal quotidiano italiano Domani in collaborazione con il Guardian (Regno Unito), lo Spiegel (Germania), Mediapart (Francia) e News24/7 (Grecia).

L’accusa

Oggi il Garante privacy europeo ha ordinato all’Europol di cancellare i dati di persone senza un chiaro collegamento con un’attività criminale, archiviati in modo illecito da più di 6 mesi all’interno di un database di circa 4 petabyte di dati, raccolti negli ultimi 6 anni con le attività di polizia degli Stati membri e poi trasferiti all’Europol. E l’agenzia di polizia europea non potrà più conservare questi dati, anche in futuro, per più di 6 mesi se riguardano persone che non hanno un collegamento accertato con l’attività criminale.

A scoperchiare questo vaso di Pandora è stato l’attivista olandese Frank van der Linde. Per caso, ha scoperto che la polizia olandese e l’antiterrorismo del suo Paese hanno iniziato ad indagare su di lui nel 2014 e i suoi dati sono stati inseriti in una lista di terroristi e sospetti terroristi poi condivisa anche con l’Interpol e l’Europol. Quando l’attivista ha chiesto spiegazioni all’agenzia di polizia europea, ha ricevuto un secco no ad accedere a qualsiasi informazione. Così van der Linde si è rivolto al Garante privacy europeo, che ha aperto un’indagine nell’aprile del 2019.

L’ordinanza del Garante privacy europeo: “Dopo 6 mesi cancellare dati di persone innocenti”

Non c’era altro modo di risolvere il problema”, ha detto al quotidiano Domani il Garante europeo Wojciech Wiewiórowski “dovevamo adottare una decisione di cancellare tutti quei dati trattenuti da più di sei mesi”.

“Un periodo di 6 mesi per la preanalisi e il filtraggio di grandi set di dati dovrebbe consentire a Europol di soddisfare le richieste operative degli Stati membri dell’UE che si affidano a Europol per il supporto tecnico e analitico, riducendo al minimo i rischi per i diritti e le libertà delle persone. Inoltre, comprendendo le esigenze operative di Europol e la quantità di dati raccolti finora, ho deciso di concedere a Europol un periodo di 12 mesi per garantire il rispetto della decisione per i set di dati già in possesso di Europol“, ha dichiarato oggi il garante privacy europeo.

È una giornata importante. Con la decisione del garante privacy europeo i cittadini innocenti, finiti nel database dell’Europol, non saranno più ‘marchiati’, ingiustamente, per anni all’attività criminale, con inevitabili danni alla loro vita privata e professionale.

La vincenda è scoppiata mentre l’Unione europea sta modificando il regolamento dell’Europol nella parte in cui disciplina la cooperazione dell’Autorità di law enforcement con le parti private, nonché il trattamento dei dati personali a sostegno di indagini penali e il ruolo di Europol in materia di ricerca e innovazione.

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