Con l’incidenza dei contagi in continua crescita causati, soprattutto, dalla variante Omicron di SARS-CoV-2, i lavoratori nel pubblico e nel privato, insieme ai sindacati, invocano l’uso più esteso possibile dello smart working a livello nazionale. Una risposta a questa richiesta sarà data oggi dal consiglio dei ministri convocato per decidere nuove misure anti Covid.
Smart working nel settore privato, la procedura è semplificata
“Nel settore privato l’idea è di permettere lo smart working fino al 100%”, scrive Repubblica, ovviamente per i lavori che consentono la modalità agile e questo strumento è già usato da moltissime aziende. Sempre nel privato è stata prorogata la procedura semplificata per l’accesso al lavoro agile, che non prevede di allegare alcun accordo con il lavoratore e che si basa esclusivamente sulla modulistica (un template per comunicare l’elenco dei lavoratori coinvolti) e sull’applicativo informatico resi disponibili dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Vedremo il governo se e cos’altro deciderà per i lavoratori di questo settore.
Smart working nella Pa, il pugno duro di Brunetta: “Al massimo il 49% del personale di ogni amministrazione”
Per quanto riguarda, invece, per la Pubblica amministrazione il ministro Renato Brunetta sta ripetendo da giorni il no al lavoro agile per tutti. “Il lavoro agile di massa non è più giustificato”, ha fatto filtrare Brunetta nella nota del ministero della Funzione pubblica, “e ci sono tutti gli strumenti, comprensivi di diritti e di tutele per i lavoratori e per gli utenti dei servizi pubblici, che garantiscono ampia flessibilità organizzativa alle singole amministrazioni”. La linea del ministro è questa: “nella Pa è già prevista la possibilità dello smart working con rotazione del personale e ampia flessibilità”.
Infatti, sulla base delle linee guida recentemente approvate con il consenso di tutti (sindacati, Governo, amministrazioni centrali e locali), è possibile decidere la rotazione del personale consentendo il lavoro agile anche fino al 49% sulla base di una programmazione mensile, o più lunga. Al momento, si ipotizza la necessità di una nuova circolare del ministero per spiegare la possibilità di usufruire fino al 49% dei lavoratori in smart working per ogni amministrazione pubblica.
Pa, due terzi dei 3,2 milioni di dipendenti tenuti a lavorare in presenza
Ricordiamo, conclude il ministero della Funzione pubblica, che la maggior parte dei dipendenti pubblici (gli addetti della scuola, della sanità e delle forze dell’ordine, che rappresentano circa i due terzi dei 3,2 milioni totali) sono soggetti all’obbligo di vaccino e, in larghissima maggioranza, sono tenuti alla presenza.