Come i lettori storici di “Key4biz” ricorderanno, abbiamo affrontato più volte – nel corso degli anni – quel che continua ad essere un emblematico caso di gestione dell’economia della cultura italiana che riteniamo assai sintomatico, per il perdurante deficit di trasparenza e per il perdurante eccesso di discrezionalità: si tratta dei cosiddetti “progetti speciali” previsti dalla “Legge Cinema e Audiovisivo” (la n. 220 del 2016, cosiddetta “legge Franceschini” dal nome del Ministro che fortemente l’ha voluto), ovvero iniziative che si caratterizzano (si dovrebbero caratterizzare…) per particolari originali capacità di innovare e sperimentare, andando oltre i cosiddetti “fondi ordinari” di sostegno al settore cinematografico ed audiovisivo.
Storicamente, questi danari sono stati considerati una sorta di “portafoglio particolare” del Ministro in carica, soprattutto per quanto riguarda la Direzione Cinema e Audiovisivo (Dgca).
Il Ministro Dario Franceschini ha deciso di scardinare, almeno sulla carta, le vetuste procedure, che peccavano per un assoluto deficit di trasparenza e per assoluta discrezionalità autocratica del principe: i fondi, in effetti, fino ad un paio di anni fa, venivano assegnati nel mistero più assoluto, senza procedure di avviso pubblico.
Come dire?! Qualcuno inviava informalmente una proposta di “progetto speciale” al Ministro pro tempore, questi l’apprezzava (o la bocciava) e poi usciva fuori un decreto ministeriale con l’elenco dei progetti, il proponente beneficato, la cifra della sovvenzione assegnata. E nemmeno due righe di descrizione delle attività previste. Punto. Chi c’è, c’è. Chi non c’è, non c’è.
E naturalmente sorgeva una qualche perplessità su simili talvolta totali assenze di visibilità di iniziative talvolta anche assai bene sostenute: per una ricostruzione storica della questione, vedi “Key4biz” del 23 aprile 2019, “Teoria e tecnica dei Progetti Speciali del Mibac, 13 milioni di euro tra teatro e cinema”, e, per un ulteriore approfondimento, si rimanda al nostro “Dossier ‘Progetti Speciali’ del Ministero della Cultura: 13 milioni di euro, tra teatro e cinema e altre arti. Iniziative nella discrezionalità del Ministro ‘pro tempore’”, su “Articolo21” del 3 maggio 2019.
Dapprima la Direzione Generale Spettacolo dal Vivo (poi divenuta semplicemente Direzione Spettacolo) e poi la Direzione Cinema e Audiovisivo hanno assecondato la decisione del Ministro di “liberarsi” di questo “portafoglio particolare”, suscettibile – al di là del deficit totale di trasparenza – di critiche da più fronti.
Quindi, di fatto, sui decreti di assegnazione dei fondi per i “progetti speciali”… la firma del Ministro non c’è più.
C’è invece quella del Direttore Generale competente.
Chi è il vero decisore finale, nella selezione dei “Progetti Speciali”?!
Ma la vera decisione da chi viene assunta, al di là dell’aspetto formale?!
Va comunque segnalato che l’articolo 5, comma 3, del Decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo 31 luglio 2017, n. 341, prevede che, ai sensi dell’articolo 27, comma 4, della legge n. 220 del 2016: “su iniziativa del Ministro, possono essere sostenuti finanziariamente progetti speciali a carattere annuale o triennale”.
Il concetto “su iniziativa del Ministro” è un po’ ambiguo: allora si tratta di iniziative selezionate dal Ministro soltanto, come è avvenuto per decenni?! No, Franceschini ha giustamente deciso di introdurre un meccanismo meno discrezionale. O comunque di introdurre un filtro amministrativo (uno schermo protettivo, forse?!).
Il 1° avviso del “nuovo corso” dei “Progetti Speciali” pubblicato l’8 ottobre 2020, i risultati il 23 febbraio 2021: 35 progetti approvati
Il primo avviso caratterizzato dalla nuova procedura veniva pubblicato l’8 ottobre del 2020 sul sito web della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo.
A fronte del nostro positivo stupore (da cittadini, da giornalisti, da organizzatori culturali), domandavamo al Direttore Generale Nicola Borrelli: “caro Direttore, confermi che quel che sto per scrivere in un articolo giornalistico, ovvero che l’avviso pubblico che hai firmato l’8 ottobre scorso è il 1° caso, nella storia degli interventi pubblici a favore della cultura, di “bando pubblico” per i mitici “progetti speciali”, per quanto riguarda il cinema?! Eccellente iniziativa. Era ora! Fammi sapere”.
Il Direttore Generale ci rispondeva “confermo”.
La Commissione di Selezione nominata discrezionalmente dal Direttore Generale: sano filtro amministrativo o prudente schermo protettivo del Ministro?
Il bando si caratterizzava per una procedura discretamente complessa che affidava (affida) la valutazione delle proposte di “progetto speciale” ad una Commissione di selezione, formata da 5 esperti nominati dallo stesso Direttore Generale.
Esperti nominati, a loro volta, a seguito di un bando? No.
Esperti nominati sulla base di precisi pre-requisiti professionali ed esperienziali predefiniti? No.
Un decreto (questo sì a firma del Ministro) del 31 luglio 2017 (n. 341), poi modificato da un successivo decreto ministeriale del 10 agosto 2020, dispone che i progetti speciali “sono selezionati dalla Dg Cinema e Audiovisivo, previa pubblicazione di uno o più avvisi, avvalendosi di un’apposita commissione di valutazione composta da cinque esperti di comprovata qualificazione e professionalità, nominata con decreto del Direttore generale Cinema e Audiovisivo”.
L’11 novembre 2020, il Direttore Generale Nicola Borrelli nomina i 5 esperti: Chiara Fortuna, Enrico Magrelli, Antonella Masi, Gianfranco Rinaldi, Armando Trotta. Vengono anche pubblicati i curricula professionali dei 5 eletti, che possono tutti vantare percorsi qualificati.
Si segnala “en passant” che i membri della Commissione incredibilmente non percepiscono compensi di sorta, e questa è una dinamica che andrebbe corretta: il loro lavoro è impegnativo, delicato, talvolta stressante.
Perché i commissari settori non debbono essere remunerati per la loro professionalità e la loro indipendenza?!
Il 23 febbraio 2021 sul sito web della Dgca del Ministero veniva pubblicato il decreto direttoriale a firma Nicola Borelli (datato 18 febbraio 2021), e ne scrivevamo con dovizia di dettagli su queste colonne, sempre nell’economia della rubrica “ilprincipenudo”: vedi “Key4biz” del 24 febbraio 2021, “Cinema, il Mibact assegna 4 milioni di euro ai “progetti speciali”.
Dopo la selezione, le proposte vengono portate a conoscenza del Ministro.
In verità, da una lettura attenta del decreto direttoriale con i risultati del bando, non si capisce se il Ministro ha recepito (in toto?) le proposte della Commissione, oppure se è intervenuto con qualche (legittima, in base ad una certa interpretazione della legge vigente) sua valutazione discrezionale…
Ma chi è in fondo realmente il decisore finale? La Commissione, il Direttore Generale, il Ministro?!
Si legge infatti, nel linguaggio burocratico italico: “vista la nota del 18 gennaio 2021, con la quale la Commissione ha trasmesso alla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo la graduatoria completa dei progetti con la determinazione del contributo” (…); “vista la nota del 29 gennaio 2021, con la quale il Direttore Generale ha trasmesso al Ministro l’esito della valutazione della Commissione” (…); “vista la nota del 17 febbraio 2021, con la quale la Commissione ha trasmesso i verbali di seduta del 18 novembre 2020, del 26 novembre 2020, del 10 dicembre 2020 e del 13 gennaio 2021” (…); ed infine “vista la nota dell’11 novembre 2019 con la quale il Ministro dispone che l’assegnazione dei contributi speciali avvenga con decreto del Direttore Generale”…
Insomma, il Ministro ha rispettato alla lettera le decisioni della Commissioni o è in qualche modo intervenuto?! E come, semmai?! Insomma, è pervenuto feedback dal Ministro, dopo che il Direttore Generale gli ha trasmesso gli atti della Commissione? O si è trattato di una semplice “presa d’atto”?
Non è dato sapere.
Per saperne di più, si dovrebbe procedere con una istanza di accesso agli atti…
Ancora una volta, trasparenza a metà. E il Ministro Franceschini, dopo 9 mesi, non risponde all’interrogazione parlamentare (“urgente”) della Senatrice Binetti
Nel nostro articolo del 23 febbraio 2021, scrivevamo di “trasparenza a metà”: viene indicato, nella graduatoria, il nome del vincitore o dell’escluso (“denominazione soggetto richiedente”), la sede (il Comune ove è la “sede legale”), ed il “titolo” della proposta di progetto speciale, e quindi il “contributo assegnato”.
Come avviene quasi sempre – ma non sempre (grazie agli dèi!) – nei bandi della Pubblica Amministrazione italiana, non viene proposta una sintesi del progetto, o almeno l’indicazione di alcune tassonomie che possano aiutare il cittadino curioso (o gli altri proponenti che abbiano vinto un contributo “ics”, o che siano stati esclusi) a capire di… “cosa” diavolo si tratti: di un film, di un convegno, di un seminario, di un laboratorio, di un libro, di una mostra?!
E continuavamo: di una buona parte dei 35 progetti approvati col decreto direttoriale del 18 febbraio 2021, insomma, si sa poco o nulla. Ci si deve armare di fantasia.
Il 2 marzo 2021, a distanza di un paio di settimane dalla pubblicazione dei risultati del primo bando “progetti speciali” della Direzione Cinema e Audiovisivo, la senatrice Paola Binetti (Udc) ha presentato un atto di sindacato ispettivo, “con carattere d’urgenza” (Atto n. 3 – 02300, pubblicato nella seduta n. 301 del 2 marzo 2021).
La notizia veniva rilanciata soltanto dall’agenzia stampa AgCult, specializzata nelle politiche culturali (diretta da Ottorino De Sossi), il 4 marzo 2021, ed ignorata dai media “mainstream”.
“Nella graduatoria pubblicata in allegato al decreto direttoriale in data 18 febbraio 2021, vengono proposti dati essenziali in relazione ai progetti presentati, con indicazione del nome del proponente, il titolo dell’iniziativa proposta, il contributo assegnato, e un punteggio secondo sette parametri ed un punteggio totale. Manca però una descrizione, sia pure molto sintetica, delle iniziative, e nella quasi totalità dei casi non è possibile conoscere la tipologia dell’iniziativa proposta”, scriveva Binetti dell’interrogazione indirizzata al ministro della Cultura, Dario Franceschini.
Scrivevamo su queste colonne (vedi “Key4biz” del 4 marzo 2021: “ItsArt, Franceschini risponde a Barachini. Binetti chiede trasparenza su sovvenzioni alla Cultura”: si tratta di una richiesta… eterodossa eccentrica coraggiosa, allorquando prevale in Italia una sorta di processo di “ritenzione” della P. A.: la critica che Binetti manifesta verso il “progetti speciali” del Mic può essere estesa a quasi tutti i bandi delle Pubbliche Amministrazioni italiane, e riguarda tutti i dicasteri italiani.
Prevale opacità, talvolta – veramente – il mistero!
Tanta retorica sulla trasparenza, in Italia (meglio ancora se in “salsa digitale”), che si scontra però con una fattualità deficitaria, con informazioni che sono quasi sempre parziali, ridotte all’osso, impedendo un minimo controllo civico sulla gestione della “res publica”.
Paola Binetti chiedeva quindi al titolare del Collegio Romano “maggiore comprensibilità e maggiore trasparenza alla procedura che assegna risorse pubbliche ai ‘progetti speciali’, così come, più in generale, alle procedure di sovvenzionamento ministeriale di tutti gli interventi di sostegno a favore delle attività culturali”.
E domanda (impertinente domanda!) quale sia “il criterio strategico che il ministro adotta nell’identificare i ‘progetti speciali’ da sostenere, premesso che la Commissione di selezione trasmette al Direttore Generale le proprie valutazioni e questi le inoltra al Ministro per la sua approvazione”.
Approvazione finale o mera presa d’atto?!
Alcuni sostengono che nel processo decisionale intervengono – non formalmente – altri “decision maker” che influenzano il processo: la Sottosegretaria (la leghista Lucia Borgonzoni), il Segretario Generale del Ministero (Salvo Nastasi, il n° 2 del Mic, dopo il Ministro), il Capo di Gabinetto (Lorenzo Casini), ma si tratta di pura ipotesi interpretativa.
Va segnalato che, a distanza di oltre 9 mesi (nove) dalla presentazione dell’atto di sindacato ispettivo, la domanda della senatrice Binetti resta senza risposta: nonostante la dichiarazione di urgenza, in questo lasso di tempo il Ministro Dario Franceschini non ha evidentemente avuto chance di dedicare attenzione alla senatrice…
Nel giugno 2021, il 2° bando “Progetti Speciali” Cinema e Audiovisivo del Mic; a metà dicembre, i 46 progetti approvati
Nel giugno del 2021, la Direzione Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura pubblica il 2° bando “Progetti Speciali”, relativo ai fondi dell’anno 2021: l’avviso che viene pubblicato l’11 giugno 2021 (sostanzialmente identico al precedente, fatta salva l’esclusione di progetti afferenti al settore della ricerca) prevede una scadenza per la presentazione al 12 luglio 2021, poi il termine di scadenza viene spostato al 26 luglio 2021, e infine, in data 22 luglio, viene pubblicato un “avviso urgente” che proroga per una terza volta, questa volta “improrogabilmente” (!) al 30 luglio 2021.
Il 2 agosto 2021, viene pubblicato il decreto di nomina della Commissione di valutazione delle istanze: i membri sono gli stessi del bando precedente (anno 2020), con 1 eccezione soltanto, ovvero Marcello Foti (per decenni Direttore Generale del Centro Sperimentale di Cinematografia – Csc) che va a sostituire il critico cinematografico Enrico Magrelli.
Da allora, silenzio stampa, per oltre 4 mesi, fino al 13 dicembre 2021 (ieri lunedì), allorquando sul sito web della Direzione Cinema e Audiovisivo viene pubblicato un curioso avviso: a differenza di quel che è avvenuto a febbraio 2021 (allorquando è stato pubblicato il Decreto Direttoriale del 18 febbraio 2021), si legge “si pubblica l’elenco dei Progetti Speciali, con relativo contributo assegnato, selezionati dagli Esperti” e si specifica “con successivo avviso è pubblicato il decreto direttoriale che approva la graduatoria completa e i punteggi attribuiti ai singoli progetti”.
Viene pubblicato un elenco di 46 “progetti speciali”, per il previsto totale di 4,5 milioni di euro, e, ancora una volta, le caratteristiche sono le stesse: nome del soggetto proponente (e Comune ove ha sede legale), titolo del progetto, sovvenzione accordata. E lì finisce.
Cinecittà “magna pars”: 1,3 milioni di euro per 6 progetti
I 4,5 milioni sono assegnati a 46 progetti, e, ancora una volta, si osserva come “magna pars” sia assegnata a soggetti “forti” del sistema audiovisivo: 300.000 euro all’Anica per il Mia – Mercato Internazionale Audiovisivo edizione 2021 (stessa somma dell’anno 2020), cui si aggiungo altri 80.000 euro per la neo costituita Fondazione Anica Academy del Cinema dell’Audiovisivo e del Digitale…
Inspiegabili le sovvenzioni a soggetti pubblici che già beneficiano di ricchi sostegni dal Ministero, come Cinecittà Luce, che complessivamente riceva ben 1,3 milioni di euro per 6 progetti: 500.000 euro per “Italia Paese Focus alla Berlinale Efm 2022”; 250.000 euro per l’“Audiovisual Producers Summit”; 230.000 per la “Campagna Oscar Notturno”; 140.000 euro per il “Focus Internazionali alla Mostra del Cinema di Venezia”; 120.000 euro per una non meglio precisata “De Rome à Paris”; e, infine (…), 60.000 euro per la “Promozione del cinema Italiano a Berlino”… Ma queste attività non potevano rientrare nei 300 milioni di euro (dicesi trecento milioni) che arrivano a Cinecittà dal “Recovery Plan”?!
E che dire dei 150.000 euro assegnati al Centro Sperimentale di Cinematografia (Csc) per il “Portale della Censura Cinematografica Italiana”, istituzione che già beneficia di solido finanziamento ministeriale?!
E che dire, ancora, della sovvenzione sostanzialmente assegnata a Francesco Rutelli, ma non nella sua veste di Presidente dell’Anica (vedi… supra), bensì come ideatore e “patron” della kermesse Videocittà, alias “Festival della Visione”, che beneficia di 200.000 euro per la sua edizione 2021?! Stesso budget del bando 2020.
Impressionante la sovvenzione assegnata ai “ragazzi” del Piccolo America, guidati dal potente Valerio Carocci: ben 220.000 euro per l’edizione 2021 de “Il Cinema in Piazza”, un incremento notevole rispetto ai 150.000 euro del 1° bando (edizione 2020).
Soggetti storicamente ben sostenuti (anche con i fondi ordinari della “promozione” della stessa Direzione Cinema e Audiovisivo) vengono confermati nella selezione: due iniziative che fanno riferimento al potente Pascal Vicedomini (Accademia Internazionale Arte Ischia e l’Istituto Capri nel Mondo) ricevono complessivamente 100.000 euro… Il non meno potente Claudio Gubitosi, “dominus” dell’Ente Autonomo Giffoni Experience, riceve, per “Verde Giffoni – Youth for the present – Giffoni50plus”, 150.000 euro, che pure sono certo ben poca cosa rispetto ai 600.000 euro di cui ha beneficiato nel febbraio 2021 per il suo “progetto speciale” 2020…
Impressionano anche i 270.000 euro assegnati ad Annamode 68 srl per “Cinemaaddosso Dresstofilm”: abbiamo avuto occasione, qualche mese fa, di visitare la mostra, presentata dapprima alla Mole Antonelliana nel 2020, approdata l’estate scorsa a Pienza e Monticchiello: senza dubbio bella, ma la sovvenzione ci sembra piuttosto eccessiva…
Conclusivamente, verrebbe da commentare ironicamente “il lupo perde il pelo, ma non il vizio”.
Criterio strategico? Linea di politica culturale?! Oppure soltanto rendite di posizione storiche, antiche clientele, new entries e nuove devozioni?!
È cambiato qualcosa rispetto a quel che sosteneva tre anni fa il sito specializzato Ateatro della omonima associazione? Ateatro (promossa da Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino) scriveva, riguardo ad un sostegno dell’allora Ministro Alberto Bonisoli (M5S) rispetto a ben 106 “progetti speciali” che vennero accolti, in quanto precedentemente esclusi da sovvenzioni del Fondo Unico per lo Spettacolo (Fus): “le new entries e le nuove devozioni incontrano le rendite di posizione storiche e le antiche clientele. Immancabili gli anniversari e le elemosine territoriali. È molto difficile individuare una linea di politica culturale o gli obiettivi dell’intervento” (vedi “Come prima, più di prima. I progetti speciali del Ministero per il 2018”, sulla webzine di cultura teatrale “Ateatro” del 22 dicembre 2018).
Si resta in attesa di leggere il novello “decreto direttoriale”, per saperne di più, e per capirne di più. I criteri selettivi adottati non emergono in modo esattamente chiaro, semplicemente leggendo l’elenco dei 46 progetti vincitori del bando. Originalità? Innovatività? Specialità?! Boh.
Quel “criterio strategico” evocato dalla senatrice Binetti non si percepisce, così come sfugge quella “linea di politica culturale” evocata da Ateatro.
Nelle more, va però segnalata una curiosa notizia sfuggita ai più, anzi a tutti o quasi (ma non a noi, che siamo al contempo ricercatori specializzati e giornalisti investigativi).
Curiosamente – ma proprio curiosamente – se si scava sul sito web della Direzione Cinema ed Audiovisivo, e si va a rileggere la notizia relativa all’avviso dei risultati del bando 2020 dei “progetti speciali”, pubblicata – come abbiamo segnalato – il 23 febbraio 2021, non c’è più soltanto il Decreto Direttoriale, ma anche un novello documento, intitolato “Abstract Progetti Speciali 2020”.
Udite udite!
Nel silenzio più assoluto, ed a distanza di 3 mesi dalla pubblicazione del Decreto Direttoriale, viene “allegato” ovvero pubblicato un file in formato .pdf di “Schede di sintesi” dei 35 progetti che hanno vinto l’avviso “Progetti Speciali” anno 2020…
Tardivamente, la senatrice Paola Binetti è stata quindi accontentata, nella sua brama di conoscenza?!
Perché scriviamo che “a distanza di 3 mesi”?! Perché il file in questione risulta datato (analizzando le “proprietà” del documento) 31 maggio 2021 (autore: Giancarlo Buzzanca).
Erratiche dinamiche della Pubblica Amministrazione italica.
Come già scrivevamo su queste colonne, ancora una volta, purtroppo, “trasparenza a metà”.
Clicca qui per leggere l’“Elenco dei Progetti Speciali, con relativo contributo assegnato, selezionati dagli Esperti” di cui all’“Avviso per la concessione di contributi a Progetti Speciali per il cinema e l’audiovisivo (art. 27 comma 1 della legge 220 del 2016) anno 2021”, Direzione Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, pubblicato il 13 dicembre 2021
Clicca qui, per leggere le “Schede di sintesi” dei “Progetti Speciali approvati per l’anno 2020” (Decreto Direttoriale del 18 febbraio 2021), Direzione Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, documento datato 31 maggio 2021.