Net Neutrality: vittoria per gli operatori Usa. La FCC non ha l’autorità di imporre ai provider come gestire le proprie reti

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


Net Neutrality

Una sentenza della Corte d’Appello del distretto di Columbia ha decretato che la FCC (l’Authority americana per le tlc) non ha la competenza di stabilire se gli operatori possano o meno limitare il traffico internet sulle loro reti, riaprendo così il dibattito sulla neutralità della rete.

I giudici, in sostanza, sostengono che la FCC sia andata al di là delle proprie competenze quando, nel 2008 e dopo aver effettuato una lunga indagine, sanzionò l’operatore via cavo Comcast per aver impedito agli utenti di accedere al network P2P BitTorrent.

 

La ‘rete neutrale’ – come ha spiegato l’associazione internazionale Trans-Atlantic Consumer Dialog (TACD) – è quello spazio in cui i consumatori hanno tre diritti fondamentali: quello di utilizzare “qualsiasi dispositivo a loro scelta”; quello di poter accedere a qualsiasi “contenuto, servizio o applicazione” e la possibilità di usare questi diritti senza “discriminazioni legate alla fonte, alla destinazione, al contenuto o al tipo di applicazione”.

 

In tema di net neutrality – un argomento molto caro al presidente Obama – la FCC aveva anche proposto lo scorso autunno nuove linee guida per obbligare gli operatori a rendere pubbliche le modalità con le quali gestiscono la rete, per evitare l’eventuale discriminazione o il blocco illegittimo di servizi e applicazioni. Non è ancora chiaro se queste misure saranno mai trasformate in legge ma, intanto, gli operatori – come AT&T, Verizon e Comcast – hanno reso manifesta la loro opposizione a quella che è giudicata come un’intromissione del governo nella gestione delle reti, definendo questo tipo di regolamentazione “inutile” oltre che dannosa, poiché impedirebbe ai carrier di gestire le proprie reti e di prevenire, ad esempio  la diffusione di virus o altri contenuti pericolosi.

 

Proprio Comcast ha messo in dubbio l’autorità della FCC, non deputata secondo l’operatore a regolare le questioni relative al web: la società via cavo – che conta circa 11 milioni di clienti a banda larga – e l’intera industria tlc americana, ha respinto in massa l’ipotesi di eventuali restrizioni all’uso dei sistemi di gestione del traffico che finirebbero solo per aggiungere nuovi costi ai fornitori di banda larga e per ripercuotersi sugli utenti, sotto forma di aumento dei costi del servizio.

I sistemi di gestione del traffico sono consentiti dalla FCC e vengono usati dagli operatori per evitare fenomeni di congestione di rete causati da picchi nell’accesso a internet, riservando banda larga a determinati flussi di traffico.

Come parte di questo processo di management alle società è consentito ritardare ‘occasionalmente’ i trasferimenti di file più pesanti – come, appunto, quelli generati dal peer-to-peer – che rallentano la velocità di internet a svantaggio di altri utenti sulla rete.

 

Secondo i provider di servizi internet, in linea di massima favorevoli alle proposte FCC sulla net neutrality, i sistemi di gestione del traffico sono un’arma a doppio taglio perché potrebbero essere utilizzati dagli operatori per ‘limitare’ servizi percepiti come pericolosi per i loro interessi o per quelli dei propri partner commerciali.

 

La sentenza – presa all’unanimità con tre voti favorevoli su tre – rappresenta sicuramente una vittoria per gli operatori tlc, anche se Comcast ha minimizzato la propria soddisfazione, affermando di aver già cambiato le policy che la portarono a limitare l’accesso a BitTorrent.

 

Dopo gli attacchi da parte di molte associazioni americane, che hanno contestato fin da subito il comportamento di Comcast, giudicandolo contrario ai principi di neutralità sottolineati dall’Internet Policy Statement della FCC e avviando una class action contro il gruppo, la società ha infatti cambiato strategia annunciando che non solo avrebbe consentito “il libero utilizzo di programmi di condivisione come Bit Torrent”, ma avrebbe anche collaborato alla realizzazione  di software in grado di ridurre i problemi di sovraccarico della rete quando si scambiano file molto pesanti.

Preoccupata, quindi, la reazione delle associazioni dei consumatori alla sentenza che limita i poteri della FCC e che potrebbe finire, anche secondo loro, dare a Comcast e agli altri operatori il via libera per bloccare qualsiasi sito web in ogni momento.

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