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Le emissioni di CO2 degli operatori firmatari dell’Etno Sustainability Charter, sono diminuite del 20% tra il 2006 e il 2008, nonostante un aumento significativo della domanda di energia, generato dalla crescita del traffico mobile e dati.
Le aziende che si occupano di ICT sono in un certo senso vittime e carnefici dei cambiamenti climatici: come molte altre infrastrutture, le reti tlc soffrono gli effetti del surriscaldamento globale e l’aumentata frequenza delle catastrofi naturali. Come molti settori industriali – anche se in misura ridotta rispetto ad altri – quello delle telecomunicazioni utilizza energia per alimentare le reti, per raffreddare e riscaldare gli edifici, proteggere le infrastrutture e per i trasporti.
Lo sviluppo di reti di nuova generazione dovrebbe ridurre l’uso di energia da parte delle telco, ma la rapida crescita dei servizi web-based sta facendo innalzare la domanda di energia e l’emissione di sostanze nocive: l’elettricità totale utilizzata per alimentare e raffreddare i server dei 5 maggiori motori di ricerca è di circa 5 gigawatts. Più o meno quanto basterebbe all’area metropolitana di Las Vegas nel giorno più caldo dell’anno.
A 14 anni dal lancio del primo Environmental and Sustainability Charter – attualmente sottoscritto da 22 operatori – le aziende tlc sono sempre più impegnate non solo verso la riduzione del consumo di combustibili fossili e di energia, ma anche a promuovere con gesti concreti l’importanza dell’uso delle tecnologie ICT per ridurre le emissioni di CO2.
I prodotti, i servizi e le applicazioni ICT possono infatti contribuire notevolmente a ridurre l’impatto di molti settori industriali – in particolare dei trasporti – sui cambiamenti climatici, attraverso la riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Prendiamo ad esempio la videoconferenza: se il 20% dei viaggi di lavoro attraverso l’Europa fosse sostituito da sistemi di questo tipo, si potrebbero ‘risparmiare’ 22,3 milioni di tonnellate di emissioni CO2. Se invece il 50% dei lavoratori europei sostituissero un meeting all’anno con una conferenza audio, si potrebbero evitare emissioni per 2,2 milioni di tonnellate.
Anche servizi in un certo senso ‘insospettabili’ come il pagamento delle bollette e delle tasse online aiuterebbero – se utilizzate da un numero consistente di persone – a risparmiare emissioni di anidride carbonica, rispettivamente per 109 mila e 195 mila tonnellate all’anno.
L’ultimo rapporto redatto dall’Etno dimostra anche che i firmatari della Carta sulla sostenibilità stanno coinvolgendo anche i loro fornitori in programmi di sviluppo responsabile. La gestione dei rifiuti è un’altra area che ha registrato importanti miglioramenti, con una riduzione della produzione di spazzatura del 7% e un aumento del riciclo del 10% tra il 2006 e il 2008.
“Il raggiungimento di una crescita sostenibile è uno dei pilastri della strategia Ue 2020. L’impegno dei membri Etno verso il continuo miglioramento delle performance ambientali dimostra che sostenibilità e crescita economica sono obiettivi pienamente compatibili. Questo dovrebbe essere da esempio per il resto dell’economia”, ha dichiarato il direttore Etno Michael Bartholomew.
“Nonostante il calo dei profitti e la crescita degli investimenti – ha spiegato il responsabile del Sustainability Working Group, Danilo Riva – la sostenibilità resta una priorità per gli operatori telecom, i quali confermano il loro importante contributo a un’economia più sostenibile”.
L’Etno, ha detto ancora Riva, “…era considerata visionaria quando lanciò
Anche il WWF si dice convinto che l’impegno dell’industria delle telecomunicazioni va nella direzione giusta: l’aumento dell’efficienza e l’innovazione di molte soluzioni che consentono alle persone di lavorare in maniera più flessibile attraverso quella che Nicholas Negroponte ha definito la dematerializzazione dell’economia (bits al posto di atomi).