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Ha chiesto a gran voce riforme per la Rai il presidente Paolo Garimberti in occasione del congresso Usigrai a Salsomaggiore.
‘Nella stagione delle riforme ci deve essere un posto anche per la Rai per essere più libera, più autonoma, più azienda‘, ha ribadito, rilanciando il tema nell’agenda di maggioranza e opposizione, senza dimenticare la “crociata” contro l’evasione del canone da portare avanti ‘con testardaggine, con ostinazione’: ‘Se sarà vinta, potremmo fare di tutto e di più, come recitava un vecchio spot, e meglio, aggiungo io’.
Aggiungendo che “…senza risorse non esiste autonomia, non esiste multimedialità, non esiste la Rai”.
“Non c’è consesso pubblico in cui non ribadisca che è vergognoso che un Paese civile possa tollerare che quasi un cittadino su 3 evada una imposta. Non c’è momento in cui non ricordi che questa ‘imposta’ non si paga per la Rai, ma per il ‘possesso di un apparecchio atto a ricevere trasmissioni radiotelevisive’“. E in proposito Garimberti ha lanciato un appello a tutti i giornalisti della Rai: bisogna smetterla di parlare di ‘canone Rai’, “cominciamo a chiamare il canone come in Gran Bretagna: imposta per il possesso di un apparecchio tv. Il canone è come il bollo auto: è legato al possesso. Se giri in auto o se la tieni ferma sono problemi tuoi: se hai la macchina devi pagare il bollo. Se guardi la Rai o non la guardi è una scelta tua. Ma se hai una televisione devi pagare il canone”.
Garimberti ha anche stigmatizzato il clima urlato che incide sull’azienda: “Credo che i toni in azienda negli ultimi mesi si siano alzati troppo e che questo non stia contribuendo a trovare un punto di confronto serio sui pur seri problemi che ci sono sul tavolo”. E ha chiuso con un auspicio-appello ricorrendo a un vecchio adagio della nonna: “Chi ha piu’ sale in zucca, lo usi”.
Di risorse parla anche il direttore generale, Mauro Masi, in un messaggio al congresso: ‘La Rai non è affatto in declino, come qualcuno vorrebbe far credere. La Rai è una grande azienda che vive, certo, un momento irto di difficoltà, ma che è in grado di superare con le proprie forze’.
“Se pensate – ha proseguito Masi – che stiamo per chiudere il bilancio 2009 con circa 45/55 milioni di perdite nonostante un calo vistoso della pubblicità che ci ha sottratto risorse per circa 170 milioni di euro rispetto a quelli previsti, appare evidente che l’azienda si è prodotta in uno sforzo repentino ed efficace che ha permesso di abbattere la struttura dei costi esterni di oltre 100 milioni di euro in soli 6 mesi”.
E l’intervento avviato sul budget 2010 permetterà di recuperare ‘ulteriori 130 milioni di squilibrio – ha garantito Masi – lasciando come obiettivo del piano industriale quello di raggiungere l’equilibrio economico complessivo, che è il solo viatico per garantire un futuro a questa azienda’.
“Sarà un Piano Industriale 2010 -2012 di rigoroso risanamento ma anche di sviluppo, necessario per recuperare le risorse economiche per varare un piano dell’Offerta con 13 canali free che non ha precedenti in Europa”.
Alla platea del congresso Usigrai, Masi ha ricordato: “Abbiamo approvato un Contratto di Servizio importante per la Rai; mi auguro, così come voi avete evidenziato, che il legislatore ci aiuti sul fronte del recupero dell’evasione del canone, ma è essenziale un nostro fattivo impegno”.
“Dobbiamo essere soddisfatti – ha rilevato – per tutti questi risultati raggiunti in 12 mesi. Gli ascolti ci stanno premiando in maniera particolarmente significativa e lasciatemelo dire per molti inaspettata. Il digitale si sta affermando anche tra le difficoltà che tutti hanno visto e che noi, prima di altri, abbiamo affrontato direttamente”.
“Molto c’è ancora da fare, penso soprattutto a un recupero di qualità e senso del servizio pubblico sulle programmazioni e sui palinsesti. Sono tuttavia persuaso che grazie all’impegno di tutti la Rai sarà in grado di affrontare al meglio le sfide del prossimo futuro“, ha concluso il dg di Viale Mazzini.
Sul tavolo del direttore generale, in queste ore, resta però innanzi tutto il caso di Paolo Ruffini, l’ex direttore di Raitre che era stato destinato a guidare Rai Digit – la direzione di coordinamento della nuova offerta digitale, attualmente gestita dalla vicedirezione generale di Antonio Marano – e che intanto ha fatto causa all’azienda per chiedere di essere reintegrato.
Nonostante la questione sia da diverse settimane all’ordine del giorno, una soluzione non sarebbe stata ancora trovata. Il dg sta cercando anche una ‘proposta adeguata e coerente’ agli impegni già presi con Giovanni Minoli, coordinatore delle iniziative Rai per le celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia: il nodo riguarda in particolare l’inquadramento contrattuale del direttore di Rai Educational, che a maggio compie 65 anni e va in pensione. Il cda di oggi slitta quindi a lunedì.
Resta tra l’altro in stand by anche l’avvio dei nuovi canali, che in gran parte dovrebbero essere pronti per lo switch-over in Lombardia (18 maggio): tra le novità, un nuovo canale di sport, Rai Movie (erede di Raisat Cinema), Rai Premium (già Raisat Premium), Rai Yoyo (Raisat Yoyo), mentre Rai 5 (erede di Raisat Extra), tutto dedicato alla cultura, dovrebbe debuttare in autunno.
La Federazione nazionale della stampa (Fnsi) e l’Usigrai hanno chiesto che il servizio pubblico sui temi del lavoro cambi strada, per riscoprire un sistema di valori che deve essere oggetto di campagne di comunicazione.
E’ quanto ha affermato Roberto Natale, il presidente della Fnsi, che ha pure sottolineato che quest’anno ‘la Rai deve trasmettere in diretta il concerto del Primo maggio organizzato da Cgil, Cisl e Uil’.