“È un tema di grande interesse, di grande delicatezza e di grande complessità. Al momento siamo in presenza di una manifestazione di interesse, non si tratta quindi di un’offerta vincolante. È una manifestazione di interesse che preannuncia la volontà di trovare una composizione con quelli che sono gli interessi del Governo e quindi gli interessi pubblici. Ogni valutazione però non potrà che essere effettuata una volta che l’eventuale operazione sarà formalizzata”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, nella risposta di oggi al question time alla Camera, a un’interrogazione a firma di Stefano Fassina (Leu) sulla manifestazione di interesse avanzata nei giorni scorsi dal gruppo statunitense di investimento Kkr per l’acquisizione del controllo della Tim.
Vagliare profili di interesse pubblico
“Nel qual caso (formalizzazione dell’offerta ndr), perché non è detto che questo avvenga, saranno attentamente vagliati i profili di interesse pubblico, che sono correlati sia agli asset di cui dispongono l’azienda e le sue controllate, in primo luogo la rete con i suoi evidenti profili strategici, sia all’integrità stessa dell’azienda e dei suoi occupati. C’è molto interesse su questa iniziativa e benché si sia in una fase prodromica caratterizzata da una manifestazione di interesse solo informale, è significativo che il Governo si sia già allertato e abbia già attenzionato l’operazione che è monitorata e valutata tramite la cabina regia che il presidente del Consiglio Draghi ha voluto. Parlare allo stato di possibile esercizio dei poteri speciali previsti dalla vigente normativa o di altre tipologie di iniziative è pertanto prematuro in quanto occorrerà attendere gli sviluppi per conoscere il contenuto concreto dell’operazione, che andrà vagliata sotto tutti gli aspetti di interesse nazionale e strategico”.
Comunicazione asciutta
“In questi giorni il Governo ha tenuto “un profilo di comunicazione asciutto, esattamente quella che la vicenda richiede”, ha detto Giorgetti. “Anche il comunicato del ministero dell’economia e finanza, che qualcuno ha interpretato come una posizione favorevole, si limitava a dire una cosa assolutamente ovvia e che fa parte della nostra attività quotidiana. E parlo del tentativo di convincere soggetti internazionali a investire in Italia”.
L’interrogazione di Leu
L’interrogazione ricordava che “il fondo Kkr già detiene il 37,5 per cento della FiberCop, società in cui sono confluite, tra l’altro, la rete secondaria di Tim e Tim Sparkle”; che “la manifestazione di interesse della Kkr si inserisce in un contesto di difficoltà di Tim, come evidenziato dall’andamento del titolo, sceso a circa 0,35 euro per azione a chiusura dei mercati settimana scorsa”, che “in Italia è ancora largamente incompleta la rete in fibra ottica, mentre nelle città dove è più intensa e a maggior valore economico la domanda di servizi digitali si realizzano investimenti paralleli in tale infrastruttura”, mentre “la Cassa depositi e prestiti, oltre a detenere quasi il 10 per cento della Tim, ha il 60 per cento di Open Fiber, società dedicata alla realizzazione della rete in fibra ottica in tutto il territorio nazionale”.
Valore strategico di Tim
L’interrogazione affermava ancora che “l’evidente valore strategico delle reti Tim, come sottolineato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, e di sicurezza nazionale implica la possibilità per il Governo di ricorrere alla normativa relativa al golden power; da fonti di stampa si appende che il Governo intenda promuovere una sorta di supercomitato di ministri ed esperti, di cui peraltro non farebbe parte il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, nonostante la necessità di tutelare i livelli occupazionali e il loro aumento anche sulla base degli investimenti” del Pnrr. Al contempo “la vicenda degli assetti societari di Tim dà risalto ad un problema di strategia ancora incompleta per quanto riguarda le telecomunicazioni e, in particolare, la rete in fibra e i cloud dedicati a dati pubblici sensibili, un asset così rilevante per la sicurezza e per l’interesse nazionale” che “non può essere controllato da soggetti privati, ma necessita di un intervento dello Stato che, nel quadro di una strategia delle telecomunicazioni, assicuri il controllo pubblico della rete, della fibra ottica da costruire e poi della gestione del cloud”.
Giorgetti, Governo seguirà sviluppi
“Quello che posso assicurare – ha aggiunto il ministro Giorgetti – è che il Governo seguirà con attenzione gli sviluppi della manifestazione di interesse di Kkr, e valuterà attentamente, anche a riguardo del possibile esercizio delle proprie prerogative, gli interessi strategici nazionali, il futuro dell’azienda e le prospettive che interessano l’impresa, i dipendenti che in essa sono occupati, l’infrastruttura e i servizi erogati”.