Caro bollette: le stime dell’Arera
Il prossimo inverno non sappiamo se sarà freddo o mite, ma di sicuro sappiamo che le bollette della luce e del gas subiranno nuovi rincari a causa della situazione congiunturale dei mercati energetici e del rialzo dei prezzi del gas naturale.
Una situazione non solo italiana, ma che riguarda l’Europa intera, con stime a dir poco allarmanti di un trend che tra la fine dell’anno in corso ed il prossimo potrebbe veder salire a 80 milioni gli europei in povertà energetica.
È questo lo scenario di massima che ci attende, secondo l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), nonostante gli interventi del Governo dei mesi scorsi, tesi ad evitare un impatto troppo pesante di questa situazione sulle famiglie e le imprese.
Il Presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, in audizione ieri davanti alla X Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati (a cui ne seguirà un’altra domani), ha spiegato che i prezzi dell’energia elettrica in Europa e in particolare in Italia stanno seguendo l’andamento del mercato del gas naturale, che è al rialzo negli ultimi tempi.
Miglioramento a partire dalla primavera 2022
“Le quotazioni di questi giorni – ha precisato Basseghini – pur con un leggero ribasso, rispetto ai massimi delle scorse settimane, vedono prezzi medi attorno ai 170 euro per megawattora per tutto il periodo invernale, per poi scendere intorno ai 110 euro per megawattora a partire dal mese di aprile 2022“.
Una situazione dominata dall’instabilità e l’incertezza, che prefigura secondo l’Autorità un primo quadrimestre del 2022 potenzialmente caratterizzato da rialzi dei prezzi e quindi da bollette più care per gli italiani.
Dovrebbe migliorare con l’arrivo della primavera 2022, ma è pur vero che molto dipenderà anche dalle condizioni climatiche, che in quel periodo potrebbero colpire molte regioni con i celebri colpi di coda dell’inverno (che significa impennata dei consumi e della domanda di energia).
Motivo per cui è auspicabile, sempre secondo l’Arera, nuove misure di contenimento dei prezzi per i consumatori finali per evitare una nuova doppia batosta, “sia per gli aumenti legati ai prezzi delle commodities”, “sia per i rincari derivanti dal ripristino delle componenti a copertura degli oneri generali di sistema”, che sono stati calmierati con le ultime manovre del governo.
L’azione del Governo
Nel suo discorso all’Assemblea di Confindustria, di fine settembre, il Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, parlando delle criticità attuali e future, ha affermato: “In assenza di un intervento del Governo, nel prossimo trimestre, il prezzo dell’elettricità potrebbe salire intorno al 40%, e quello del gas del 30%. Per questo abbiamo deciso di eliminare per l’ultimo trimestre dell’anno gli oneri di sistema del gas per tutti, e quelli dell’elettricità per le famiglie e le piccole imprese”.
Un’azione di Governo che si concentra nel potenziamento del bonus luce e gas, “per proteggere soprattutto le fasce meno abbienti”, ha spiegato Draghi, aggiungendo che “si tratta complessivamente di un intervento di oltre 3 miliardi, che fa seguito a quello di 1,2 miliardi avvenuto a giugno”.
Nella nuova legge di Bilancio 2022, è stato inoltre istituito un fondo da 2 miliardi di euro, sempre per attutire ulteriori possibili rialzi del prezzo dell’energia e dei costi in bolletta
Emergenza imprese
Il costo dell’energia per le imprese, in particolare per le piccole e medie imprese (Pmi), inoltre, sta prendendo la dimensione di una vera e propria emergenza, secondo le indicazioni inviate all’Arera dalla CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media impresa).
In quest’ottica, la riduzione del costo dell’energia è fondamentale per proseguire con maggiore fluidità verso la decarbonizzazione del Paese, coinvolgendo sempre le Pmi.
L’attuale crisi energetica riflette questioni congiunturali e di carattere geopolitico che scontano anche tutte le incertezze che, negli ultimi anni, hanno caratterizzato l’approccio su alcuni temi strategici per il settore energetico nazionale, ha precisato la CNA in un comunicato.
I punti deboli del sistema italiano e la “revisione” delle bollette
Tra queste incertezze/debolezze, troviamo: la liberalizzazione dei mercati retai, la necessità di rafforzare l’infrastruttura di rete (in particolare di quella elettrica); la formazione dei prezzi dell’energia sul mercato all’ingrosso, la scarsa efficacia delle misure per l’unbundling; la nota e complessa questione degli oneri generali di sistema e del loro peso sulla bolletta energetica.
Andrebbe semmai operata una riforma strutturale in grado di alleggerire il peso della bolletta, per imprese e cittadini, con la rimozione anche parziale degli oneri generali.
Una soluzione da tempo sollecitata dalle associazioni delle Pmi e che oggi potrebbe trovare una opportunità anche grazie alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza o PNRR.