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Tim, il titolo vola in Borsa su voci di rinuncia a controllo su rete unica. Ma arriva smentita

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Tim spegne le voci diffuse da Bloomberg sulla possibile apertura della compagnia alla rinuncia della maggioranza nel progetto rete unica ma il titolo chiude comunque in forte rialzo.

Il titolo Telecom Italia prende il volo nel pomeriggio (+5,94% a 0,33 centesimi, per chiudere a +4,49% a 0,33 centesimi) sulle voci di un possibile cambio di registro rispetto al progetto rete unica. L’amministratore delegato di Tim Luigi Gubitosi sarebbe pronto a rinunciare al controllo della rete unica, per rilanciare l’accordo con Open Fiber che di fatto è fermo da mesi e che, così com’è, non ha mai scaldato il Governo Draghi.

Lo scrive Bloomberg,  secondo cui il piano di fusione rivisto arriverebbe sulla scia delle pressioni del governo Draghi, finora molto freddo sul progetto, visto che la versione originaria dell’accordo avrebbe riportato le tlc a un quasi monopolio, dal momento che Tim non è mai stata disponibile a mettere in discussione la sua posizione di controllo della nuova entità.

La precisazione di Tim

“Con riferimento alle indiscrezioni di stampa odierne circa possibili assetti societari relativi alla rete, TIM precisa che l’argomento non è stato oggetto di discussione nel Consiglio di Amministrazione né tantomeno sono state prese decisioni al riguardo”, si legge nella nota di Tim. 

La nuova versione del piano messo a punto da Tim, sempre secondo le voci di Bloomberg, avrebbe anche lo scopo di affrontare preoccupazioni della Commissione Ue sul fatto che una integrazione con Open Fiber potrebbe ostacolare la concorrenza.

Le prossime scadenze

E’ fissato per il 10 novembre il parere della Commissione Ue sul riassetto di Open Fiber, con l’ingresso di Macquarie al 40% e l’incremento della quota di CDP al 60% dopo l’uscita di Enel.

E’ altresì previsto per l’11 novembre il Cda straordinario di Tim chiesto da Vivendi per affrontare tutti i nodi della nuova strategia futura della compagnia, preannunciata dall’ad Luigi Gubitosi, la cui posizione, secondo la Reuters, sarebbe messa in discussione dal gruppo francese.  

Le ricoperture sul titolo Tim sono scattate oggi pomeriggio. Il titolo è salito del 5,9% a 0,33 euro dopo aver perso quasi il 10% nelle cinque sedute successive alla diffusione della trimestrale e alla revisione della guidance.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, che cita fonti a conoscenza dell’operazione, l’ad Luigi Gubitosi sarebbe ora disposto a perdere il controllo dell’asset per superare le perplessità sul progetto della rete unica sollevate sia nel Governo italiano sia nella Commissione europea sul tema della concorrenza.

Tim conserverebbe quindi una quota di minoranza nella nuova entità che nascerebbe combinando FiberCop (rete secondaria) con Open Fiber. Secondo le case di investimento, tale sviluppo sarebbe positivo per Tim perché aumenterebbe la probabilità di un accordo sull’asset, consentirebbe a Tim di deconsolidare FiberCop con un beneficio sia in termini di debito che di capex e faciliterebbe un ulteriore accordo che contemplerebbe il conferimento di tutta la rete fissa nella nuova entità.

Vivendi in pressing

In mattinata, l’agenzia Reuters aveva fatto sapere che Vivendi, principale azionista della compagnia, avrebbe richiesto un ruolo più attivo nel cda al punto di mettere in discussione la posizione dell’ad Luigi Gubitosi dopo i due profit warning lanciati dalla società nel giro di pochi mesi.

Lo hanno riferito due fonti vicine alla situazione.

Il gigante media francese, che ha una partecipazione del 23,8% in Telecom Italia, vuole discutere proposte per rilanciare il gruppo ed estrarre valore dalla rete fissa con il governo italiano, mantenendo un approccio cooperativo, secondo le fonti.

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