Finanza

Telecom Italia, dopo i conti deludenti arriva il downgrade di Barclays

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Doccia fredda di Barclays, la banca d’affari londinese che annuncia oggi il downgrade del titolo della compagnia italiana dopo la trimestrale deludente.

Piove sul bagnato per Telecom Italia. Dopo i dati deludenti del terzo trimestre, la revisione della guidance annuale e la flessione del 5% nella giornata dei conti di ieri, arriva la doccia fredda di Barclays, la banca d’affari londinese che in un report riservato agli investitori annuncia oggi il downgrade del titolo della compagnia italiana a “Equal Weight” da “Overwweight”, e target price rivisto al ribasso da 0,46 a 0,35 centesimi.  

Le motivazioni

La decisione di Barclays arriva in controtendenza rispetto a quanto deciso dalla banca stessa lo scorso mese di marzo, quando volle di dare fiducia al titolo con un upgrade dovuto a tre motivi che però non si sono evidentemente concretizzati: 1) i trend operativi stavano mostrando segnali di stabilizzazione dopo anni di ristrutturazione con una diminuzione della concorrenza, e il management si stava muovendo in direzione di un outlook stabile per la prima volta da tempo; 2) nuove occasioni per creare valore, fra cui l’accordo con Open Fiber per una rete unica e il consolidamento in Brasile, sembravano prossime a concretizzarsi; 3) TI aveva cristallizzato un tax credit sorprendente e la valutazione era divenuta attraente.

Le cose non sono andate come previsto

Tuttavia, l’anno non è andato come previsto e ci aspettiamo che anche il 2022 sia sfidante, per due motivi: 1) La concorrenza è di nuovo cresciuta nel secondo trimestre e dopo la debolezza mostrata nel terzo trimestre “non vediamo segnali di cambiamento, nonostante le continue speranze di TI per un mercato più razionale”, si legge nel report. 2) L’accordo con Open Fiber è ancora una possibilità, ma più il tempo passa più le potenziali sinergie diminuiscono. Inoltre, secondo il report, l’accordo potrebbe tradursi maggiormente in una condivisione di aree in concessione esclusiva (un’opzione migliore rispetto alla sovrapposizione in corso attualmente) con una minor creazione di valore rispetto ad un merger completo. 3) In Brasile “ci attendiamo sì un consolidamento, ma l’ambiente macro si sta deteriorando, impedendo così il realizzarsi di alcuni dei benefici attesi”, si legge.

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