La figuraccia fatta in questi giorni dalle strutture amministrative della Presidenza del Consiglio dei Ministri è soltanto l’ennesima conferma di alcuni dei problemi annosi che affliggono la Pubblica Amministrazione e che ineriscono al rapporto insano tra politica e burocrazia.
Leggiamo dagli organi di stampa che la foto della locandina pubblicata – e poi ritirata – dagli Uffici della Presidenza del Consiglio dei Ministri, relativa alle celebrazioni per il centenario del Milite Ignoto, ritrae soldati non italiani (della seconda guerra mondiale, non della prima) e ha sullo sfondo una cartina che nulla ha a che fare con l’Italia.
Poi leggiamo pure che il “responsabile” di questa figuraccia è un “esperto esterno”, già individuato dalla Ministra grillina Fabiana Dadone che provvederà a rimuoverlo (al bar si direbbe “a cacciarlo”).
Ci prendiamo il disturbo di andare sul sito web della Presidenza per esaminare il curriculum di tale personaggio, il cui nome non riportiamo per discrezione.
Si legge che è un “D I F – NON APPARTENENTE AI RUOLI” e che è “ESTRANEO P. A.”. Tradotto per i non addetti ai lavori, significa che si tratta di una persona che ha un incarico dirigenziale di livello generale (al bar si direbbe “Direttore Generale”), con uno stipendio “lunare” per i tempi che corrono, e che l’incarico e lo stipendio gli sono stati attribuiti senza che il soggetto abbia mai superato un concorso pubblico (al bar si direbbe “regalati”). Questo è, per lo meno, quanto emerge dal curriculum vitae pubblicato, appunto, sul sito web della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
I metodi sono più che noti in tutte le pubbliche amministrazioni: si chiamano “articolo 19, comma 6”, oppure, “Incarichi previsti da particolari disposizioni normative”. Si tratta, in un caso e nell’altro, di disposizioni introdotte nel nostro ordinamento al fine di consentire alle Amministrazioni di reclutare in maniera snella ed efficiente persone di grande levatura morale e professionale. Disposizioni normative che, invece, finiscono, come di regola avviene in Italia, per essere abusate con lo scopo di garantire posizioni e stipendi, a volte “lunari”, a dirigenti improvvisati o a persone così scarse da non riuscire a superare un concorso dirigenziale pubblico; talvolta, nemmeno se favorite o aiutate.
Ma veniamo al merito della questione.
L’errore clamoroso compiuto da questo “esperto esterno” è del tutto analogo all’errore compiuto da un altro “esperto esterno” che indusse l’allora Ministra dell’istruzione Gelmini a fare una dichiarazione trionfalistica – con tanto di citazione del contributo finanziario – da cui si evinceva che, secondo la stessa Ministra o, meglio, secondo il suo “esperto esterno”, per condurre un esperimento di fisica atomica (esperimento sui neutrini, ricordate?) era stato costruito un tunnel di ben 730 chilometri di lunghezza, da Ginevra (Svizzera) al Gran Sasso (Centro Italia).
Sono errori che non farebbe nemmeno un funzionario ministeriale alle prime armi, il quale saprebbe bene che prima di dire, o scrivere, o, ancor di più, pubblicare qualcosa, occorre essere certi di cosa si dice, scrive o pubblica, fin nei minimi dettagli; pena, clamorose figuracce, non della persona, ma dell’Amministrazione.
La questione, semplice, su cui Azione intende richiamare l’attenzione è che da troppo tempo, una classe politica inadeguata ha pensato e operato sulla base di tante fallimentari storture; una di queste è l’idea che le competenze possono anche non esserci, “tanto ci sono i consulenti”! Gli “esperti esterni”. Bene, ecco cosa ti combinano “questi” “esperti esterni”.
E se, nel caso in esame, il danno è sostanzialmente un danno di immagine subito dalla più centrale delle Amministrazioni centrali dello Stato, in altri casi, il danno assume livelli di gravità enormemente maggiori. Infatti, “questi” “esperti esterni” non si trovano soltanto nelle strutture amministrative della Presidenza del Consiglio dei ministri, ma anche – limitandoci alle strutture più facilmente riconoscibili – in quelle del Ministero dell’istruzione, o della salute, o dell’interno, o della difesa, o delle infrastrutture e dei trasporti. E qui ci fermiamo…
Azione sostiene con fermezza la necessità che il reclutamento del personale pubblico debba essere fatto con concorsi, e con concorsi seri. Non tanto e non solo perché, molto semplicemente, così detta la Costituzione all’Articolo 97, ma perché è questo l’unico modo per affidare a persone serie e competenti la gestione degli affari dello Stato, l’istruzione dei nostri figli, la nostra salute, la sicurezza nostra e delle nostre infrastrutture.
Inutile e ingannevole scaricare sulla “burocrazia” tutte le responsabilità del mal funzionamento dello Stato. I concorsi pubblici bypassati con la furbata della stabilizzazione del “precariato della pubblica amministrazione”, o svolti – questa è l’ultima moda – soltanto con prove a quiz, senza uno straccio di prova scritta, né di prova orale; gli “esperti esterni”, che tanto esperti non sono, come si è detto, reclutati con procedimenti “ad personam”; la fallace idea secondo cui le competenze non servono, tanto ci sono i consulenti (gli “esperti esterni”), non sono demeriti della burocrazia. Sono clamorosi ed evidenti demeriti (al bar si direbbe “invenzioni”) della politica.
Il Paese potrà davvero svilupparsi e crescere soltanto quando la classe politica capirà che può conseguire i propri obiettivi, sia dal punto di vista personale che dal punto di vista della collettività, facendosi affiancare da burocrati seri, competenti e rispettosi delle regole; ma affinché ciò avvenga, è necessario che la stessa classe politica sia costituita da persone serie, competenti e rispettose delle regole.
A quel punto, gli stipendi “lunari” delle strutture burocratiche della Presidenza del Consiglio dei ministri saranno tutti ampiamente giustificati e meritati, e non ce ne saranno di regalati!