recensione

‘Crazy for Football’, alla Festa del Cinema di Roma un film tv che fa bene al cuore

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E’ tratto da una storia vera e ispirato al documentario omonimo di Volfango DE BLASI, che nel 2017 vinse il Davide di Donatello, ed è stato realizzato da Rai Fiction insieme a Mad Entertainment per la regia dello stesso DE BLASI.

Non ve lo perdete questo bel TV Movie che andrà in onda il prossimo 1 novembre su Raiuno. 

E’ tratto da una storia vera e ispirato al documentario omonimo di Volfango DE BLASI, che nel 2017 vinse il Davide di Donatello, ed è stato realizzato da Rai Fiction insieme a Mad Entertainment per la regia dello stesso DE BLASI.

Questa volta De Blasi ha voluto raccontare la stessa storia, ma con gli occhi diversi della fiction e con veri attori, invece che con i veri protagonisti, come nel documentario.

Il film è stato girato a Roma e con il supporto della Federazione Italiana Gioco Calcio e della Divisione Calcio Paraolimpico e Sperimentale. 

La sceneggiatura è stata scritta da De Blasi insieme a Filippo Bologna, Tiziana Martini e Francesco Trento.

La storia

Il film racconta la formazione e la  prima partecipazione ai mondiali nel 2006, di una squadra di calcio italiana  formata da  pazienti psichiatrici, la sua creazione, le sue speranze, le tante difficoltà incontrate ma anche il bellissimo  riscatto finale.

Un film  che diverte con eleganza, ma allo stesso tempo  commuove e fa bene al cuore, perché è la storia vera di Santo Rullo (nel film Saverio Lulli) interpretato da Sergio CASTELLITTO, ancora una volta nei panni di uno psichiatra (In Treatment, Il grande Cocomero).

Saverio però è uno psichiatra speciale, uno che fa di testa sua, uno che non si arrende, a volte sbaglia, ma a volte “fa delle meraviglie come questa” come gli dice il suo collega Luca (Massimo GHINI) alla fine del film. Luca non condivide le sue scelte azzardate, ma alla fine, cerca sempre di coprirlo con il Direttore della Clinica.

Saverio si è messo intesta di  far giocare i suoi pazienti in una squadra di calcio, perché “gli farebbe bene più di un anno in ospedale”. La socialità e la solidarietà  che per forza di cose si instaura  fra i giocatori, costretti a convivere molte ore al giorno negli stessi ambienti e a interagire fra loro, li spingerà a uscire dai loro gusci, e li farà aprire al mondo in una veste nuova. Questo è quello che pensa Saverio. 

Ma quando Saverio cerca di far passare l’idea di formare la squadra di calcio con i suoi pazienti psichiatrici e farla partecipare ai mondiali di categoria, il Direttore della Clinica e gli sponsor lo abbandonano negandogli i fondi .

Ma Saverio non si arrende, troverà lui stesso i soldi per finanziare l’operazione, e grazie alla collaborazione di un vecchio amico ed ex calciatore Vittorio Zaccardi (Max TORTORA) a cui farà fare l’allenatore, l’operazione Mondiali  decolla.  

Fra i giocatori uno schizofrenico, uno che non sopporta il contatto fisico, un bipolare e altri “matti” (come si definiscono scherzando loro stessi) con cui se la dovrà vedere Zaccardi.

Nel team anche la sua fedele assistente Paola (Antonia TRUPPO) e sua figlia Alba (Angela FONTANA) in fuga dalla mamma troppo assillante.

Il film è corale e maschile (le figure femminili sono appena abbozzate) come ancora lo è il gioco del calcio, e si avverte, in quasi tutta la sua durata, l’amore che il regista ha saputo trasmettere agli attori che hanno dovuto interpretare i ruoli dei veri personaggi del documentario.

I ragazzi che interpretano i pazienti di Saverio, sono tutti straordinariamente credibili e convincenti, fra loro si ricorda in particolare Fabione (Lorenzo Renzi) e Lorenzo (Alessio Ranucci), ognuno con il suo disagio psichico, ognuno con un vissuto spesso traumatico e  difficile.

Max TORTORA ci regala in questo film, una delle sue più belle interpretazioni, passando con maestria e sentimento dai momenti burberi dell’allenatore a quelli infinitamente teneri dell’uomo di fronte al malessere psicologico dei suoi giocatori.

Sergio CASTELLITTO è sempre una garanzia, e anche qui riesce a dare tutte le varie sfaccettature e sfumature al personaggio di Saverio. 

Poco delineato il rapporto conflittuale di Saverio con il personaggio della figlia Alba e la storia di Alba con il giovane Tommaso (Simone Baldasseroni) risponde a un cliché di cui si poteva anche fare a meno.

Ma questo non scalfisce minimamente un  prodotto che la regia abile di DE BLASI, insieme al montaggio pieno di ritmo di Stefano CHIERCHIÈ spicca fra i prodotti realizzati da RAI FICTION.

Buona visione su RAIUNO il 1’ Novembre in prima serata!

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