Cyber sicurezza. Gli Usa nominano il generale Alexander alla guida del ‘Cyber Command’: 90 mila uomini a difesa delle reti informatiche

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Sarà il generale Keith Alexander a guidare il nuovo Cyber Command, la divisione del Pentagono destinata a garantire la sicurezza delle reti informatiche. Alexander, un generale a 4 stelle (il grado più alto delle forze armate Usa), avrà ai suoi ordini circa 90 mila uomini, dopo la decisione del ministero della Difesa di assegnare alla cyber sicurezza 30 mila uomini in più di quanto avesse stabilito l’amministrazione Bush.

 

Nonostante le critiche, secondo le quali la decisione segna un ulteriore passo verso una sempre più stretta militarizzazione del cyberspazio come conseguenza dell’incapacità del governo di risolvere la questione in altro modo, per il presidente Obama, la sicurezza informatica rappresenta “…una delle sfide più importanti che gli Usa dovranno affrontare sia in termini economici che di sicurezza nazionale”.

 

La creazione del Cyber Command è una risposta alla crescente ansia sulla vulnerabilità delle reti informatiche, sulle quali viaggiano informazioni molto sensibili per la sicurezza nazionale e per la competitività economica di un Paese. I ‘nemici’ da battere, inoltre, non sono più gli hacker, che attaccavano le reti informatiche per farsi pubblicità e farsi assumere in qualche importante azienda, ma le agenzie di intelligence straniere e i gruppi terroristici che, secondo il sottosegretario alla Difesa James Miller, sono responsabili della miriade di attacchi diretti quotidianamente verso i sistemi informatici americani.

Attacchi che provocano ogni giorno la perdita di una mole di dati che basterebbe a riempire la Biblioteca del Congresso e che, secondo gli esperti, hanno superato ampiamente la capacità degli Usa di difendersi.

Emblematico, in questo senso, lo scontro tra Google e il governo di Pechino: la società americana ha deciso di dirottare le sue operazioni sui server di Hong Kong come conseguenza di una serie di attacchi di cui è stata accusata la Cina e che avrebbero colpito una ventina tra le maggiori compagnie Usa. Un altro ‘caso’ fu quello battezzato ‘Titan Rain‘: nel 2003 le reti americane furono bersaglio di un attacco coordinato dietro cui si nascondevano hacker ‘pilotati’ da Russia e Corea del Nord. E ancora a Mosca è stata addebitata la matrice di un attacco informatico all’Estonia nel 2007, definita ‘la seconda più grande operazione di guerra informatica mai condotta’.

 

Al Cyber Command guidato dal generale Alexander la direzione “delle operazioni e della difesa delle reti informatiche indicate dal Ministero della Difesa” e la preparazione di “operazioni militari ad ampio raggio nel cyberspazio con l’obiettivo di abilitare azioni in tutti i campi e assicurare agli alleati libertà d’azione nel cyberspazio”.

Anche se Alexander ha negato la valenza ‘militaresca’ del suo compito, James Miller – che più volte ha criticato le azioni del governo, definendole ‘acqua fresca’ rispetto alla reale minaccia del cyber terrorismo – avrebbe addirittura lasciato intendere che gli Stati Uniti potrebbero prendere in considerazione una risposta militare convenzionale a certi tipi di attacchi online.

 

La base del Cyber Command sarà a Fort Meade, quartier generale della National Security Agency, in modo da consentire alla nuova divisione, che sarà pienamente operativa da ottobre, di avvantaggiarsi dell’esperienza e delle capacità della NSA di ‘penetrare’ nelle reti avversarie e di difendere i sistemi militari.

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