Geopolitica

Usa vs Cina. Jens Stoltenberg (Nato) “La Cina non è un nemico”

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Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg apre a una maggiore collaborazione con la Cina.

La Cina è in ascesa, con la più grande marina del mondo e sulla buona strada per affermarsi come la prima economia del mondo. In una recente intervista, Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, ha spiegato il suo piano per gestire i rapporti con la Cina.

La Cina non è un nemico

Non consideriamo la Cina un avversario o un nemico. Dobbiamo impegnarci con la Cina su questioni importanti come il cambiamento climatico: non c’è modo di ridurre abbastanza le emissioni nel mondo senza includere anche la Cina. Dobbiamo discutere del controllo degli armamenti con la Cina. Quindi, dobbiamo impegnarci politicamente con la Cina. Allo stesso tempo, assistiamo all’ascesa della Cina. Vediamo che la Cina presto avrà la più grande economia del mondo. Hanno già il secondo più grande budget per la difesa. Hanno già la marina più grande. Stanno investendo pesantemente in nuove capacità moderne, comprese le capacità nucleari. Sono leader nell’uso di molte nuove tecnologie dirompenti, come l’intelligenza artificiale, integrandola anche in nuovi sistemi di armi molto avanzati. E vediamo una Cina molto più assertiva, per esempio, nel Mar Cinese Meridionale. Tutto questo è importante per la nostra sicurezza e quindi la NATO deve rispondere a questo”. Ha affermato il Segretario generale della NATO

Accordi sugli armamenti

Il segretario generale ha poi affrontato la questione relativa al futuro degli accordi sugli armamenti con Russia e Cina.

Negli ultimi anni abbiamo assistito alla scomparsa di alcuni accordi molto importanti sul controllo degli armamenti, principalmente a causa delle violazioni da parte della Russia” ha affermato Stoltenberg, facendo riferimento al Trattato INF, che vieta l’uso di missili nucleari a raggio intermedio. “La buona notizia è che la Russia e gli Stati Uniti sono stati effettivamente in grado di accordarsi per estendere il New START, che è l’accordo che pone limiti alle testate nucleari a lungo raggio o alle testate sui missili a lungo raggio”. Ma non solo, ha proseguito il Segretario generale, “ovviamente, la Cina deve essere inclusa perché la Cina è una potenza globale e con un ruolo globale derivano anche responsabilità globali. E quindi, stiamo lavorando per trovare modi per includere la Cina nel controllo degli armamenti”.

L’Accordo Aukus in prospettiva NATO

Il Segretario generale non ha mancato di commentare anche il recente accordo Aukus: “Capisco che la Francia sia delusa, ma allo stesso tempo, gli alleati della NATO hanno concordato nel giugno di quest’anno al vertice della NATO a Bruxelles con il presidente Biden e tutti gli altri leader che abbiamo bisogno di lavorare più a stretto contatto con quelli che chiamiamo partner dell’Asia-Pacifico. L’Australia, ma anche la Nuova Zelanda, il Giappone e la Corea del Sud su molte questioni, tra cui quella informatica, ma anche le sfide marittime che vediamo in questa regione. E quindi, è una buona cosa che gli alleati della NATO lavorino con l’Australia“.

NATO, sicurezza e climate change 

Il Segretario generale infine ha posto l’attenzione sul legame tra sicurezza e cambiamento climatico, affermando che “influenzerà il modo in cui conduciamo le operazioni militari con il caldo estremo, con l’aumento del livello del mare… Influirà sulle basi navali e sulle installazioni militari. Abbiamo soldati della NATO che operano in Iraq con più di 50 gradi. Ovviamente il tipo di attrezzatura e uniforme hanno un peso sulle modalità di azione in condizioni meteorologiche estreme. Lo scioglimento del ghiaccio polare cambierà dove possiamo operare e così via. Quindi avrà un impatto diretto su come i nostri militari sono organizzati e su come conducono le loro missioni e operazioni”. Infine, ha concluso il Segretario generale, “la NATO ha un ruolo da svolgere per ridurre le emissioni perché sempre più paesi ora concordano sul fatto che dovrebbero scendere a zero emissioni nette di gas serra. E poi dobbiamo anche ridurre le emissioni delle operazioni militari. Dobbiamo farlo senza ostacolare l’efficienza delle nostre forze armate. E penso che sia assolutamente possibile“.

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