PMI, PEC e digitalizzazione: l’indagine Aruba
La posta elettronica certificata o PEC è uno degli strumenti cardine per portare avanti un efficace percorso di transizione digitale delle imprese. Favorisce e facilita le comunicazioni con le Istituzioni, con l’Agenzia delle Entrate, con le negoziazioni con i partner commerciali, ma anche per i rapporti in generale con i clienti, senza dimenticare l’aspetto della sostenibilità ambientale.
Secondo una nuova indagine condotta da Aruba e IDC con l’obiettivo di valutare il livello di innovazione raggiunto dalle piccole e medie imprese (Pmi), la PEC è ritenuta importante per la digitalizzazione della propria impresa da oltre l’80% degli intervistati.
“Il cambiamento non fa più paura come prima: quasi l’85% del mercato preso in esame nella survey esprime una sostanziale apertura rispetto al tema dell’innovazione”, ha commentato Gabriele Sposato, Direttore Marketing di Aruba.
“La repentina necessità di digitalizzazione dovuta all’emergenza sanitaria ha fatto crescere tra le PMI la consapevolezza legata all’importanza di strumenti innovativi per affrontare il proprio lavoro ed è solo il 15% ad esprimere qualche riserva al cambiamento, ancora prima cha all’innovazione”, ha spiegato Sposato in una nota aziendale.
“Ogni innovazione deve muoversi al passo con la digital transformation ed evolversi per essere di supporto a sempre più persone: così sta facendo anche la PEC, che è pronta a diventare uno strumento interoperabile a livello europeo, come sistema di recapito certificato qualificato”, ha aggiuto il Direttore Marketing di Aruba.
“Un traguardo importante che consentirà a tutti di utilizzare il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata nelle comunicazioni verso la Pubblica Amministrazione o altri utenti, enti ed imprese europee – ha proseguito Sposato – mantenendo il valore legale e la sicurezza che da sempre contraddistinguono questo strumento”.
Risultati dell’indagine
L’indagine ha permesso di rilevare una particolare attenzione nei confronti dell’innovazione, soprattutto all’interno delle PMI più strutturate (tra 6 e 20 addetti) che si dicono molto attente sul tema nel 71.6% dei casi. Un dato leggermente inferiore si riscontra tra le aziende tra 1 e 5 dipendenti, con il 60,5%.
Emergono inoltre altri dati positivi: il 60% delle aziende coinvolte si adatta con rapidità a nuovi modi di lavoro basati sul digitale ed il 75% si focalizza sulla ricerca di nuove soluzioni per migliorare il proprio lavoro quotidiano.
La PEC è stata ritenuta importante per la digitalizzazione della propria impresa da oltre l’80% degli intervistati. Non solo, l’indagine ha evidenziato come il 98,5% delle aziende usa la PEC in modo continuativo, con una interessante frequenza di utilizzo: l’82% ne fa uso almeno una volta alla settimana.
Flessibilità di utilizzo e vantaggi della PEC
Per il 38% degli intervistati, la posta elettronica certificata è essenziale per le comunicazioni dei rapporti previdenziali con INAIL, INPS e i Fondi di previdenza, per il 30% è indispensabile per le comunicazioni con l’Agenzia delle Entrate (ad esempio per F24, accertamenti con adesione, patent box ed ulteriori).
Il 23% la predilige per contratti, accordi e negoziazioni tra partner commerciali, stakeholder e investitori, il 21% per fatture e ricevute di pagamento con clienti e fornitori, mentre il 14% per la compilazione di questionari e indagini ISTAT.
Ulteriori curiosità: la velocità nella comunicazione (69%) e il desiderio di fornire servizi più veloci ai propri clienti (48%) sono i principali benefici percepiti dalle aziende di tutti i settori.
Seguono la sostenibilità ambientale (34%) – beneficio percepito principalmente dalle aziende dei servizi professionali, ma anche da quelle del comparto industriale e della distribuzione – e l’eliminazione del costo della carta e degli archivi (30%), tema a cui sono particolarmente sensibili la PA locale, il mondo del commercio e della finanza.
I trust service e l’innovazione
Come detto all’inizio, la PEC potrebbe quindi essere considerata dalle imprese come fattore cardine per la transizione digitale e l’innovazione e secondo l’indagine è così per la stragrande maggioranza delle organizzazioni.
Le aziende che appartengono ai settori finanza, Pubblica Amministrazione locale e commercio sono quelle che dichiarano un utilizzo più frequente di questo strumento, mentre industria e servizi (professionali e alla persona) sono i settori con una frequenza di utilizzo leggermente inferiore.
Un esito per niente scontato, che ha visto crescere nel tempo (soprattutto gli ultimi anni) una maggiore sensibilità delle PMI verso l’innovazione, grazie ai Trust Services o servizi fiduciari- tra cui PEC, firma digitale e fatturazione elettronica – che nel corso della pandemia hanno supportato milioni di aziende e privati facilitando operazioni e comunicazioni che in tempi di lockdown sarebbero state a dir poco difficoltose.
“Le piccole e medie imprese si sono rese conto del ruolo cardine che hanno in questo processo di trasformazione digitale i Trust Services”, ha precisato infine Sposato, che ha aggiunto: “Grazie a queste tecnologie e alla loro disponibilità h24 è possibile ottimizzare e migliorare processi interni solitamente time-consuming, consentendo un netto risparmio non solo di tempo ma anche di risorse”.
Ad oggi i sistemi Aruba gestiscono 7,6 milioni di caselle Pec attive, per 459 milioni di Pec inviate in un anno; consentono di apporre 1,7 miliardi di firme elettroniche e digitali all’anno (3 mila al minuto); hanno reso possibile l’apposizione di 74 milioni di marche temporali in un solo anno (fondamentali per associare data e ora certe e legalmente valide ai documenti informatici).