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Più di un miliardo di euro da investire nella ricerca e nell’innovazione per garantire agli anziani una migliore qualità della vita. Questa la somma che il settore pubblico e quello privato stanno investendo in Europa (600 milioni di euro per il programma comune AAL, circa 400 milioni per l’ultimo programma quadro di ricerca dell’UE e oltre 50 milioni stanziati finora per il programma dell’UE di sostegno alla politica delle ICT) per sostenere nuove soluzioni atte a favorire opportunità commerciali e conseguire risparmi consistenti sui costi dell’assistenza sociale e sanitaria con tagli, sui servizi di teleassistenza e assistenza a domicilio anche del 30%.
L’iniziativa, che mira, tra l’altro, a rafforzare la cooperazione fra gli Stati membri nelle attività di ricerca ricorrendo ai fondi UE pertinenti, è stata affidata ad un gruppo di esperti presieduto dall’ex commissaria europea Meglena Kuneva, e istituito per fornire consulenze alla Commissione europea sul funzionamento del programma comune dedicato alla domotica per le categorie deboli (Ambient Assisted Living, AAL).
Ben 20 gli Stati membri dell’Unione Europea che vi partecipano: Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria, tre i paesi associati: Israele, Norvegia e Svizzera e la stessa Commissione europea che già nel 2007 si era dedicata alla domotica per le categorie deboli attraverso un piano di azione sul tema ‘invecchiare bene nella società dell’informazione‘.
Primi attori di un progetto che si pone l’obiettivo di aiutare gli anziani in Europa ed individuare nuove strade per mettere le tecnologie ICT al servizio dei gruppi più vulnerabili della società, e che dovrebbe dare i suoi primi risultati già nei prossimi due o tre anni.
Un lavoro sinergico già avviato attraverso l’invito a cittadini, imprese e ricercatori, a partecipare a una consultazione per riflettere su come usare con la massima efficacia le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni. Pareri pubblici che vanno a rappresentare anche il primo importante passo verso l’obiettivo stabilito dall’Agenda digitale di raddoppiare entro il 2015 il numero di anziani che vivono in modo autonomo (cfr. IP/10/581). Gli esiti della consultazione che rimarrà aperta fino al prossimo primo luglio, verranno successivamente trasmessi al Parlamento europeo e al Consiglio.
A spiegare la validità oltre che l’importanza dell’iniziativa, ci ha pensato Neelie Kroes, commissario responsabile per l’Agenda digitale: “Le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni offrono un potenziale enorme per migliorare in modo molto pratico la qualità della vita e la salute degli anziani e di altri gruppi vulnerabili. Queste applicazioni sono un elemento fondamentale dell’Agenda digitale europea. Per questo motivo invito gli utenti, i ricercatori e le imprese a farci sapere in che modo possiamo migliorare il programma comune dedicato alla domotica per le categorie deboli“. “Oltre a sviluppare soluzioni nuove per affrontare problemi quali, ad esempio, la prevenzione delle cadute e l’assistenza ai pazienti affetti da demenza – ha aggiunto ancora – l’obiettivo del programma comune è quello di assicurare che le ICT favoriscano la dignità e l’indipendenza degli anziani che sono fragili o socialmente isolati, che soffrono di malattie croniche o che presentano disabilità. Le applicazioni in questione migliorano la qualità della vita degli anziani e delle persone più vulnerabili, riducono i costi dell’assistenza sociale e sanitaria e offrono nuove opportunità di mercato per l’industria e i fornitori di servizi in Europa“.
Le novità che riguardano il miglioramento del popolo in difficoltà però, non finiscono qui e uno dei progetti di ricerca nel settore della domotica per le categorie deboli, riguarda i ‘robot per l’assistenza agli anziani‘, che se da una parte possono aiutare a compiere azioni quotidiane, dall’altra possono azionare un allarme quando una videocamera incorporata registra che una persona è caduta. Un altro esempio è la ‘casa intelligente‘ in cui videocamere intelligenti interpretano le attività delle persone e possono avvertire i centri di pronto intervento se i residenti mostrano un comportamento insolito. Sono inoltre in corso attività di ricerca per sviluppare esoscheletri controllati dal cervello, ossia, equipaggiamenti esterni che, reagendo agli impulsi nervosi nelle gambe, ripristinano la capacità di camminare delle persone fragili.