Europa
L’Autorità francese per le tlc (ARCEP) si è detta soddisfatta della decisione degli operatori – France Télécom, SFR e Free – di unirsi per realizzare una rete in fibra ottica che collegherà, da qui alla fine dell’anno, 800 mila abitazioni.
Questi operatori, ha sottolineato l’Arcep, hanno inoltre lanciato un appello al co-investimento, in vista dello sviluppo di una rete comune.
Il ciclo di investimenti è stato avviato e riguarda 84 comuni (sui 148 identificati nelle aree densamente popolate) e dovrebbe condurre alla realizzazione di connessioni in fibra ottica per ulteriori 800 mila abitazioni, oltre alle 860 mila che risultavano già cablate a marzo 2010.
L’impegno degli operatori dovrebbe consentire di raddoppiare da qui a un anno il numero di edifici collegati in modalità FTTH, portando il totale a 1,6 milioni sui 5,5 milioni contati nelle aree densamente popolate.
Nel dicembre del 2009, l’Arcep ha adottato una decisione in cui è stato definito il quadro regolamentare per la realizzazione della rete FTTH nelle zone ad alta densità di popolazione.
In applicazione di questo quadro, i tre operatori hanno pubblicato, a febbraio, le offerte relative alle modalità di accesso alle loro reti.
Nel contempo, l’Arcep ha definito il quadro regolamentare per lo sviluppo della fibra ottica sull’intero territorio nazionale – la proposta verrà sottoposta a consultazione pubblica nei prossimi giorni – e ha reso noto che entro l’estate del 2011 verranno assegnate le frequenze mobili per la quarta generazione.
“Stiamo discutendo col governo per decidere le modalità di attribuzione delle frequenze e lanceremo il processo di assegnazione prima della fine dell’anno. Le assegnazioni avranno luogo al più tardi nell’estate del 2011”, afferma il presidente Jean-Ludovic Silicani, che tuttavia non nasconde la difficoltà di questo processo.
“Quello dei 4G è un dossier complesso”, ha spiegato Silicani, sottolineando che non si è ancora trovato un accordo sul fatto se sia meglio assegnare i due blocchi di frequenza contemporaneamente o in momenti diversi.
In Germania le frequenze di quarta generazione sono già state assegnate e hanno permesso al governo di incassare 4,3 miliardi di euro.
L’asta, avviata il 12 aprile, si è chiusa dopo 27 giorni, 224 rilanci e l’assegnazione delle licenze a quattro grandi aziende del settore: Vodafone D2 si è aggiudicata 12 blocchi di frequenze per 1,4 miliardi di euro, davanti a O2, divisione di Telefonica, che ha sborsato 1,38 miliardi di euro per 11 blocchi e a T-Mobile (divisione di Deutsche Telekom), che ha messo sul piatto 1,3 miliardi per 10 blocchi.
L’operatore più piccolo, E Plus, filiale dell’olandese KPN, ha recuperato 8 blocchi per 284 milioni di euro.
In Italia, invece, la situazione non è ancora molto chiara: il governo non ha ancora stabilito un quadro certo sull’assegnazione ai nuovi servizi di telecomunicazione delle frequenze liberate a seguito del passaggio delle trasmissioni televisive dall’analogico al digitale.
L’Italia è, di fatto, l’unico Paese europeo che non ha deciso di destinare ai nuovi servizi di telecomunicazioni una parte delle frequenze liberate nel passaggio dall’analogico al digitale: il Governo ha deciso che, nell’ambito televisivo, siano assegnate, non con una gara, ma attraverso un beauty contest, solo una piccola parte di frequenze, il 10%, destinata ai nuovi entranti.