La Germania punta sull’idrogeno (pulito)
La transizione ecologica è al centro delle politiche economiche ed energetiche della Germania e non da adesso. Lo scorso anno Berlino aveva annunciato un piano di investimenti di quasi 9 miliardi di euro tutto per l’idrogeno, in particolare quello verde per procedere più speditamente con la decarbonizzazione dell’industria nazionale.
L’obiettivo è fare in modo che questo nuovo vettore energetico possa contribuire a rendere più sostenibili, al livello ambientale, le grandi industrie e i trasporti, settori energivori per eccellenza, aiutando il Paese nella transizione energetica ed ecologica.
“Abbiamo iniziato bene il nostro percorso di ricerca e sviluppo delle tecnologie dell’idrogeno, ma è necessario un ulteriore sforzo per accrescere la nostra capacità di produzione, importazione, distribuzione di idrogeno”, è scritto nel comunicato ufficiale del Governo tedesco pubblicato oggi, secondo quanto riferito dalla Reuters.
Elettrolizzatori e nuove tecnologie
“L’espansione continua del mercato delle tecnologie dell’idrogeno e la crescente disponibilità di volumi di importazioni sono le due leve su cui dobbiamo lavorare”, è precisato nel documento.
Per ottenere idrogeno verde servono gli elettrolizzatori e il 20% di questo mercato è rappresentato proprio dall’industria tedesca, con un grande progetto nazionale guidata dal colosso Thyssenkrupp, con l’obiettivo di decarbonizzare l’industria siderurgica nazionale, arrivando a produrre acciaio a zero emissioni di CO2 entro il 2025.
Per raggiungere questo traguardo, il ministero dei Trasporti ha investito 1,3 miliardi di euro per la ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione di nuove tecnologie in grado di potenziare gli elettrolizzatori ed ottenere così più idrogeno verde.
Approvvigionamenti sui mercati internazionali
Il ministro tedesco dello sviluppo, Gerd Mueller, ha detto che la produzione dell’idrogeno su scala industriale, a livello internazionale, potrebbe raggiungere un adeguato livello di maturazione entro i prossimi 5 anni.
Il problema degli approvvigionamenti energetici è di primaria rilevanza per i Governi dell’Unione europea. Secondo quanto riportato nell’articolo, si calcola che l’80-85% dell’idrogeno di cui necessiteremo in futuro sarà importato dall’estero.
Motivo per cui da un lato si sta cercando di aumentare la produzione nazionale, dall’altro si stanno intensificando i contatti per avviare progetti di cooperazione (Australia, Africa, America Latina, Medio Oriente), con investimenti pari a 2 miliardi di euro.