Non si ferma più la stretta di Pechino sull’uso della tecnologia da parte degli adolescenti, a partire dai videogame online: adesso anche i social. Bytedance, la casa madre del social network più utilizzato al mondo dai giovanissimi, ha annunciato la ‘modalità Giovani’ in un post sul suo blog, affermando che è la prima azienda di video nel settore ad avere questi limiti.
Douyin, la versione cinese di TikTok, limiterà l’uso della piattaforma di video clip ai bambini/ragazzi al massimo di 40 minuti giornalieri. Le regole, spiega il quotidiano cinese South China Morning Post, si applicheranno agli utenti di età inferiore ai 14 anni che sono stati autenticati utilizzando i loro veri nomi e che potranno accedervi in un orario compreso tra le 06:00 e le 22:00.
TikTok, la Cina e le misure antidipendenza
Ad agosto, infatti, ai minori di 18 anni in Cina è stato vietato di giocare ai videogame online durante la settimana, con una finestra possibile solo per un’ora, dalle 20 alle 21, da venerdì a domenica e nei giorni festivi. Secondo l’accordo utente di Douyin non c’è un’età minima sulla piattaforma, ma i minori di 18 anni devono ottenere il consenso di un tutore legale.
Sull’app versione internazionale TikTok, invece, l’età minima è di 13 anni. Nuovi contenuti educativi, inclusi esperimenti scientifici, mostre museali e spiegazioni storiche, sono stati lanciati da Douyin come parte della modalità Giovani. “Sì, siamo più severi con gli adolescenti. Lavoreremo di più per fornire contenuti di qualità in modo che i giovani possano imparare e vedere il mondo”, si legge nel post. Douyin, come TikTok, è molto popolare in Cina tra il pubblico più giovane: il principale regolatore, la Cyberspace Administration of China, ha esortato a “creare un buon ambiente cibernetico per il sano sviluppo dei giovani”. Nel 2019, Douyin e il servizio rivale Kuaishou hanno iniziato a sperimentare “misure anti-dipendenza”, introducendo il blocco dei bambini e sperimentando funzioni che potrebbero limitare la quantità di tempo trascorrono sulle piattaforme dai minori.
La stretta di Pechino contro l’approvazione dei nuovi videogame
Dopo aver introdotto nuove misure restrittive sui videogame online per gli under 18, nel tentativo di frenare la dipendenza dai videogiochi de giovanissimi, la Cina ha sospeso in via temporanea l’approvazione dei nuovi videogame.
Secondo quanto riportato sempre dal South China Morning Post, citando fonti vicine al dossier, la decisione sarebbe stata rivelata proprio nella convocazione di ieri dei vertici dei colossi dei videogame, come Tencent e NetEase, da parte dei funzionari del Dipartimento centrale della Propaganda del Partito comunista, dell’Amministrazione Nazionale per la Stampa e le Pubblicazioni, della Cyberspace Administration of China e del ministero della Cultura e del Turismo.
L’evento si è concentrato sulle restrizioni per i minori e sul controllo dei contenuti: in sostanza, hanno spiegato le fonti al quotidiano di Hong Kong, la mossa delle autorità significa che “tutto è in sospeso” e che non ci saranno nuove approvazioni “per un pò” perché la priorità, al momento, è quella di “ridurre il numero di nuovi videogiochi” nel Paese.
Le nuove regole cinesi
Dopo il tetto di tre ore settimanali imposto ai minorenni, continua la stretta del regime su un’industria che nel Paese ha un’utenza di 740 milioni di persone, colpevoli, secondo la lettura del partito comunista cinese, di indurre i giovani alla video-dipendenza.
Ma oltre alla limitazione temporale dei videogames, per le società del settore c’è anche un “obbligo” incluso nelle nuove regole. Tutti i videogiochi online dovranno essere collegati infatti a un sistema “anti-dipendenza” gestito dalla National Press and Publication Administration. Il regolamento, che entrerà in vigore mercoledì, richiederà a tutti gli utenti di registrarsi utilizzando i loro veri nomi e documenti di identità rilasciati dal governo.
Le nuove regole stabiliscono anche che le aziende devono assicurarsi che i giocatori utilizzino i loro veri nomi per registrarsi e devono impedire alle persone che non usano la loro vera identità di accedere ai videogiochi.
Introdotti anche alcuni limiti ai contenuti: niente storie che riguardano figli nati da unioni civili e coppie omosessuali. Al contrario, è stata promossa la produzione a tema patriottico. Paletti che hanno complicato la penetrazione delle aziende straniere, che per operare sul mercato cinese hanno bisogno di un partner interno.