Editoria: chi salverà Le Monde? Ultime ore di attesa prima della ricapitalizzazione dello storico quotidiano parigino

di Antonietta Bruno |

Francia


Le Monde

Il Consiglio di sorveglianza della società editrice di Le Monde sta per chiudere e a breve emetterà il suo verdetto sulle offerte presentate per la  ricapitalizzazione della storica testata giornalistica francese che per via dei debiti rischia, dopo 60 anni di gloriosa carriera, la bancarotta finanziaria.

 

Ore di attesa ma anche di speranze su chi salverà il quotidiano parigino tra le tre cordate in lizza e tra le quali primeggia il gruppo francese Bergè-Niel-Pigasse. D’altronde, non poteva essere altrimenti e secondo i più informati, dopo la netta presa di posizione da parte dei giornalisti della testata a cui sono seguite quelle analoghe, e altrettanto plebiscitarie, di dipendenti (100% dei voti a favore) e dirigenti (94,9%) di Le Monde, e dei redattori dei periodici editi dal gruppo Telerama, Courrier International e alcune testate minori (tra 80 e 92,6%), non c’erano altre scelte poiché “non si può fare il giornale Le Monde senza la redazione di Le Monde“.

 

Più in particolare, secondo il vicepresidente della Società dei redattori Adrien de Tricornotnon c’era nessun dubbio sulla scelta del trio” che vanta tra le sue fila anche Claude Perdriel, patron del gruppo editoriale Sfa che pubblica, tra gli altri, anche il settimanale progressista Nouvel Observateur.

 

L’offerta dei tre finanzieri francesi, scrivono in un editoriale i redattori di Le Monde, “sembra fornire una proposta più coerente di quella concorrente, e dà allo stesso modo garanzie forti sulla sopravvivenza durevole dell’azienda”. Solo questa cordata, aggiungono, “potrà incarnare la continuità e lo spirito d’indipendenza dei giornali del gruppo“. Giudizio che, secondo alcuni, vuol anche essere una risposta al presidente francese Nicolas Sarkozy, che appena qualche settimana fa aveva convocato all’Eliseo il direttore di Le Monde, Eric Fottorino, informandolo del suo scarso gradimento per l’offerta presentata dal trio di uomini d’affari transalpini, tutti di note simpatie socialiste.

 

Intanto, a poche ore dal verdetto, France Telecom e Le Nouvel Observateur, proprio in virtù della preferenza dei giornalisti del quotidiano al gruppo ‘avversario’ hanno deciso di ritirare l’offerta congiunta per rilevare Le Monde.

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