Roaming: prezzi giù del 70% grazie alle nuove norme Ue, ma il mercato è ancora troppo poco concorrenziale

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Neelie Kroes

Da quando sono state adottate le prime norme Ue sul roaming, il costo per chiamare all’estero è diminuito di oltre il 70% e quello di messaggi di testo scambiati tra utenti degli Stati membri è calato del 60%.

Un successo per la Commissione europea che però sottolinea, nella sua relazione intermedia, come la concorrenza nel mercato Ue del roaming non sia ancora così forte da offrire ai consumatori una miglior scelta e migliori tariffe.

 

In base alle disposizioni Ue, a partire dal 1° luglio, le telefonate effettuate e ricevute all’estero non costeranno, rispettivamente più di 43 centesimi al minuto (IVA esclusa) e 19 centesimi al minuto.

Le tariffe scenderanno quindi gradualmente fino al 1° luglio del 2011, quando effettuare una chiamata da un paese diverso dal proprio costerà 35 centesimi. Le chiamate ricevute, invece, non potranno costare più di 15 centesimi dal 1° luglio 2010 e non più di 11 centesimi dal 1° luglio dell’anno successivo.

 

Sempre da domani 1° luglio, inviare un sms dall’estero non dovrà costare più di 11 centesimi – rispetto alla media attuale di 29 centesimi, con picchi fino a 35 centesimi nei Paesi Bassi e in Portogallo – mentre i prezzi dei servizi dati (il costo per inviare email o immagini, navigare in internet da telefonino o Pc portatile, scaricare un film) saranno regolati con tariffe massime all’ingrosso di 1 euro per megabyte (IVA esclusa).

Intervento che ha portato i prezzi medi al consumo per il roaming dati da 3,62 euro per megabyte all’inizio del 2009 a 2,66 euro alla fine dello stesso anno.

 

Oltre a intervenire sui prezzi di servizio, il nuovo regolamento incide anche sul versante della ‘trasparenza‘, in cui gli operatori non sono brillano neanche all’estero, introducendo una serie di misure da mettere in atto entro marzo 2010, tra cui un meccanismo di blocco che permetterà di specificare in anticipo un importo massimo prima che il servizio sia interrotto.

 

Queste nuove regole hanno garantito maggiore libertà agli europei che per lavoro o per svago hanno utilizzato il cellulare nei loro viaggi con minore preoccupazione di ricevere, al loro ritorno, sgradite sorprese in bolletta.

Secondo i calcoli della Commissione, infatti, il volume complessivo delle chiamate ricevute e degli sms inviati dai consumatori in un paese diverso dal proprio è cresciuto, negli ultimi due anni, nonostante le stime diano un calo dei viaggi del 12%: nell’estate 2009, è stato inviato il 20% in più di messaggi rispetto all’estate precedente, mentre il volume dei servizi di roaming dati è aumentato di oltre il 40% nel 2009.

 

Nonostante tutto, però, la Commissione ritiene che non vi sia ancora abbastanza concorrenza e auspica che gli operatori trasferiscano ai consumatori i risparmi realizzati nel mercato all’ingrosso, vale a dire abbassando i prezzi al dettaglio.

Sulla base dei dati contenuti nella relazione, infatti, alla fine del 2009, il costo massimo consentito dalla Ue per effettuare una chiamata vocale in roaming era di 0,43 euro al minuto e i consumatori che sceglievano l’eurotariffa ne pagavano in media 0,38, mentre per ogni chiamata ricevuta dovevano versare in media 0,17 euro al minuto, cifra appena inferiore al massimale di 0,19 euro.

 

“A tre anni dall’introduzione delle norme, la maggior parte degli operatori offre prezzi al dettaglio che comunque si aggirano intorno ai massimali tariffari. Se nel mercato del roaming dell’UE vi fosse una maggiore concorrenza i consumatori potrebbero godere di una scelta nonché di tariffe migliori”, ha affermato il commissario Ue per l’agenda digitale e vicepresidente della Commissione Neelie Kroes.

 

La validità dei tetti imposti dalla Ue è stata confermata, tra l’altro, anche dalla Corte di Giustizia Ue, che ha respinto la posizione di alcuni operatori britannici che ritenevano inadeguato il regolamento per la violazione, da parte di quest’ultimo, dei principi di proporzionalità e di sussidiarietà.

 

La Corte ha confermato invece che il regolamento, imponendo tetti ai prezzi del roaming sia all’ingrosso che al dettaglio, ha una valida base legale, è proporzionato all’obiettivo di tutelare i consumatori dalle tariffe troppo elevate praticate ingiustamente dagli operatori e rispetta il principio di sussidiarietà  in quanto lo stesso obiettivo non avrebbe potuto essere raggiunto senza un approccio comune a livello Ue.

 

Entro fine giugno 2011 la Commissione riesaminerà completamente le norme sul roaming adottate nel 2009, per valutare se gli obiettivi sono stati raggiunti e se il mercato dei servizi di roaming funziona a dovere, in particolare come mercato unico digitale.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz