Italia
Palamara (Anm): questa riforma limita la possibilità per le forze dell’ordine e la magistratura di individuare gli autori di reati di particolare allarme sociale.
Nuova giornata di protesta sulla ‘Legge bavaglio’ e così come annunciato ieri dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), una folta rappresentanza di giornalisti e cittadini che ritengono “inconcepibile e inaccettabile una norma che, usando la foglia di fico della privacy, non solo rende più difficile l’azione degli investigatori e della magistratura, ma mette il bavaglio all’informazione all’unico scopo di coprire i corrotti e le ‘cricche’“, si è ritrovata in piazza Navona per manifestare la ferma volontà a “cambiare una legge non degna di un Paese democratico e civile“.
Numerosi i manifestanti, anche facenti parte del mondo politico, ma numerosi anche i magistrati che si sono uniti ai giornalisti nella difesa dei fondamentali principi della libertà d’informazione e della legalità messi a rischio, appunto, dal ddl sulle intercettazioni.
L’Associazione nazionale magistrati, inoltre, nella persona del suo presidente Luca Palamara, ha anche provveduto ad inviare al segretario generale della Fnsi Franco Siddi e al presidente della stessa federazione italiana, Roberto Natale, una nota di sostegno alla manifestazione indetta contro la ‘discutibile riforma’.
“L’Associazione nazionale magistrati – scrive Palamara – in piena sintonia con la Federazione nazionale della stampa italiana, ha ripetutamente denunciato i gravissimi rischi per la sicurezza dei cittadini e la libertà d’informazione derivanti dal disegno di legge del Governo in materia di intercettazioni. Questa riforma – aggiunge – limita drasticamente la possibilità per le forze dell’ordine e per la magistratura di individuare gli autori di reati di particolare allarme sociale e pregiudica in modo inaccettabile il diritto dei cittadini di essere informati su fatti di interesse pubblico. L’Anm scende in piazza assieme alla Fnsi – continua a conclude la nota – per la difesa dei fondamentali principi della libertà d’informazione e della legalità. Il nostro impegno sarà quello di proseguire, insieme con i giornalisti nella tutela di tali valori, irrinunciabili in una democrazia”.
Forti prese di posizione e non solo sul contenuto della proposta già passata con voto favorevole al primo ramo del Parlamento. A suscitare opinioni negative, infatti, anche la recente conferenza dei capigruppo di Montecitorio terminata con la calendarizzazione della discussione in aula della proposta, fissata per il prossimo 29 luglio. Tra poco meno di un mese, per capirci, con il concreto rischio che si sovrapponga al dibattito sulla manovra economica.