L'indagine

Facebook e l’algoritmo che favorisce i contenuti anti-vax. Lo studio

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Nuova indagine Avaaz sull’algoritmo di Facebook che raccomanda contenuti e pagine palesemente contro i vaccini, il green pass, la scienza, i piani sanitari per contrastare l’emergenza sanitaria (che secondo la narrazione “anti-vax” diventa dittatura), favorendo così disinformazione e fake news.

I problemi dell’algoritmo di Facebook che premia la disinformazione

Oltre che alla pandemia di Covid-19 i Governi devono contrastare un’altra forma di altrettanto grave di contagio, quella della disinformazione sanitaria e delle tecnologie che l’alimentano, come il fatidico algoritmo di Facebook..

Secondo i risultati di una nuova indagine condotta da Avaaz sul social network costruito da Mark Zuckerberg, non molto è stato fatto per eliminare pagine e contenuti palesemente contrari alle campagne di vaccinazione in corso nei diversi Paesi e ad ogni misura di chiusura o di limitazione delle libertà personali a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

Succede così le pagine e i contenuti “anti-vax” su Facebook non trovano argine e anzi, secondo i ricercatori, hanno un valido alleato, l’algoritmo che raccomanda agli utenti determinate pagine e contenuti in base alle proprie preferenze.

Succede allora che invece di allontanarli da disinformazione e fake news, l’algoritmo continui ad avvicinarli, mostrando loro sempre nuove pagine e contenuti contrari ai vaccini e al green pass o che suggeriscano il complotto sanitario mondiale ai danni dei liberi cittadini.

L’indagine sui contenuti anti-vax

L’indagine sostanzialmente è stata condotta stressando l’algoritmo tramite account aperti su Facebook proprio per vedere come funzionava il meccanismo di esposizione al flusso di contenuti sulla timeline.

Dopo aver messo alcuni “mi piace” alle pagine dichiaratamente anti-vax, è accaduto che molte altre di quelle incriminate e addirittura quelle già bollate come “contenuto dannoso”, perché strumento nelle mani di gruppi che teorizzano la cospirazione internazionale e la dittatura sanitaria, venissero tranquillamente raccomandate come “da seguire”.

Delle 180 pagine consigliate ai ricercatori dall’algoritmo di Facebook, ben 109 offrivano contenuti contro i vaccini, false notizie o documenti di disinformazione sempre legati alla pandemia di Covid-19.

Spesso, tali pagine portavano ad altre in cui si dimostrava, senza prove scientifiche attendibili, il legame stretto che intercorre (direttamente o indirettamente) tra le vaccinazioni e l’autismo, o comunque che parlavano di autismo e malattie autoimmuni (insinuando un rapporto di causa ed effetto con i vaccini).

Abbattere il muro di gomma attorno all’algoritmo

Si ribadisce così la centralità del problema relativo alla trasparenza dell’algoritmo di Facebook, già affrontata dalla Commissione europea nel codice di condotta che ha fatto firmare al social network e che sarà anche al centro della nuova legge sui servizi digitali (Digital service act o Dsa).

Una centralità che impone alle autorità di Bruxelles e dei singoli Stati di bucare il muro di gomma che custodisce la segretezza dell’architettura algoritmica, perché Facebook, a quanto denunciato da Avaaz, non ha fatto molto per fornire i dati necessari a comprendere il funzionamento delle raccomandazioni di pagine e contenuti, ne ha adottato misure davvero efficaci per impedire disinformazione e diffusione di fake news.

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