Infrastrutture nazionali, spesso con più di 50 anni alle spalle
Il nostro territorio conta un numero straordinario di strade, autostrade, ponti, viadotti, gallerie e altre opere collegate, infrastrutture vitali per l’economia e le comunicazioni tra regioni, per la crescita e lo sviluppo del Paese nel suo insieme.
Secondo dati pubblicati nella Relazione annuale dell’ANSFISA, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, lungo la penisola ci sono 840 mila km di strade, di cui più di 8 mila autostrade, 27.259 km di strade statali, con 2.179 gallerie, più di 21 mila ponti e viadotti, 6.320 cavalcavia.
Il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha istituito una Commissione di alto profilo tecnico per valutare lo stato di queste infrastrutture viarie così rilevanti per l’economia e l’industria, per capire dove e come intervenire, su cosa e con quali tecnologie e tecniche di monitoraggio e costruzione.
“In Italia un numero significativo di ponti, viadotti e altre opere stradali è datato indietro nel tempo, è stato realizzato oltre 50 anni fa”, ha spiegato in una nota ministeriale Giovannini, illustrando gli obiettivi della Commissione.
Rischio fenomeni meteo estremi e cambiamenti climatici
“Oggi è necessario procedere ad un aggiornamento dei criteri e delle modalità per eseguire i controlli e la manutenzione. Migliorare la sicurezza delle opere stradali anche in considerazione delle nuove tecniche di costruzione e di monitoraggio – ha aggiunto il Ministro – è una priorità del Mims, anche a fronte degli eventi atmosferici di grande portata che si stanno verificando sul pianeta e che sono il chiaro segnale di cambiamenti climatici in atto”.
Giovannini e il Governo esprimono preoccupazione viva per l’impatto dei cambiamenti climatici e dei fenomeni meteo estremi ad essi collegati sul parco infrastrutture stradali e viarie del Pase, anche alla luce di quanto accaduto in Germania, Olanda, Belgio e Francia orientale nei giorni passati, ma anche nella stessa Italia, in Lombardia, nelle ultime ore.
Alluvioni lampo, grandine grossa, venti forti, unitamente a temperature elevate per più giorni e siccità, possono danneggiare in vari modi le infrastrutture in questione, renderle sempre meno sicure per chi le attraversa e chi vi vive nei pressi.
La Commissione dovrà elaborare i criteri per predisporre un piano straordinario volto a migliorare la resilienza delle infrastrutture viarie.
Il piano, si legge in un comunicato del Mims, servirà all’individuazione di moderne tecniche per il consolidamento delle opere esistenti o per la ricostruzione di infrastrutture viarie, da realizzarsi con tecniche che tengano conto dei possibili eventi ambientali, idrogeologici, sismici e climatici.
Messa in sicurezza delle infrastrutture fondamentale per la transizione economica
Già in occasione della presentazione della Relazione annuale dell’ANSFISA, il ministro aveva dichiarato: “Una delle iniziative fondamentali per la trasformazione economica e sociale in chiave sostenibile è la messa in sicurezza delle nostre infrastrutture”.
Proprio per questo, spiegava Giovannini, “l’innovazione tecnologica e dei materiali è un passaggio fondamentale perché può consentire un salto di qualità nella gestione delle reti infrastrutturali, ma va accompagnato con un ampio cambiamento di visione che si traduce nella nuova cultura della sicurezza”.
Un chiaro orientamento degli interventi da effettuare, se vogliamo evitare i famigerati disastri annunciati, centrati sulle nuove tecnologie digitali ed informatiche, ma in un’ottica di prevenzione del rischio relativo sia ai cambiamenti climatici e ai fenomeni meteo estremi, sia agli eventi sismici.
Il Rapporto “Smart road” 2020
Di recente l’Osservatorio tecnico di supporto per le Smart Road e per il veicolo connesso e a guida automatica, istituito presso il Ministero, ha redatto la Relazione annuale delle attività svolte nel corso del 2020.
Oltre ai problemi legati all’emergenza sanitaria, l’Osservatorio ha continuato nei mesi anche il suo lavoro di supporto agli stakeholder nazionali, come produttori di veicoli, gestori di strade, associazioni di settore e industrie correlate, che hanno continuato a lavorare sul tema smart road e sulla sperimentazione dei vicoli connessi e a guida autonoma.