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Il report degli analisti di Royal Bank of Scotland, che hanno alzato la raccomandazione su Mediaset a buy da hold con target price limato da 6,3 a 6 euro, ha trainato le azioni del gruppo del Biscione, che a fine mattinata guadagnavano il 3,93% a 4,69 euro con scambi sostenuti (5,9 milioni di pezzi contro una media mensile per l’intera seduta di 7,7 milioni). Secondo RBS, nonostante il recente forte calo del titolo e la performance nella pubblicità nel secondo trimestre, la valutazione dell’azione ora “appare interessante”. Ma a trainare le quotazioni è anche la performance della controllata Telecinco sui listini di Madrid. La televisione spagnola detiene i diritti per le principali partite dei Mondiali Fifa in Sudafrica e si avvantaggia dei risultati della nazionale iberica che, battendo per 1 a 0 la Germania, ha conquistato l’accesso alla finale.
Sul fronte Pay Tv, a dire la sua è stato invece il Direttore Marketing Strategico di Mediaset, Marco Paolini, che nella giornata di ieri ha illustrato situazioni e prospettive del mercato televisivo. In riferimento all’andamento del mercato, Paolini da dichiarato che “entro un paio di anni gli abbonati alle pay tv in Italia potrebbero oscillare tra gli 8 e gli 11 milioni”. Forbici che saranno condizionate da molti fattori, uno dei quali la competizione Premium-Sky.
Attualmente gli abbonati Sky sono 4.700.000. Sono invece 2.400.000 le tessere attive attualmente a Premium Mediaset che, per motivi di riservatezza, non ha mai voluto diffondere il numero degli abbonati. “Se continuerà la guerra delle offerte tra noi e Sky chiaramente ne saranno avvantaggiati i telespettatori e quindi aumenteranno gli abbonati – ha aggiunto Paolini – ma chiaramente quello di abbassare i costi è una strategia che può rivelarsi lunga e dannosa”.
Nel 2012, comunque, le previsioni vedono ancora la Tv generalista occupare il 96% del mercato e la pay tv tra il 35,1 e il 47,9, ma molti segmenti saranno occupati dai vari canali free. Secondo dati recenti, lo share di tutte le tv generaliste (Mediaset e Rai) è sceso dal 90% del 2000 al 75% del 2010. Mentre tutte le altre televisioni sono passate nello stesso arco di tempo dal 9,3% al 24,7%. Con l’aumento delle offerte, sia pay che free, cambierà anche il panorama televisivo con una frammentazione dell’audience, un mercato pubblicitario stabile, la nascita di proposte non lineari e la moltiplicazioni di piattaforme.
E Mediaset? La rete del Biscione punterà a rafforzare il suo core business con la presenza su tutte le piattaforme e lo sviluppo delle offerte on demand. Nell’analisi, infatti, vengono considerate anche le gestioni dei generi in funzione degli obiettivi poiché secondo Paolini, “una pay tv non può essere fatta senza il calcio, mentre può passare in secondo piano fiction e intrattenimento. La free generalista invece deve puntare soprattutto a intrattenimento e informazione”.
La strategia Mediaset per le sue reti generaliste si concentrerà quindi sull’aumento della copertura stagionale, il brand e il prodotto intrattenimento-fiction-news. Per la pay, oltre alla difesa da Sky, si prevede un aumento della penetrazione e il lancio prodotti non lineari. Per Internet è in progetto la costruzione del Sistema Mediaset.
Sia per la free che per la pay, Mediaset si concentrerà su quello che è considerato il suo target commerciale di riferimento, ossia i telespettatori tra i 15 e i 64 anni, l’80% della popolazione che compra e consuma.
Soddisfazione e ottimismo per il futuro, li esprime anche Carlo Rossella presidente del gruppo Mediaset ‘Medusa‘. Analizzando i dati di settore, il presidente sottolinea il buon andamento della società sia nell’anno 2009 che nel primo semestre 2010. “Le prospettive sono ottime – ha detto – siamo un’azienda che guarda lontano e con ottimismo. Anche il cinema italiano in generale è andato bene pur non avendo il 3D”. “La crisi – sottolinea invece l’amministratore delegato della società, Giampaolo Letta – non ha toccato il mondo del cinema che è anticiclico. Il 2009 è stato molto positivo, e per gli Usa da record, e il 2010 andrà ancora meglio. Medusa – ha poi proseguito – ha chiuso il 2009 con una quota di mercato del 14%, al primo posto in Italia, mentre nel primo semestre del 2010 è al secondo posto per incassi (80 milioni di boxoffice) e al primo per presenze”.