Vivo: continua la querelle. PT contro scioglimento ‘unilaterale’ di Brasilcel alla ricerca di ‘soluzione accettabile per tutti’

di Alessandra Talarico |

Europa


Vivo
Non ci sono dubbi sulla “solidità legale” della posizione di Portugal Telecom e dei tentativi del gruppo di difendersi dalla scalata di Telefonica sull’operatore mobile Vivo.

E’ quanto sostiene il portavoce di Portugal Telecom, secondo cui già il mese scorso i legali della società portoghese avevano rassicurato i dirigenti sul fatto che Telefonica non potrà sciogliere con un’azione unilaterale la joint venture Brasilcel, come sta minacciando di fare per poter arrivare al controllo di Vivo ricorrendo al mercato.

Brasilcel, controllata dai due gruppi europei, controlla a sua volta Vivo, operatore mobile di cui Telefonica vorrebbe il controllo per poter unire le sue attività alla società di rete fissa Telesp, che non naviga proprio in buone acque.

Per l’acquisizione della quota di Portugal Telecom in Brasilcel, Telefonica ha offerto – dopo due rialzi forzati – 7,15 miliardi di euro, cifra che corrisponde alla capitalizzazione complessiva del gruppo lusitano. Il board aveva accettato l’offerta, ma l’operazione è stata bloccata dal governo di Lisbona, con la scusa di voler salvaguardare un asset fondamentale per l’ex monopolio statale.

Per restare sul mercato brasiliano senza rinunciare alla sostanziosa offerta del partner spagnolo, PT avrebbe quindi presentato un’offerta per l’acquisizione del quarto operatore mobile del Paese, Oi, che potrebbe aprire convincere il governo a dare il via libera alla cessione di Vivo.

PT, insomma, è alla ricerca di una soluzione accettabile per tutte le parti coinvolte, a prescindere dal veto posto dalla Golden share, il cui utilizzo è stato peraltro giudicato illegittimo dalla Corte di giustizia europea.

Ieri, la società di Cesar Alierta, ha intanto dato mandato a un secondo studio legale – lo statunitense Dewey & Leboeuf Llp, che si affianca all’olandese De Brauw Blackstone Westbroek – al fine di ricevere ulteriori consulenze sulla procedura arbitrale aperta contro PT ad Amsterdam per sciogliere Brasicel.

Telefonica sostiene, infatti, che PT non avrebbe adempiuto agli obblighi di informare il mercato non comunicando a Telefonica e agli azionisti che il governo avrebbe potuto ricorrere alla Golden share anche in casi diversi a quelli indicati dagli statuti dell’ex monopolio.

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