Nei giorni scorsi esperti troppo distratti e professori poco attenti hanno sostenuto, con ragioni del tutto infondate, due enunciati che contribuiscono a spargere confusione e incertezza su alcuni dei temi relativi alla banda ultralarga su cui sviluppo saranno investiti parte dei miliardi del Next Generation EU. La prima è che, secondo tali moderni soloni, non è vero che l’Europa favorisca il modello wholesale only. La seconda, speculare in un certo senso alla prima, è che la strada da seguire (e qui davvero non si capisce il perché) sarebbe il cosiddetto co-investment, secondo loro in allineamento con quanto previsto dall’ex art.76 del Codice Europeo delle Comunicazioni.
Wholesale only: Europa si o no?
Ebbene l’una e l’altra affermazione, giusto per dare un nome esatto ad ogni cosa, servono solo a favorire l’incumbent e deregolamentarlo completamente, a danno della concorrenza e a danno dei consumatori. In particolare, è interessante notare anche che il modello di co-investment ex art.76 non è stato implementato in nessun Paese europeo e, a quanto ci risulta, non sono state annunciate iniziative a riguardo, né sono annunciati progetti sul tema. Quindi è un modello che probabilmente non adotterà nessuno. Ed una ragione ci sarà, quando una soluzione non viene adottata da nessuno…
Vogliamo pertanto fare chiarezza sul tema una volta per tutte, partendo proprio dalle regole fissate dall’Antitrust europeo per le gare nelle Aree Grigie in modo che vi possiate rendere conto in maniera concreta perché e come Bruxelles ritiene necessario lo “step change” e perché e come favorisce il modello wholesale only.
I criteri della Commissione Europea
La Commissione Europea entro la fine del corrente mese completerà la sua valutazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), notificato dal governo Draghi e quindi, in assenza di significativi rilievi, sarà tempo di pensare a come allocare i 6,7 miliardi di euro destinati dall’Italia alla realizzazione di nuove reti fisse e 5G nelle aree scoperte.
Ecco perché è quanto mai utile richiamare quanto prevedono gli orientamenti dell’UE per l’applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a banda larga, recentemente richiamati dal Template (Guiding template: Measures to support the deployment and take-up of fixed and mobile very high capacity networks, including 5G and fibre networks) contenente indicazioni relative alle misure che gli Stati Membri possono adottare per finanziare la copertura e il take-up di reti ad altissima capacità (VHCN) sia fisse che mobili.
Accanto al principio di neutralità tecnologica, il principio cardine sul quale poggia la possibilità di utilizzare risorse pubbliche per il finanziamento di nuove reti è quello dello “step change”, ovvero del “salto di qualità”che le reti finanziate devono consentire rispetto alla situazione di connettività corrente.
Tale “salto di qualità” sarà considerato tanto maggiore quanto migliore sarà la situazione di connettività nelle aree oggetto di intervento.
Le Aree Grigie: criteri generali
Infatti, nelle Aree Grigie NGA del Paese è necessario che l’infrastruttura finanziata garantisca almeno un raddoppio della velocità di download rispetto all’infrastruttura esistente (o pianificata) e almeno un aumento significativo della velocità di upload, che nei casi europei precedenti è sempre equivalso come minimo anche qui ad un raddoppio ed al fatto che le infrastrutture finanziate devono necessariamente garantire “velocità simmetriche”, un requisito che di per sé esclude alcune tecnologie dal novero di quelle utilizzabili.
Le Aree Grigie e l’Italia
Se guardiamo all’Italia, si avvicina la resa dei conti per quanto riguarda la copertura delle Aree Grigie NGA del Paese, ovvero quelle aree dove esiste già o è pianificata nei successivi tre anni una sola rete NGA, ovvero una rete capace di fornire in download una velocità compresa tra un minimo di almeno 30Mbps ed una soglia massima non superiore ai 100Mbps, in conseguenza di conclamate condizioni di fallimento di mercato).
Dal momento che la velocità di benchmark è 100 Mbps, là dove vi fossero reti capaci di fornire velocità superiori, gli aiuti di Stato non sarebbero possibili o almeno non subito e le reti finanziate dovranno garantire almeno 200 Mbps in download e molto probabilmente la stessa velocità anche in upload.
La Germania, ad esempio, finanzierà reti Gigabit in aree dove vi è una sola rete capace di fornire 200 Mbps simmetrici o 500 Mbps in download e <200 Mbps in upload, ma solo dopo 3 anni dall’inizio del piano di finanziamento nelle Aree Grigie, per consentire agli investitori privati di poter eventualmente adeguare i propri investimenti in linea con gli obiettivi di connettività fissati dal governo.
Il caso delle Aree Nere
Relativamente alle Aree Nere NGA, ovvero dove esistono o sono pianificate due o più reti capaci di fornire in download una soglia minima di almeno 30Mbps ed una soglia massima non superiore ai 100Mbps, che il governo italiano ha indicato di voler coprire laddove vi sia un fallimento di mercato (ovvero laddove manchino connessioni interamente in fibra per l’utente finale e la situazione di mercato non evolva verso la realizzazione di reti capaci di fornire velocità superiori a 100 Mbps nel prossimo futuro), la Commissione Europea considera come idonee al finanziamento pubblico reti che forniscano velocità almeno 3 volte superiori (300 Mbps) in download e upload upgradabili a 1Gbps (Paragrafo 72 del Template). Ciò si giustifica in quanto nelle Aree Nere è più probabile che vi siano operatori disposti a investire risorse private per la realizzazione di reti sempre più performanti.
Reti mobili: la concorrenza tra reti fisse e wireless
Anche le reti mobili (4G e 5G, a seconda che nelle aree target vi siano solo reti 2G o 3G) e wireless possono essere finanziate con soldi pubblici, ma nel Template (al Paragrafo 79) la Commissione indica tre possibili soluzioni per evitare problemi di concorrenza fra reti fisse e wireless.
Infatti, gli Stati Membri potranno:
1) impedire del tutto che la rete 4G/5G finanziata sia utilizzata per fornire servizi FWA o
2) limitare il finanziamento pubblico al solo utilizzo della rete per servizi mobili, consentendo l’utilizzo della rete finanziata per FWA solo laddove gli operatori paghino un prezzo di mercato o
3) infine, finanziare pubblicamente reti FWA, ma solo laddove i requisiti di step change previsti per le reti fisse siano rispettati.
In quest’ultimo caso, le reti FWA concorreranno con le tecnologie fisse nelle gare per la copertura delle Aree Grigie e delle Aree Nere NGA, come sopra indicate.
Il vantaggio riservato all’operatore wholesale only
Per quanto riguarda i modelli di business che le nuove reti finanziate con soldi pubblici potranno adottare, il paragrafo 80 degli orientamenti UE sugli aiuti di stato per la banda larga (ripreso dal paragrafo 62 del Template) indica che:
“ b) Trattamento equo e non discriminatorio: l’infrastruttura sovvenzionata deve consentire l’offerta di servizi concorrenziali e a prezzi ragionevoli agli utenti finali da parte di operatori concorrenti. Nel caso in cui il gestore di rete sia verticalmente integrato, devono essere introdotte adeguate misure di salvaguardia per evitare conflitti di interesse, indebite discriminazioni nei confronti dei richiedenti l’accesso o dei fornitori di contenuti ed eventuali altri vantaggi indiretti occulti. Nella stessa ottica, i criteri di aggiudicazione dovrebbero includere una disposizione secondo la quale gli offerenti che propongono un modello esclusivamente all’ingrosso, un modello esclusivamente passivo o entrambi ricevono punti supplementari.”
Se per le gare relative alle Aree Grigie il modello wholesale only gode di punti supplementari, per quelle relative alle Aree Nere il modello wholesale only è addirittura obbligatorio, come indicato al Paragrafo 72 del Template. Infatti, si potrà finanziare una nuova rete nelle Aree Nere NGA, solo se tale rete sia gestita con il modello wholesale only, l’unico in grado di garantire la necessaria apertura a tutti gli operatori interessati a condizioni eque e non discriminatorie.
Wholesale only: ora la parola al governo, che seguirà le indicazioni di Bruxelles
Le considerazioni sopra riportate, dunque, guideranno le imminenti scelte del nostro governo per l’allocazione dei fondi della Recovery and Resilience Facility (RRF) per la copertura delle Aree Grigie e Aree Nere NGA previste nel Piano Italia a 1 Gigabit.
E siamo certi che il governo Draghi, a cui spetterà nelle prossime settimane la definizione del Piano e il varo dei bandi di gara, deciderà nel rispetto delle indicazioni della Commissione Europea per tutelare la concorrenza ed i consumatori italiani.