Il Global Trend Report
Il Global Trends Report rappresenta un’analisi predittiva delle tendenze geopolitiche e ha lo scopo di descrivere scenari realistici che i policy maker dovranno affrontare nei prossimi 20 anni. Il report, pubblicato su base quadriennale dal National Intelligence Council (NIC), ossia l’ente governativo che coordina le strutture di intelligence americane,evidenzia questioni e tendenze che potrebbero aggravarsi e che all’attuale e alle future amministrazioni potrebbero essere utili per la creazione di strategie di sicurezza nazionale.
L’edizione di quest’anno, la settima, inizia con una citazione di Sherman Kent, fondatore dell’Office of National Estimates (ONE), che avverte il lettore sul ruolo dell’intelligence: “Intelligence does not claim infallibility for its prophecies. Intelligence merely holds that the answer which it gives is the most deeply and objectively based and carefully considered estimate”.
Scenari futuri
Su queste basi, gli analisti del NIC esplorano quattro aree principali che sono fondamentali nel plasmare le dinamiche future e hanno una portata relativamente universale, ovvero demografia, ambiente, economia e tecnologia, analizzando come queste forze interagiscono e si intersecano con altri fattori per influenzare le dinamiche emergenti a tre livelli di analisi: individui e società, stati e sistema internazionale. Infine, la terza sezione del report descrive cinque potenziali scenari geopolitici per il 2040 che coprono un ampio spettro.
Tre degli scenari, ordinati in base a un criterio progressivo di conflittualità, descrivono situazioni in gran parte dipendenti dalla rivalità tra Stati Uniti e Cina. Gli altri due scenari, invece, prevedono cambiamenti più radicali. La rivalità tra Stati Uniti e Cina è meno centrale ed entrambi gli stati sono costretti a fare i conti con sfide globali che le strutture attuali non sono in grado di gestire.
Rinascimento delle democrazie
In questo scenario, le democrazie, dopo lo shock pandemico, stanno vivendo a una rinascita guidata dagli Stati Uniti e dai suoi alleati. I rapidi progressi tecnologici e una maggiore cooperazione tra i settori pubblico e privato sono i driver di una rapida espansione dell’economia globale, migliorando la qualità di vita di milioni di persone ed eradicando la povertà in molte zone del mondo.
Al contrario, i sistemi non democratici, come la Cina e la Russia, sono in ritardo. Il forte controllo pubblico ha bloccato l’innovazione e scienziati e imprenditori hanno chiesto asilo in Europa e negli Stati Uniti.
Un mondo alla deriva
In uno scenario molto cupo, il mondo è un luogo senza direzione, caotico e instabile, poiché le istituzioni, le norme e le regole internazionali sono crollate e solo pochi paesi continuano a rispettarle.
I principali paesi produttori di petrolio, come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e l’Angola, stanno incontrando una stagnazione economica che ha alimentato divisioni sociali e instabilità politica. L’ascesa della Cina continua mentre l’Occidente resta indietro. In questo mondo instabile, molte sfide globali non vengono affrontate.
Coesistenza competitiva
In uno scenario simile a quello odierno, gli Stati Uniti e la Cina stanno guidando il mondo attraverso una solida relazione commerciale che dà priorità alla crescita economica.
La competizione tra le grandi potenze continua ed è ancora focalizzata sull’influenza geopolitica, sul vantaggio strategico e sulla supremazia tecnologica, mentre ogni paese promuove il proprio modello di governance: democrazia liberale nel caso degli Stati Uniti contro il capitalismo comunista nel caso della Cina.
Nonostante le tensioni geopolitiche in corso, una grande guerra è improbabile e i problemi globali, come il cambiamento climatico e la carenza d’acqua, sono gestiti attraverso la cooperazione internazionale e i progressi tecnologici.
Silos separati
In questo cupo futuro, la scena geopolitica è frammentata in diversi blocchi e sfere di influenza di tipo economico e di sicurezza di varia importanza e forza.
Gli Stati Uniti, la Cina, la Russia e l’UE continuano ad essere i principali attori, ma si sono aggiunte anche alcune potenze regionali, presumibilmente Sud Africa, India, Brasile e persino Nigeria. I blocchi sono autosufficienti, con catene di approvvigionamento riorientate e un focus sulla resilienza e la sicurezza.
Enclavi cibernetiche sovrane separate controllano il flusso di informazioni e il commercio internazionale ha subito pesanti interruzioni. I paesi in via di sviluppo sono osservatori passivi e alcuni sono sul punto di diventare “Stati falliti”.
Tragedia e mobilitazione
Questo scenario è sicuramente il più drammatico, prevedendo le conseguenze di una devastante carenza alimentare globale causata dal cambiamento climatico.
Una coalizione globale guidata dall’UE e dalla Cina sta lavorando con organizzazioni non governative e istituzioni multilaterali per gestire i cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse naturali e la povertà.
I paesi ricchi stanno aiutando le nazioni emergenti ad affrontare la crisi e la transizione verso economie a basse emissioni di carbonio attraverso programmi di aiuto e trasferimenti di tecnologia.
Sebbene scenari come “Tragedia e mobilitazione”, “Silos separati” e “Un mondo alla deriva” dipingano un futuro oscuro, si basano su fattori esterni attuali o imminenti, come una popolazione mondiale in crescita o l’esaurimento delle risorse naturali, che rappresentano fattori potenzialmente critici se non affrontati.
Al contrario, la “coesistenza competitiva” è essenzialmente una proiezione della situazione attuale, sebbene con una Cina più potente. Lo scenario “Rinascimento delle Democrazie” è invece una situazione win-win per l’Occidente, ma realizzarlo richiederebbe investimenti importanti nelle istituzioni e nei valori che differenziano le società occidentali da stati autocratici come Cina e Russia.