Come è messa l’Italia sul fronte delle guerre cibernetiche? Se un attacco ransomware dovesse colpire anche un’infrastruttura critica italiana, come accaduto venerdì scorso al Colonial Pipeline, il più grande oleodotto degli Stati Uniti, la nostra Intelligence sarebbe in grado sia di neutralizzare sia di rispondere all’attacco informatico?
Gabrielli: “L’Italia risponderà agli attacchi cyber degli Stati”
“Su questi temi, vi è senz’altro la volontà dello Stato di rispondere, quando vi è la possibilità, agli attacchi cyber di matrice statuale”, a dirlo è il sottosegretario Franco Gabrielli, con delega ai servizi segreti, al Foglio.
Il riferimento di Gabrielli è agli attacchi informatici sferrati dagli Stati contro altri Paesi e il sottosegretario garantisce che l’Italia è pronta a rispondere, se può farlo, agli attacchi hacker di altre Nazioni.
Enrico Borghi (PD e membro del Copasir): “Dar vita al centro nazionale di ricerca e sviluppo in cybersecurity”
E concretamente il nostro Paese come sarebbe in grado sia di neutralizzare sia di rispondere agli attacchi informatici alle infrastrutture strategiche? Sono 150 tra enti pubblici, aziende statali e private, i cui nomi sono top secret, inserite nel perimetro di sicurezza nazionale cibernetica. Enrico Borghi, deputato PD e membro del Copasir, indica questa soluzione parlando al Foglio:
“Mai come oggi è importante far sì che un grande Paese come l’Italia decida di fare quel passo che le manca per dotarsi di un centro nazionale di ricerca e sviluppo in cybersecurity, che abbia una vita propria e non sia semplicemente una nuova branca dei servizi segreti. L’Italia ci sta già lavorando e il governo ha promesso al PD che troverà una soluzione entro la fine dell’estate”.
Al lavoro per creare un’Agenzia ad hoc per gestire in modo olistico la sicurezza cibernetica
Ricordiamo che il Governo, Copasir e Parlamento sono al lavoro per realizzare la proposta di Gabrielli “creare un’Agenzia ad hoc per gestire in modo olistico la sicurezza cibernetica, che non può essere più affidata al Dis”, come affermato in esclusiva a Cybersecurity Italia. Franco Gabrielli auspica anche una revisione del Dpcm che disciplina il perimetro di sicurezza nazionale cibernetica: lo “scudo” governativo dagli attacchi informatici per proteggere le 150 infrastrutture critiche del Paese.
La cybersecurity il tallone di Achille di Biden
L’attacco informatico all’oleodotto Colonial ha dimostrato come la cybersecurity sia il tallone di Achille di Joe Biden. Key4biz, il 2 aprile, l’ha messo in luce il giorno dopo l’approvazione del mega piano da 2mila miliardi di dollari per rilanciare gli Stati Uniti.
Biden ha stanziato fondi troppo esigui per la sicurezza informatica: solo 2 miliardi di dollari per la Cisa (Agenzia per la sicurezza informatica e la sicurezza delle infrastrutture) e 10 miliardi per il Cyber Command.
Cybersecurity, solo ora Biden correi ai ripari. I provvedimenti
Biden adesso corre ai ripari con provvedimenti immediati. Ha in programma un ordine esecutivo che crei più rigidi requisiti di cybersicurezza per governo e fornitori, una politica definita di “fiducia zero” con sanzioni per inadempienze. Nascerà anche una nuova Commissione per l’esame di incidenti di cybersecurity. Il governo degli Stati Uniti “perseguirà iniziative di sicurezza informatica con i privati che operano nel settore del petrolio, del gas naturale e altri settori”, ha detto il presidente Usa in conferenza stampa alla Casa Bianca.
Biden: “Non ci sono prove che sia coinvolta la Russia, ma sono russi gli autori del ransomware”
Infine, il presidente ha precisato che “finora, non ci sono prove dei nostri servizi segreti che la Russia sia coinvolta, sebbene ci siano prove che l’autore del ransomware sia in Russia”. “E lo Stato russo ha la sua responsabilità nell’affrontare questo problema, per questo incontrerò il presidente Putint”, ha annunciato Biden.