Studio Accenture. G. Jannelli: ‘Il mercato può ripartire, agendo su domanda, infrastrutture e servizi’

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Gli operatori sono lo snodo per il decollo dei servizi digitali, ma serve più attenzione allo sviluppo di professionalità ICT italiane.

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Per far ripartire l’ICT italiano, quello che serve è un ‘circolo virtuoso’ in grado di agire contemporaneamente su domanda, infrastrutture e servizi, con gli operatori Tlc nel ruolo di propulsori. Le telco, insomma, non possono più limitarsi a gestire la rete, ma devono stimolare essi stessi l’utilizzo di soluzioni digitali, proponendo ai clienti – alle aziende in particolare – servizi e applicazioni attraenti e convenienti.

E’ questa la ricetta per far ripartire il motore dell’ICT italiano proposta da Accenture, secondo cui – tuttavia – il compito degli operatori tlc deve essere accompagnato da regole condivise per lo sviluppo della rete e da incentivi alla domanda. Questi ultimi, in particolare, devono favorire nei consumatori e nelle imprese l’adozione dei nuovi servizi messi a disposizione dall’era della digitalizzazione.

 

“Funzioni decisive come l’identificazione digitale e i pagamenti certificati – sostiene infatti Giuseppe Jannelli, managing  partner TLC&Media di Accenture –  sono un primo esempio di applicazioni necessarie per una capillare adozione dei servizi ICT e sono l’area in cui gli operatori TLC possono avere un ruolo determinante. Gli operatori sono infatti i migliori candidati per la realizzazione e la gestione, insieme a player come Accenture, dello strato di piattaforme su cui poggiano le applicazioni fondamentali per l’accelerazione della digital roadmap”.

 

“Le imprese italiane – ha aggiunto Jannelli – sono ancora in ritardo nella capacità di uso delle soluzioni informatiche, web 2.0 e digitali; il confronto con altre realtà comparabili – per dimensione e geografia – è nettamente perdente. Chi dice che sia solo la domanda ad essere carente, o l’infrastruttura, vede solo una parte del problema e non adotta soluzioni adeguate all’urgenza di un intervento che agganci la ripresa e dia competitività al sistema.  Far ripartire il motore si può, esiste un alto potenziale di crescita e la domanda di servizi è alta, ma serve attivare quel circolo virtuoso tra infrastrutture adeguate, domanda e servizi che può ampliare il business degli operatori e far decollare la digitalizzazione del Paese. E’ fondamentale investire nei centri ICT – ha sottolineato ancora Jannelli – e negli Innovation&Industry Hub come il nostro Centro mondiale di Innovazione per i servizi Broadband (ABIC), con sede a Roma, che oggi dall’Italia serve clienti quali Telstra, Comcast e Korea Telecom”.

 

Ma non basta, perché a questa azione è necessario affiancare una particolare attenzione alle strategie di sviluppo delle risorse professionali nell’ICT in Italia.

L’evoluzione del mercato globale e degli investimenti in ICT chiede capacità e flessibilità nell’attivazione delle risorse sui progetti: “Accenture investe ingenti risorse in Italia, ma non riusciamo a trovare tutte le professionalità richieste. Ad esempio, in uno dei nostri centri ICT a Napoli, abbiamo difficoltà ad assumere gli specialisti necessari, perché il bacino non è sufficiente. Se non saremo pronti a sviluppare direttamente in Italia professionalità ICT secondo modalità e standard internazionali, rischiamo di perdere progetti generatori di sviluppo per l’economia dell’intero Paese,  come dimostra la tendenza all’offshoring “, ha concluso Jannelli. (a.t.)

 

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