NGN. Catricalà (Agcm): ‘Unica via è società ad hoc, ma serve un forte ruolo dello Stato’

di Alessandra Talarico |

Mario Valducci: l'Italia sconta qualche ritardo, ma cominciano a intravedersi segnali positivi.

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Antonio Catricalà

La realizzazione della rete in fibra ottica nazionale non può essere affidata solo ai privati. Ne è convinto il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, che nel corso di un convegno a Capri sulle tlc, ha ribadito la necessità di accelerare il passo sull’infrastrutturazione digitale del Paese, anche anticipando gli obiettivi fissati dalla Ue, ma si è detto contrario a un progetto affidato solo al mercato. Ben vengano le iniziative individuali, ha affermato Catricalà, ma serve “un ruolo forte dello Stato”.

Pur condividendo la scelta di affidare alle aziende private lo sviluppo della rete NGN, Catricalà ha affermato che serve “un piano” gestito dal pubblico, attraverso cui recuperare i fondi già stanziati – i famosi 800 milioni di euro ‘congelati’ dalla crisi economica – “per superare i deficit del mercato”.

Il presidente dell’Agcm, ha quindi ammesso di aver cambiato idea rispetto ai timori iniziali circa la possibilità di un cartello tra gli operatori riuniti attorno a tavolo a parlare di un progetto comune sull’NGN. Ora, sembra questa l’unica via percorribile. L’unica possibilità, ha spiegato, è quella di creare una società ad hoc per la rete “composta per un terzo da un soggetto pubblico, per un terzo dall’incumbent e per un terzo dal resto del mondo”, con delle regole di governance certe per assicurare che gli operatori possano accordarsi solo sulle questioni tecniche e non su quelle economiche.

Nelle scorse settimane, e ancora oggi, molte sono state le iniziative annunciate dagli operatori sia riguardo lo sviluppo dell’NGN che il potenziamento della banda larga mobile. Catricalà non sembra proprio entusiasta di questi annunci e stamani ha parlato di piani ‘timidi’ e dalle limitate potenzialità in termini di copertura del territorio, almeno se dovranno essere rispettati i dettami Ue, secondo cui il 50% delle famiglie europee deve poter utilizzare un collegamento a internet superiore ai 100 Mbps entro il 2020.

Per Catricalà, dunque, “occorre effettuare una analisi di sostenibilità del mercato e stabilire una serie di interventi prioritari” al fine di stimolare gli investimenti, valutando accuratamente i ritorni finanziari per evitare che i finanziamenti pubblici siano classificati dalla Ue come aiuti di Stato.

Sulla necessità di sbloccare i famosi 800 milioni di euro messi a disposizione dal Governo, è intervenuto quindi anche il presidente della commissione Trasporti e comunicazioni della Camera, Mario Valducci nell’ambito del convegno su ‘Il futuro dell’agenda digitale’.L’Italia, ha affermato ancora Valducci “…sconta certamente un ritardo”, ma cominciano a intravedersi anche “segnali molto incoraggianti”,quali, ad esempio, l’accordo raggiunto presso il tavolo governo-operatori sul modello strutturale di base per le reti di nuova generazione.

Valducci si quindi è detto d’accordo col presidente Agcm sulla necessità di accompagnare i necessari sforzi del settore privato con un adeguato supporto pubblico, per “garantire l’accesso dei servizi nelle zone dove la domanda è più scarsa”.

Sul fronte delle regole per le NGN, intanto, si apprende che l’Authority britannica per le tlc (Ofcom) ha deciso di imporre all’incumbent BT l’apertura ai concorrenti della sua rete in fibra ottica, per consentire a tutte le società di fornire servizi a banda larga superveloce ai rispettivi clienti. BT dovrà anche garantire ai concorrenti l’accesso ai cavidotti nelle aree che non intende coprire immediatamente con la propria rete.

Ofcom ha inoltre stabilito che BT potrà fissare il prezzo all’ingrosso dei servizi. Il prezzo sarà tuttavia soggetto a regolamentazione per prevenire comportamenti anti-competitivi.

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