Gran Bretagna
Le reti informatiche della Gran Bretagna subiscono oltre 1.000 attacchi al mese, tanto che il Government Communications Head Quarter (GCHQ) – l’agenzia governativa che si occupa della sicurezza, nonché dello spionaggio e controspionaggio nell’ambito delle comunicazioni – sta considerando l’utilizzo di tecniche di ‘guerra informatica‘ per scoraggiare i pirati del cyberspazio. Lo ha affermato il direttore del GCHQ, Iain Lobban, a un pubblico di funzionari e accademici a Londra all’International Institute for Strategic Studies, sottolineando che l’utilizzo di cosiddetti ‘programmi nocivi’ ha già causato notevoli disagi ai sistemi informatici del governo, nonché il furto “su larga scala” di proprietà intellettuale.
Il cyberspazio, ha osservato Lobban, è funestato da attacchi “ogni secondo di ogni minuto di ogni ora di ogni giorno”. “Come si può evincere alle indicazioni del nostro centro operativo, da tutto il mondo si registrano tentativi continui di penetrare nei nostri sistemi”, ha aggiunto Lobban, indicando che la sicurezza degli spazi digitali è una questione “centrale per il nostro benessere economico e per gli interessi nazionali”.
Le autorità, non solo quelle britanniche – anche gli Usa hanno manifestato l’intenzione di rafforzare i poteri e le competenze del Cyber Command per meglio fronteggiare le insidie informatiche – sono quindi a lavoro su una gamma di opzioni, inclusa la creazione di un flusso informativo diretto dagli operatori “così da conoscere in tempo reale degli attacchi in corso sulle reti”.
I reati informatici costano alla Gran Bretagna miliardi di sterline all’anno. Ogni mese, secondo i dati forniti da Lobban, si registrano oltre 20 mila email nocive dirette alle reti del governo. La minaccia, dunque, è “reale e credibile” e i funzionari alla sicurezza britannici – alla luce anche degli attacchi che negli anni scorsi hanno paralizzato alcuni paesi come l’Estonia – stanno pensando a come reagire contro attacchi deliberati alle reti provenienti da paesi stranieri e, nel caso, se utilizzare capacità ‘cybermilitari’ quale effetto deterrente.
Tuttavia, ha ammonito, non può esserci un parallelo col paradigma della “distruzione reciproca assicurata” come nel caso di una guerra atomica: “I cyberattacchi – ha detto – sono una questione quotidiana”.
Leggi il discorso completo di Iain Lobban.