Tv: dopo Santoro scoppia anche il caso ‘Saviano’ ed è ancora bufera sul Dg Mauro Masi

di Antonietta Bruno |

Il direttore generale della Tv pubblica non sottoscrive i contratti degli ospiti della trasmissione 'Vieni via con me' e pone il veto sulla presenza del premio oscar Roberto Benigni.

Italia


Roberto Benigni

Masi contro tutti. Si potrebbe racchiudere in queste tre parole il clima di ‘contrasto’ che in questi giorni aleggia sulla figura del direttore generale della Rai Mauro Masi che, dopo la bagarre con Michele Santoro – peraltro ancora aperta – circa lo sfogo del giornalista ad inizio della puntata di ‘Annozero’ andata in onda lo scorso 18 ottobre, e i tentativi di bloccare la trasmissione ‘Report’, andata comunque in onda domenica scorsa, ci riprova ora cercando di scovare ‘anomalie’ anche per la messa in onda del programma di Roberto Saviano e Fabio Fazio. Una sorta di ‘bavaglio’ dell’informazione, di cui tanto si è parlato nei mesi scorsi, al giornalismo d’inchiesta che è al centro del programma di Rai3 ‘Vieni via con me‘, incentrato su temi quali la politica, la corruzione, le ‘ndrine e tanto altro ancora che va al di fuori del vivere civile e democratico di un sistema italiano oramai sulla bocca di tutti. Una trasmissione-denuncia che di certo potrebbe dare fastidio, ecco perché Mauro Masi avrebbe deciso di bloccare i contratti previsti per gli ospiti presenti in studio. Ospiti, che risponderebbero ai nomi di Paolo Rossi, Antonio Albanese e del Premio Oscar Roberto Benigni.

 

La direzione generale della Rai però “smentisce nella maniera più ferma e decisa” e, riguardo le ‘voci’ riportate questa mattina su alcuni articoli dei quotidiani nazionali, precisa: “Non c’è nessuno stop della trasmissione, bensì un doveroso approfondimento portato avanti dagli uffici competenti, come giusto che sia, in merito a richieste economiche per Rai molto significative”. Compenso che per il solo attore comico italiano si aggirerebbe attorno ai 250 mila euro a puntata. “Qui c’è più che il sospetto che alcune notizie vengano fatte filtrare accampando inesistenti motivazioni politiche per ‘forzare’ la trattativa economica – aggiunge Masi – ma siamo comunque fiduciosi nel recupero della ragionevolezza e quindi nel buon esito della trattativa stessa”.

L’agente di Roberto Benigni, Lucio Presta, ha tuttavia precisato che da parte del management dell’attore non è giunta alcuna richiesta: la Rai, insomma avrebbe fatto “tutto da sola” offrendo un cachet da 250 mila euro per assicurarsi la partecipazione di Benigni che, per altro, a questo punto “parteciperebbe anche a titolo gratuito” alla trasmissione di Fazio e Saviano.

 

E riguardo la questione Santoro? Anche in questo caso Masi continua a ribadire il suo pensiero. “E’ importante che l’azienda salvaguardi le regole, sia per quel che riguarda il pluralismo che la sua linea gerarchica. Per questo non posso ritirare la sanzione e abbiamo intrapreso la via del giudizio ordinario. Il mio interesse sarebbe quello di trovare una transazione, ma quello dell’azienda è di andare avanti nel giudizio”. “Voglio fare le mie scuse ai telespettatori della Rai – ha aggiunto ancora il Dg della Rai nel corso dell’ultima puntata di ‘Porta a Porta’ – perché questa vicenda va avanti da 25 anni e al di la’ delle tifoserie, penso che questo tema abbia stancato. Il motivo per cui sono qui è che è necessario dare un segnale chiaro al pubblico. Questo è un tema compiutamente aziendale. C’e’ un dipendente che ha mandato platealmente a quel paese il direttore generale. Un fatto che non ha precedenti, abbiamo provato a cercarli e non li abbiamo trovati. Quindi una sanzione era necessaria, ma una cosa è il provvedimento, altra cosa è l’efficacia della sanzione che avverrà nei termini di legge”.

 

Nell’attesa, altre vicende si susseguono e ad una vicenda non ancora chiusa, altre se ne aggiungono. “Saviano è la novità più significativa dei palinsesti autunnali e va sostenuta dall’azienda nel modo più deciso. Prendiamo nota della smentita del direttore generale riguardo alla partecipazione degli ospiti, ma allora ci chiediamo come sia possibile che per l’ennesima volta a pochi giorni dalla messa in onda non si siano ancora firmati i contratti. La smentita sarà credibile solo se il direttore generale procederà immediatamente alla loro sottoscrizione”. Così si esprimono in una nota stampa i consiglieri di amministrazione della Rai Giorgio Van Straten e Nino Rizzo Nervo che ribattono sull’operato di Mauro Masi e sui possibili danni all’azienda procurati dal suo comportamento, proprio come avevano fatto per la sanzione inflitta a Santoro. “Bisogna smettere di gestire questa azienda come se fosse un carrozzone ministeriale in cui la dilazione è metodo di governo – aggiungono – qui le decisioni devono essere prese tempestivamente per evitare danni di immagine e di sostanza alla Rai”.
 

Poi il pensiero dei diretti interessati e, nello specifico, di Roberto Saviano che, come da contratto e secondo quanto dichiarato alla stampa, aveva “consegnato la scaletta del programma al direttore generale Mauro Masi”. “Temo che la paura prevalga e nessuno si voglia prendere la responsabilità della messa in onda ma neppure di dire un no chiaro”. “Il guaio è che non dicono nemmeno di no. Agiscono togliendo ogni giorno qualcosa, rendendo ogni momento più difficile andare avanti”. “Io so una cosa – afferma lo scrittore – senza Benigni non vado in onda”. “Temo che prevalga la paura, una paura generalizzata. Se lo studio è tricolore come il nostro, e se io che sono un uomo del sud parlo dell’Unità d’Italia spiegando il suo valore, qualcuno può aver paura che la Lega si arrabbi. Non sto scherzando: le dico quel che ci capita ogni giorno” e conclude “il programma non è una cartolina della mala Italia”.

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