Prosegue la flessione del rame nel nostro paese, che nel 2020 ha registrato una diminuzione del 21,8% delle linee a 5,62 milioni, a fronte di un aumento del 48,6% delle linee FTTH a 1,82 milioni. Crescono anche le linee FWA, del 16,3% nei 12 mesi, e quelle FTTC, in aumento del 16,4% a 9,13 milioni. Continua così il trend di cambiamento del mix tecnologico delle connessioni su rete fissa in Italia. E’ quanto emerge dall’ultimo Osservatorio Tlc dell’Agcom a dicembre 2020, secondo cui nel trimestre ottobre-dicembre 2020 “gli accessi complessivi sono cresciuti di oltre 140 mila unità rispetto al trimestre precedente, rimanendo sostanzialmente invariati (a poco più di 19,6 milioni) su base annua. In continuità con quanto emerso nei precedenti aggiornamenti dell’Osservatorio, vengono rilevati significativi cambiamenti nella composizione delle tecnologie utilizzate per la fornitura del servizio: infatti, se nel dicembre 2016 l’83,4% degli accessi alla rete fissa era in rame, dopo quattro anni questi sono scesi al 36,3% (con una flessione di 9,78 milioni di linee)”.
In aumento accessi FTTC, FTTH e FWA
Allo stesso tempo sono sensibilmente aumentati gli accessi tramite tecnologie qualitativamente superiori, in particolare quelle in tecnologia FTTC (+7,06 milioni di unità), FTTH (+1,38 milioni mila) e FWA (+0,69 milioni). Tale dinamica si riflette in un aumento delle prestazioni in termini di velocità di connessione commercializzate: le linee con prestazioni superiori ai 30 Mbit/s in quattro anni sono passate infatti dal 15% al 67,2%, mentre le linee commercializzate con velocità pari o superiore ai 100 Mbit/s, hanno superato il 50% del totale. Il quadro competitivo degli accessi broadband e ultrabroadband vede Tim quale maggiore operatore con il 42,1%, seguito da Vodafone con il 16,4%, Fastweb con il 15,2% e Wind Tre con il 14,0%.
Rete mobile, in aumento del +34% le sim M2M
Nel segmento della rete mobile, le sim complessive (103,9 milioni a dicembre 2020) risultano sostanzialmente invariate su base annua: nello specifico, le sim M2M sono cresciute di 2,1 milioni, mentre quelle “solo voce” e “voce+dati” si sono corrispondentemente ridotte di oltre 2 milioni di unità. Tim risulta market leader (29,0%), seguita da Vodafone (28,9%) e Wind Tre (25,7%) mentre il nuovo entrante Iliad si attesta al 7%. Considerando il solo segmento delle sim “human”, ovvero escludendo le M2M, Iliad raggiunge il 9,3% con una crescita di 2,7 punti percentuali su base annua, mentre Wind Tre, nonostante una quota in calo di 2,2 punti percentuali, rimane il principale operatore con il 27,7% seguito da Tim con il 26,6% e Vodafone con il 23,9%.
Consumo medio mensile banda larga mobile +50% in un anno
Prosegue a ritmi sostenuti la crescita della larga banda mobile: il consumo medio unitario mensile di dati nel 2020 è stimabile in circa 9,7 GB/mese, in crescita di quasi il 50% su base annua, mentre nell’ultimo trimestre dello scorso anno oltre il 72% delle linee human ha effettuato traffico dati.
Settore televisivo, tiene la Rai
Nel settore televisivo, nonostante la contrazione degli ascolti rispetto a dicembre 2019 (-0,4 punti percentuali), la Rai resta il principale operatore in termini di audience con il 35,4% di share. Al secondo posto Mediaset, con 3,9 milioni di telespettatori nel giorno medio, registra una diminuzione della propria quota (-0,2 punti percentuali) che si attesta al 32,2%. Nello stesso periodo, si osservano performance negative anche per Discovery (-0,6 punti percentuali), Comcast/Sky (-0,5 punti percentuali) e La7 del Gruppo Cairo Communication (-0,2 punti percentuali). In controtendenza con +1,8 punti percentuali, gli ascolti ottenuti dagli altri operatori che complessivamente raggiungono il 15,5%. L’analisi dell’evoluzione degli ascolti delle edizioni serali dei principali programmi di informazione (i telegiornali) nel giorno medio, evidenzia che i più seguiti sono il Tg1 e il Tg5 (complessivamente con circa 11 milioni di ascoltatori). Al terzo posto si colloca l’edizione serale della testata a carattere locale di Rai 3 (TgR) con uno share, pari al 14,8%, in crescita di +2 punti percentuali su base annua.
Quotidiani, vendite ancora giù del 14% nel 2020
Con riferimento al settore dell’editoria,si conferma l’andamento negativo già rappresentato nei precedenti Osservatori: nel mese di dicembre 2020, infatti, la vendita di quotidiani (copie cartacee e copie digitali complessive) è pari a circa 51,2 milioni di copie, in flessione del 14% su base annua. Con riferimento all’intero periodo considerato (dicembre 2016 – dicembre 2020), le copie giornaliere cartacee complessivamente vendute dai principali editori passano da 48 a 30,1 milioni di unità con una contrazione del 37%. Contestualmente, le copie digitali risultano in netta contrazione se consideriamo l’intero periodo (-16% punti percentuali) e in aumento se si considerano i valori di dicembre 2019 (+5 punti percentuali).
Internet, Facebook prima piattaforma
Analizzando i dati di utilizzo di internet, nel mese di dicembre 2020, 45 milioni di utenti medi giornalieri hanno navigato in rete per un totale di 66 ore di navigazione mensile a persona. Passando all’esame dell’audience dei principali social network, Facebook con 38,2 milioni di utenti unici e una dinamica crescente su base trimestrale (+2,1 milioni di utenti), rappresenta la principale piattaforma utilizzata dagli utenti. Analogamente, dopo le performance registrate nei trimestri precedenti, riprende o si conferma la tendenza in crescita anche per Instagram (+2,3 mln di utenti rispetto a settembre 2020), Pinterest (+3,6 milioni di utenti), Twitter (+1,9 milioni di internauti), Tik Tok (+2 milioni di utenti) e Reddit (+0,8 milioni di utenti). In flessione, invece, l’utilizzo di Linkedin (- 0,1 milioni di utenti medi).
Servizi postali, Amazon cresce più di tutti
Nel 2020 i ricavi complessivi registrati nel settore postale sono cresciuti in media, su base annua, del 3,1%. Tale risultato deriva da due tendenze di segno opposto – flessione dei servizi di corrispondenza e crescita di quelli relativi alla consegna dei pacchi – ormai in atto da tempo ma che, per effetto della pandemia, si sono ulteriormente rafforzate: in particolare, i primi hanno registrato nell’anno una flessione del 25,6%, mentre i secondi risultano complessivamente in aumento del 20% (con quelli nazionali che evidenziano introiti in crescita del 29,6%). Le corrispondenti dinamiche dal lato dei volumi vedono una crescita del 34,6% nel numero di pacchi movimentati (+38,1% con riferimento alle sole consegne domestiche) ed una flessione del 19,8% per i servizi di corrispondenza. Il quadro concorrenziale del settore postale, nel suo complesso, vede il Gruppo Poste Italiane principale operatore con il 38,1% (ma in flessione di 6,4 punti percentuali su base annua), seguito da BRT (13,5%), UPS (10,7%) e da Amazon e GLS (entrambe con il 9,9%). Amazon è l’operatore che mostra la crescita maggiore; +4,2 punti percentuali rispetto a dicembre 2019. Su base annua, i ricavi unitari medi dei servizi di corrispondenza mostrano una flessione del 7,3% mentre quelli relativi ai servizi di consegna dei pacchi nazionali ed internazionali si riducono rispettivamente del 6,2% e dell’11,2%.