Oggi la maggioranza dei pacchi acquistati su Amazon non verranno consegnati. È in corso il primo sciopero nazionale in Italia, il primo al mondo, di tutta la filiera Amazon: 9.500 addetti al magazzino e 15mila driver. “Scioperiamo contro l’algoritmo di Amazon, che ci fa lavorare senza sosta e dignità”, ci dice Emanuele Barosselli, segretario Lombardia Filt CGIL, delegato alla trattativa con Amazon.
Brescia: video di uno dei tanti sit-in di driver di Amazon oggi in sciopero in tutta Italia
Key4biz. Perché scioperate?
Emanuele Barosselli. Sta paralizzando l’Italia questo primo sciopero nazionale, un unicum nel mondo, di tutta la filiera Amazon con sit-in in ogni Regione. Da gennaio abbiamo iniziato le trattative con AssoEspressi, l’associazione che raggruppa tutte le aziende che gestiscono in appalto “l’ultimo miglio”, ossia la consegna dei pacchi: sono oltre 100 in tutta Italia con l’obiettivo di giungere a 150 quest’anno. Chiediamo la riapertura immediata delle trattative, un accordo con Amazon per migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti all’interno dei magazzini e dei lavoratori in appalto che consegnano i pacchi. Quest’ultimi hanno 3 minuti di tempo a fermata, “stop”, per consegnare i pacchi che, in media, sono 200-250 a giorno, senza avere neanche il tempo di andare in bagno.
“Neanche il tempo di andare in bagno”
Key4biz. Molti driver, per non perdere tempo, non vanno in bagno e sono costretti a farla nel furgone nelle bottiglie di plastica?
Emanuele Barosselli. Purtroppo, succede anche questo, perché il loro lavoro è dettato dall’algoritmo di Amazon, che non è programmato per prendere in considerazione i diritti dei driver, il fattore umano. Chi lo programma considera i corrieri robot e non esseri umani, così non vengono calcolate le intemperie, il traffico, la possibilità di andare in bagno, ecc…
“Cambiare l’algoritmo per migliorare le condizioni di lavoro”
Key4biz. L’algoritmo ‘cattivo’ di Amazon?
Emanuele Barosselli. La colpa non è dell’algoritmo, ma di chi lo programma. Noi chiediamo che venga programmato per migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti in magazzino e dei driver delle società terze.
Key4biz. Qual è l’approccio di Amazon con i sindacati?
Emanuele Barosselli. Ci ascolta, fa finta di farlo, ma si rifiuta di sottoscrivere qualunque genere di accordo, perché la mentalità di Amazon è bypassare il sindacato per dare l’immagine di una società che risolve i problemi dei lavoratori. Purtroppo le storie dei dipendenti e corrieri testimoniano un modello di lavoro all’estremo e nella maggior parte dei casi con contratti precari. Il modello Amazon è solo di facciata e in Italia non deve prendere piede. Da domani vogliamo riprendere le trattative in modo serio, senza provocazione, per migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti Amazon e dei corrieri che consegnano i pacchi.
“Tutele in caso di cambio di società”
“Chiediamo di essere assunti dalla società o di riconoscere le tutele in caso di cambio di società (art.42 clausola sociale). Ma Amazon punta ad arrivare fino a 150 società esterne per la consegna dei pacchi e rifiuta l’accordo con i sindacati”. In Lombardia è altissima la partecipazione allo sciopero: “Non esce un pacco”, ci dice il driver Donato Pignatiello.
Key4biz. “È sempre Natale?”
Donato Pignatiello. Lavoro come corriere in Lombardia e con la pandemia il lavoro è raddoppiato. È peggio di Natale, perché nel periodo natalizio ci sono i lavoratori stagionali. Ora si lavora di più rispetto ai momenti di picco durante l’anno.
Key4biz. Come è lavorare agli ordini dell’algoritmo?
Donato Pignatiello. L’algoritmo genera la rotta, ma a livello matematico, senza considerare le variabili stradali. In media facciamo 160 “stop”, fermate, per consegnare in media al giorno 250 pacchi. Non ce la fai fisicamente a farlo ogni giorno. Qualche volta troviamo le bottigliette di plastica nei furgoni, sono state preferite da alcuni colleghi precari al posto di fermarsi e cercare un bagno.
Key4biz. Quante ore lavorare al giorno?
Donato Pignatiello. Lavoriamo 9 ore e 15 minuti al giorno, compreso 30 minuti per la pausa pranzo, di cui 7 ore per consegnare i pacchi.
Key4biz. Cosa chiedete?
Donato Pignatiello. Migliori condizioni di lavoro e continuare a riconoscerci le tutele in caso di cambio di società (art.42 clausola sociale). Noi non siamo assunti da Amazon. Se cambia la proprietà della mia azienda, grazie all’art. 42, sono confermati i lavoratori. Ma ora non vogliono più riconoscere la clausola sociale.