Donne e media. Interrogazione di Rao e Bonino al ministro Romani. L’Appello Donne e Media approda in Parlamento

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Contratto di servizio Rai, codice autoregolamentare e uno standard europeo, tra le proposte dell’Appello firmato da oltre mille associazioni e singoli per migliorare la rappresentazione delle donne nelle tivù e nei media italiani.

Italia


Gabriella Cims

Le riforme sostenute dall’Appello Donne e Media sono l’oggetto dell’interrogazione parlamentare presentata oggi dall’onorevole Roberto Rao e dalla senatrice Emma Bonino al ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani. Nelle prossime ore anche altri parlamentari già firmatari dell’Appello, insieme a Rao e Bonino, presenteranno le medesime richieste.

L’Italia è il fanalino di coda in Europa per le modalità con cui il mondo femminile viene raccontato dai mezzi di comunicazione. Per migliorare lo status quo, a fine novembre 2009, è stato lanciato attraverso internet l’Appello Donne e Media, promosso da Gabriella Cims, esperta di regolamentazione dei media a Bruxelles, e sottoscritto da oltre mille firmatari, tra singoli e associazioni,

Rao e Bonino chiedono al Ministro dello Sviluppo Economico “come mai il nuovo Contratto di servizio tra la Rai e il Ministero dello Sviluppo economico, in cui molta attenzione è stata attribuita alle modifiche proposte dall’Appello per una più corretta rappresentazione dell’immagine del mondo femminile, non sia ancora stato firmato, nonostante la Commissione di Vigilanza abbia espresso il suo parere da quasi sei mesi e il precedente sia in regime di prorogatio da undici”.

 

Se non sia il caso, dunque, di modificare la scadenza del nuovo Contratto di servizio posticipandola al 2013 in modo da ripristinare un’effettiva durata triennale.
Nell’interrogazione si chiede ancora al Ministro se non ritenga opportuno convocare un tavolo tecnico di confronto tra tutti i soggetti coinvolti per l’adozione di un Codice di autoregolamentazione sulla rappresentazione delle donne in televisione e nei media, così come prospettato dall’ex ministro dello Sviluppo economico nel dibattito pubblico promosso dall’Appello lo scorso 15 aprile, quando l’onorevole Claudio Scajola ha riconosciuto l’esigenza di un diverso approccio da parte dei mezzi di comunicazione nel rappresentare l’immagine delle donne e ha prospettato l’opportunità di adottare un Codice di autoregolamentazione valido per tutti i mezzi di comunicazione. Si chiede anche all’attuale Ministro se non ritenga opportuno insediare un Comitato per il monitoraggio sull’applicazione del Codice medesimo e sull’irrogazione delle eventuali sanzioni.

Infine, la richiesta di promuovere ogni iniziativa idonea a raggiungere uno standard europeo nella regolamentazione della rappresentazione delle donne in televisione.
Esprime soddisfazione la promotrice dell’Appello, Gabriella Cims, “poiché solo un anno fa le riforme che avevo proposto sembravano una vaga utopia, mentre la forza profusa dalle adesioni raccolte nella rete, anche grazie alla campagna che abbiamo lanciato su Key4biz, unita alla sensibilità di taluni esponenti parlamentari anche di diverso riferimento politico, come Emma Bonino e Roberto Rao, hanno dimostrato che cambiare si può e migliorare la rappresentazione mediatica delle donne che vivono, lavorano, si impegnano nella società dando un grande contributo di crescita è l’obiettivo sul quale abbiamo tutta l’intenzione di ottenere risultati concreti”.

 

 

 

 

 

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