Digitale terrestre: l’Agcom chiede al Ministero l’anticipo dello switch-off al 2011

di Raffaella Natale |

Secondo l'Agcom, ciò renderà possibile mettere a gara le frequenze analogiche liberate relative alla banda 800 mhz, come prevede la Legge di stabilità del 2011.

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Corrado Calabrò

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha deciso di inviare una segnalazione al Ministero dello sviluppo economico per proporre l’adozione di un nuovo calendario relativo allo switch-off, che anticipi alla fine del 2011 il termine della cessazione del servizio di radiodiffusione televisiva in tecnologia analogica sull’intero territorio nazionale. Lo ha reso noto il commissario Roberto Napoli, a margine di un convegno sul digitale terrestre.

La modifica, discussa nel consiglio dell’Agcom di ieri, prevede di anticipare lo switch-off per Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise al primo semestre 2011 e per Puglia, Basilicata, Sicilia e Calabria al secondo semestre 2011.

Secondo l’Agcom, ciò renderà possibile effettivamente mettere a gara le frequenze analogiche liberate relative alla banda 800 mhz, ai sensi di quanto previsto dalla Legge di stabilità del 2011.

 

Napoli ha commentato che con l’anticipo dello switch-off alla fine del 2011  “l’Italia, che era stata la prima a partire nel continente con il passaggio della Sardegna, sarà la prima a completare il processo di digitalizzazione, diventando leader in Europa“.

 

Napoli ha anche annunciato che l’Autorità “discuterà anche delle misure per tutelare le tv locali, che con il passaggio al digitale sono in forte difficoltà, come dimostra il trading delle frequenze, cedute anche a prezzi banali’‘.

Parlando del contratto di servizio tra Rai e ministero dello Sviluppo Economico, il commissario ha anche annunciato che ‘entro gennaio l’Autorità’ varerà le linee guida per l’azienda pubblica’. Infine, Napoli ha confermato che nel consiglio di venerdì prossimo, l’Agcom varerà il testo sulla tutela del diritto d’autore su internet da sottoporre a consultazione pubblica.

“Ci sono diverse posizioni, ma spero che la decisione finale sia unitaria – ha spiegato -. Un intervento a tutela di chi produce le opere è necessario, anche perché l’unica legge in materia è del ’46 e il mercato non è stato in grado di autoregolarsi. Un punto di equilibrio lo dobbiamo trovare”.

 

Sulla stessa linea del commissario Napoli anche Andrea Ambrogetti, presidente di DGTVi. Anche il consorzio chiederà al ministero di anticipare al 2011 lo switch-off spiegando che “avendo effettuato il passaggio al digitale del 70% della popolazione in due anni, non si capisce perché in un anno non dovremmo riuscire a completare il restante 30%’.

‘Oggi due famiglie su tre hanno abbandonato l’analogico – ha proseguito – mentre in 9 famiglie su 10 c’è il decoder”.

Naturalmente – ha aggiunto – non mancano i problemi. Nell’ultimo passaggio, in Nord Italia, ci sono state difficoltà di ricezione superiori rispetto al resto del territorio. I motivi sono una presenza maggiore rispetto a Lazio e Campania di impianti centralizzati, che richiedono interventi di tecnici specializzati, oltre alla conformazione radioelettrica particolare della Pianura Padana, che ha creato problemi di ricezione in particolare per il tg regionale dell’Emilia Romagna, che stiamo affrontando’.

 

“L’aspetto più significativo del passaggio al digitale – ha concluso Ambrogetti – è l’aumento degli ascolti: si vede più televisione, gratuita e generalista. Gli altri canali (non Rai e non Mediaset) raccolgono il 20% di ascolti e la crescita di questo blocco è il dato più significativo del cambiamento”.

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